mercoledì 29 dicembre 2021

martedì 21 dicembre 2021

Quale libro ti ha fatto il regalo più grande?

Quale libro ti ha fatto il regalo più grande? è stato l'incontro di bibliolettura interattiva prima delle festività natalizie per farci degli auguri davvero speciali come sono state le letture raccontate.


Canto di Natale di Charles Dickens ha regalato a Dario un monito che lo sta accompagnando dal lontano 1966 "Non voglio diventare come Scrooge"
La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk ha regalato a Marianna il coraggio di non perdersi d'animo, il romanticismo, il credere nei sogni e nelle tradizioni
Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov ha regalato a Isabella il senso di giustizia, soprattutto quando ci sentiamo sopraffatti da torti o cose che ci fanno stare male
Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes ha regalato a Laura la consapevolezza dell'importanza del femminile senza creare però conflitto con il maschile
Fondazione di Isaac Asimov ha regalato a Riccardo un mondo che già conosceva ma che si è rivelato una scoperta incredibile: parlare di fantascienza come se fosse vera
Midaregami Il volo di Arturo di Carlo Galiotto e Francesco Archidiacono ha regalato a Claudia la compagnia di cui aveva bisogno e soprattutto l'ha aiutata a non avere paura
Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel ha regalato a Rosalba l'affinità con Tita: perdersi tra emozioni, magia e cucina è dare un senso alla vita
Preghiera per un amico di John Irving ha regalato ad Elena il senso dell'amicizia e la possibilità di sentirsi liberi dai sensi di colpa
Buone feste!

domenica 5 dicembre 2021

Che libro sei, sei stato, o vorresti essere alla Biblioteca Laurentina

Incontro di bibliolettura interattiva Che libro sei, sei stato, o vorresti essere? alla Biblioteca Laurentina Un cerchio magico esplosivo che ha sprigionato emozioni incredibili grazie ai libri proposti. Con una frase abbiamo cercato di raccontarvi quelle storie per farle essere un po' anche le vostre
Grazie a tutti per la partecipazione e buone letture!

Dario è Le Piccole libertà perché bisogna avere il coraggio di disfare una vita che non ci piace
Riccardo è Gli straordinari viaggi di Ibn Battuta perché è un piacere essere attratti dalla scoperta di nuovi mondi
Cesarina è Il colibrì per riflettere sulle fragilità umane e sulla capacità di essere resilienti
Mauro è Per 10 minuti perché è fondamentale fermarsi e trovare dieci minuti per se stessi
Alessandra è Oliva denaro per riflettere sulla condizione delle donne di un'epoca non troppo lontana
Patrizia vorrà essere Finché il caffè è caldo. Rappropriarsi della propria vita, con la consapevolezza che il passato non si può cambiare ma che si hanno nuove narrazioni da cui partire
Morena è Il treno dei bambini. Parole non dette lasciano dubbi che vivono in noi, riuscire ad accettare quei dubbi è un punto di partenza fondamentale
Daniela è Breve storia della scienza per aprire il nostro cervello soprattutto contro quello che viene definito analfabetismo di ritorno
Roberto vorrebbe essere Lo zen e il tiro con l'arco per riappropriarsi della propria vita, essere inseriti nella natura, sentirsene parte
Chiara è stata Ogni passione spenta, letto più di trent'anni fa ma rimasto sempre in lei. Rompere le convenzioni per sentirsi bene con se stessi
Fausto è Fiore di roccia. Mettere le mani ruvide nella terra non è retorica ma è un modo di affrontare la vita
Antonio è Il maestro e Margherita, un libro che scuote dal profondo: c'è l'amore e c'è lo sconvolgimento di presupposti socio politici e culturali
Fiorella è stata Cent'anni di solitudine, il libro che l'ha contagiata e le ha fatto iniziare il cammino nella lettura
Rosi è Semplicemente perfetto, per interrogarsi sui temi umani e come dal dolore ci si può rifiugiare in un mondo evocativo per poi affrontare l'ignoto
Alessandra è stata Non ti muovere della Mazzantini, un libro che le ha scatenato tante emozioni.
Elena è Addio fantasmi per riflettere sulla condizioni dello stare fermi, inermi mentre la vita accade, privi di emozioni




