domenica 27 maggio 2012

Premio Eco(A)lizziamoci

Il 21 maggio 2012 si è conclusa con il Premio Eco(A)lizziamoci, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, ospiti di Roma Capitale, l'omonima Manifestazione itinerante, patrocinata dalla Provincia di Roma, che ha coinvolto quattordici classi di scuola primaria e secondaria di primo grado durante l’anno scolastico 2011 – 2012. Circa trecento ragazzi hanno aderito al progetto iniziando un viaggio pieno di fantasia, magia e semplicità all’insegna del vivere bene, sano e “verde”. Per partecipare hanno adottato il libro “Cronache di Monterotto” di Dario Amadei (ed. Simple, 2011) che è stata la base di partenza dei due incontri di scrittura creativa e di bibliolettura interattiva (incontro con l’autore) svolti in ogni classe. Questi incontri hanno dato modo ai ragazzi di scoprire che l’ecologia non è solo una scienza, ma una grande avventura da vivere con convinzione, affrontando piccole prove quotidiane. Durante gli incontri di scrittura sono state prodotte storie collettive (realizzate con la tecnica di scrittura creativa step by step di Dario Amadei) che raccontano un atteggiamento da tenere o un cambiamento da introdurre nella propria vita per renderla più rispettosa dell’ambiente. Gli incontri di bibliolettura interattiva hanno permesso, oltre all’esperienza interessante e formativa di conoscere direttamente il narratore, un confronto stimolante e propositivo riguardo i temi trattati nel libro e quelli più ampi dell’inquinamento e dell’ambiente in genere. I racconti prodotti durante i laboratori di scrittura sono stati raccolti in un ebook. Durante la mattina del 21 maggio, le classi partecipanti hanno ritirato il premio e hanno assistito alla visione dell’ebook trailer che promuove su internet l’ebook realizzato. Con l’occasione Magic BlueRay ha premiato anche Giovanna Micaglio, Alessandra Benedetti (Istituzione Biblioteche di Roma Capitale, Centro specializzato ragazzi) e Antonio Trimarco (Biblioteca Corviale) per essersi distinti durante l’anno con delle attività volte al rispetto per l’ambiente. In particolare la Mostra itinerante “Il libro a portata di mano” di Giovanna Micaglio e il progetto “Salviamo il pianeta azzurro!” realizzato nella Biblioteca Corviale. L’evento è stato presentato da Dario Amadei e da Paolo Masini consigliere di Roma Capitale.

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domenica 13 maggio 2012

NsBJ - Dario Amadei

Dario Amadei a NonSolo Bossa & Jazz, trasmissione radiofonica di Alfredo Tagliavia e Simone Tiburzi su NonSoloRadio.net

NsBJ - Dario Amadei

sabato 5 maggio 2012

Cose da pazzi di Evelina Santangelo - Recensione di Salvatore Maresca Serra

EVELINA SANTANGELO Cose da pazzi. O “La formazione del giovane Rafael Lomunno”

Evelina Santangelo, scrittrice palermitana e cittadina del mondo, ci consegna un romanzo “di formazione” (a mio giudizio) in un’epoca in cui la sostanza stessa della individualità risulta o risulterebbe morta. Defunta assieme a quegli slanci spirituali, o pedagogici e moralistici che aveva dato prova di possedere integralmente nelle sue sfaccettature – in particolare – il Bildungsroman in altra epoca. Ma che da Gli indifferenti di Moravia ad Agostino, fino ad Arbasino, Fratelli d’Italia, con Italo Calvino poi, Il sentiero dei nidi di ragno, Jean Paul Sartre con L’età della ragione, Pasolini, Ragazzi di vita – per citarne alcuni -, si riappropria nel ‘900 di uno spazio significativo, descrivendo nella narrazione sentimenti, emozioni e turbamenti alla base dell’agire, vivendoli dalla testa dei personaggi, dal di dentro, quindi, della loro individualità.
Individualità intesa (proiettivamente) identità, dimenticata e cancellata dall’oblio del Sé. Un oblio funzionalistico alle nostre attuali culture (o culti) del postmoderno, e della società che lo abita, e che tutti abitiamo, spesso ridotti a mutilati delle domande. Quelle stesse precise domande che riguardano l’identità di ognuno, ognuno immerso senza respiro nel proprio mondo. Evelina Santangelo ci ha già compromessi in passato con la sua letteratura: niente è mai consolatorio e niente è mai conciliante, nel senso di prevedibile o assolutorio. Leggendola non siamo mai al riparo, dalla parte dei giusti, intendo. E le domande, quelle vere, su noi stessi, sul nostro essere nel mondo, ognuno determinandolo a suo modo, possono affatto nascere solo dall’indagine sulla nostra propria formazione. Un questione squisitamente prospettica, che – dopo La lucertola color smeraldo (2003), Il giorno degli orsi volanti (2005), e Senzaterra (2008) – traccia un punto di fuga d’ogni linea precedente: Cose da pazzi: una regia perfetta per una storia da scoprire – letteralmente – nella storia
stessa. Affatto un romanzo dotato di universi paralleli e simultanei. Tutto multidimensionato, ogni rigo, ogni nome, ogni pensiero. E così ogni identità e fatto, da fenomeno a noumeno, spingono imperiosamente dalla massa compatta del libro chiuso per farsi aprire, ma meglio spalancare, e comunicarsi. In una sottilissima tensione narrativa ogni elemento presente si fa, a un tratto, simbolo; metafora; allegoria. Ma solo di se stesso, e mai di altro. Niente è altro da ciò che è, eppure tutto si fa insidiosamente universale, e ci esplora, percorrendo gli spazi della nostra cassa di risonanza, denudandoli kantianamente (“la cosa per me”, das ding für mich). Fino all’ultimo rigo siamo stati accarezzati da una mimesis tanto sapiente da averci celato l’abisso sul quale eravamo sospesi: il Sé profondo. Quello che ci svelano le ultime parole, gli ultimi nomi, le ultime identità: quelle che ci appartengono solo perché noi gli apparteniamo.