mercoledì 1 dicembre 2021

Gli appuntamenti di dicembre

GLI APPUNTAMENTI DI DICEMBRE  
Sarà un mese con tante occasioni di incontro e condivisioni 
Sabato 4 dicembre alle 10.30 presso lo spazio incontri della Biblioteca Laurentina incontro di bibliolettura interattiva Che libro sei, sei stato, o vorresti essere? per prenotarsi clicca qui https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/che-libro-sei-sei-stato-o-vorresti-essere/29218 
Lunedì 6 dicembre alle 17.00 webinar sull'educazione emotiva con il Centro Phronesis. Ultimi posti disponibili per iscriversi clicca qui https://www.centrophronesis.it/educazione-emotiva/ 
TORNA PIù LIBRI PIù LIBERI alla NUVOLA Saremo in fiera negli stand Castelvecchi editore (STAND C33) e Graphofeel editore (STAND D29) 
Lunedì 20 dicembre alle 19 incontro di bibliolettura interattiva online "Quale libro ti ha fatto il regalo più grande?" Per iscriversi clicca qui https://www.magicblueray.it/catalogo-corsi/formulario/





venerdì 26 novembre 2021

Che libro, sei stato, o vorresti essere... a tavola

L'incontro di bibliolettura interattiva "Che libro, sei stato, o vorresti essere... a tavola" è stato apparecchiato con storie uniche, di rara bellezza, insaporendo una serata all'insegna di belle parole e sorrisi.


A tavola con Dario Amadei c'è Astutillo e il potere dell'anello e non poteva essere altrimenti. Il famoso bambino grasso felice di esserlo ci ha spiegato quanto il cioccolato (e in generale mangiare) sia per lui fonte di quella felicità che gli dà la forza di contrastare anche i bulli della sua scuola. Un libro contro ogni forma di etichette e classificazioni: stare bene con se stessi è tutto.
A tavola con Claudia c'è Caffè Babilonia di Marsha Mehran, un libro che si mastica e che fa viaggiare tra l'Irlanda e l'Iran negli odori e nei sapori della cucina del caffè delle tre sorelle persiane. Quando il cibo è condivisione e la cucina domina il carattere di chi la abita.
A tavola con Marianna Polimene c'è Il segreto della speziale di Sarah Penner. Quando una spezia non è solo un ingrediente che arricchisce un piatto ma può essere un veleno non per tutti, solo per chi ci opprime e denigra. Un'eredità di veleno e vendette al profumo delle spezie.
A tavola con Carolina Ragucci c'è Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. Indimenticabile l'omelette che Pereira andava a mangiare insieme alla limonata, fin quando decide di prenderla con un porto secco e lì avviene il cambiamento. La sensazione di quella descrizione che fa Tabucchi ti entra dentro e non ti lascia, neanche anni dopo averlo letto la prima volta.
A tavola con Isabella c'è Afrodita della Allende. Un libro che non è solo un libro, ma è un viaggio e un ricettario legati all'erotismo e alla sensualità, è un libro che avvicina alla vita. Un susseguirsi di emozioni che si legano ai cibi.
A tavola con Laura Marotta c'è L'inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimee Bender, parole che abbinano il gusto alle emozioni. Un dono, quello della protagonista, che le fa conoscere il legame indissolubile tra chi prepara il cibo e lo stato d'animo che prova mentre cucina.
A tavola con Patrizia c'è L'ultimo chef cinese di Nicole Mones. Il cibo che tiene uniti, quel piacere di stare insieme e condividere quello che si è preparato con cura e attenzione. Ritrovare in quei gesti tanto delicati, le mani delle nostre mamme che creano atmosfere indimenticabili fatte di sapori e amore.
A tavola con Riccardo Castellana c'è Gabriella garofano e cannella di Jorge Amado. Il piacere del cibo è anche piacere dei sensi e come si può scegliere quale cibo mangiare così si dovrebbe allo stesso modo essere liberi di scegliere chi amare. A tavola non può mancare del buon vino, magari servito associato a personaggi famosi come in Vinosofia, una dichiarazione d'amore in 38 bicchieri.
A tavola con Antonio Trimarco c'è Scritto e... mangiato, una raccolta di racconti che sottolinea quanto sia indissolubile il legame tra leggere (scrivere) e mangiare, azioni che si portano avanti con tanta passione e determinazione.
A tavola con Elena Sbaraglia c'è In cucina con Banana Yoshimoto. Non solo in Kitchen, ma anche in altri racconti la Yoshimoto mette al centro la cucina e i piatti della tradizione giapponese, intorno a cui tesse le trame dei protagonisti che vengono pervasi dall'energia di quei cibi e trovano la forza di raggiungere ciò che desiderano.
Buone letture!

giovedì 28 ottobre 2021

Che libro sei, sei stato o vorresti essere? del 27 ottobre 2021

Che libro sei, sei stato, o vorresti essere? di mercoledì 27 ottobre è stato un incontro all'insegna dell'immenso potere dei libri, della cura che le parole che si leggono ci offrono nel momento preciso in cui ne abbiamo bisogno. Sono storie del passato che non lasciano mai del tutto, sono storie presenti che ci aiutano a capire ciò che stiamo vivendo e storie di quello che vorremmo per noi, comprensione e accoglienza.
Dario Amadei è Il museo dell'innocenza di Pamuk, una storia che per lui è arrivata proprio quando doveva arrivare, gli ha fatto compagnia e ne ha dato un'interpretazione più unica che rara.
😃
Laura Marotta è stata La storia infinita di Ende, il potere dei sogni salva il mondo, ma il desiderio salva te stesso. Un libro da leggere e rileggere nelle varie fasi della vita.
🥰
Patriazia O. è stata ed è Il piccolo Lord della Burnett, mantenere intatta la purezza dei bambini per destrutturare quelle sovrastutture mentali che limitano gli adulti, quanto ci farebbe bene.
🙃
Riccardo Castellana è Quando le montagne cantano di Nguyen Phan Que Mai, un libro che lo ha scelto per essere letto e per dar voce a quelle parole così importanti, così cariche di giustizia, di vita.
📣
Rosalba è e vuole essere Lettera ad un bambino mai nato della Fallaci, perché ci sono storie che vanno elaborate, raccontate, fatte vivere dentro noi stessi
❤
Elena Sbaraglia è Le piccole libertà della Gentile, è quei cambiamenti che la vita ti presenta quando sei statica e non riesci a camminare come vorresti per quelle strada meno battute che però desideri tanto.
💪
Buone letture!



 

giovedì 30 settembre 2021

Chiamale se vuoi emozioni... Lo stupore

"... e rimase senza fiato per lo stupore". Da qui chiediamo a bambini e adulti di proseguire nel racconto che stanno per scrivere perché non possiamo e non dobbiamo mai tirarci indietro davanti allo stupore, per noi la più bella e importante emozione che si possa provare. E questi sono i libri che hanno stupito durante l'incontro "Rimanere senza fiato per lo stupore", l'appuntamento di bibliolettura interattiva "Chiamale se vuoi... emozioni". 


Dario Amadei si è lasciato stupire da L'annusatrice di libri di Desy Icardi perché gli ha fatto incontrare un personaggio che mai avrebbe pensato di leggere... ma neanche di scrivere

Laura Marotta si è stupita con La meccanica del cuore di Mathias Malzieu. Lo stupore è il filo conduttore di tutta la storia, che è come un giro di valzer.

Laura Marotta si è stupita anche con Appunti di meccanica celeste di Domenico Dara: quando in esistenze apparentemente monotone ma cariche di vissuti arriva un evento straordinario a stravolgere il quotidiano, stupirsi equivale ad indossare un paio di occhiali nuovi che vanno vedere il mondo in modo diverso.

Riccardo Castellana si è lasciato stupire da Storia di un boxeur latino di Gianni Minà, la sua autobiografia, un tripudio di pagine che stupiscono il lettore parola dopo parola, foto dopo foto, perché anche se è la nostra vita non possiamo smettere di guardarla con stupore.

Elena Sbaraglia si è stupita con Gli ingredienti segreti dell'amore di Nicolas Barreau perché chi non vorrebbe un giorno aprire un libro a caso e trovarsi descritto nei minimi particolare per esclamare con stupore dirsi: "Ma sono io!".

Buona lettura

giovedì 19 agosto 2021

Guarire con Basile: recensione di Michela Zanarella

La recensione di Michela Zanarella su Brainstorming Culturale - Magazine di Arte e Cultura di Guarire con Basile Dodici fiabe per conoscerci meglio, tradotte e commentate da Dario Amadei, Castelvecchi editore



mercoledì 4 agosto 2021

#senzaunlibromai di Laura Marotta: La pietra del gallo in "Guarire con Basile"

E con la fiaba La pietra del gallo (se sei nella rovina più nera può capitare che tu debba recidere legami forti che ti tengono però immobilizzato - nella fiaba il protagonista ucciderà il suo amato gallo - e iniziare un percorso lungo e faticoso per acquisire la piena consapevolezza delle tue potenzialità - simboleggiate nella fiaba da una pietra magica) finisce il mio appuntamento (quasi) quotidiano in compagnia di una fiaba di Giambattista Basile.
"(...) attese che il Sole uscisse a somministrare al Cielo le pillole dorate per purgarlo dell'ombra"
"(...) e prima che il Sole insegnasse ai suoi cavalli a saltare nel cerchio dello zodiaco scese per la stessa scala d'oro"
"Quando la Notte stese i suoi vestiti neri per preservarli dalle tarme e venne il principe (...)"
"Ogni mattina, quando il Sole con l'esca della luce nel suo amo d'oro pescava le ombre della Notte, prese a recarsi o alla marina di Chiaia o al mercato del pesce"
Laura Marotta

#senzaunlibromai di Laura Marotta: Ninnillo e Nennella in "Guarire con Basile"

Una storia di sfortuna, degrado e miseria. Una famiglia felice viene sconvolta dalla morte della moglie/mamma. Quanti papà (o, a generi invertiti, mamme) di oggi non sarebbero similmente andati nel pallone: precarietà economica, paura della solitudine, un lutto da elaborare con l'aggiunta di due bimbi piccoli piccoli da crescere!! E il resto viene da sé, miseria, liti, egoismo, gelosie, paure, insicurezze, dipendenze affettive, violenze psicologiche, insomma scene di degrado familiare purtroppo troppo frequenti anche ai nostri giorni. Paradossalmente i due fratellini, che altrimenti sarebbero stati segnati indelebilmente dal contesto familiare, si salvano proprio grazie all'abbandono che permetterà ad altri adulti "più stabili" di inserirsi e di fornire l'amore e la protezione necessarie ad ogni bambino per uno sviluppo sereno. Forse non era nelle intenzioni di Basile ma io voglio leggere in questa fiaba anche un elogio all'istituto dell'affido familiare, al volontariato con i bimbi in condizioni di fragilità e a tutti coloro che, davanti ad una famiglia in sofferenza, offrono piccoli ma concreti aiuti per evitare che le tensioni sfocino in tragedia.
(Dario Amadei, Guarire con Basile)
Laura Marotta



#senzaunlibromai di Laura Marotta: Il serpente in "Guarire con Basile"

Eccomi. Io ho colto che l'accoglienza ai bimbi abbandonati (magari perché con un handicap) appaga il desiderio di genitorialità frustrato e ... salva i matrimoni, che l'appoggio incondizionato dei genitori ai sogni dei figli li aiuta sbocciare mentre le interferenze e il voler salvare le apparenze li distrugge, che non si può gettare via ciò che di mostruoso siamo stati senza un'elaborazione consapevole e soprattutto nessuno può farlo al posto nostro, che ama davvero solo chi coglie l'essenza oltre l'apparenza e che per realizzare i nostri sogni dobbiamo anche saper accettare di far soffrire o deludere chi ci sta vicino (magari ai passerotti e alla volpe io avrei chiesto solo qualche goccia del loro sangue, ma va bene così, persino le principesse sono esseri umani con pregi e difetti).
(Dario Amadei, Guarire con Basile)
Laura Marotta


#senzaunlibromai di Laura Marotta: Il corvo in "Guarire con Basile"

Il bosco impenetrabile e l'innamoramento sotto "mentite spoglie" mi hanno fatto immediatamente pensare a un qualche desiderio represso in chi sa quale parte ben nascosta del subconscio, desiderio che il re non ha avuto il coraggio di confessare neppure a sé stesso. MALE, MOLTO MOLTO MALE! Non "guardandolo in faccia" e non "chiamandolo per nome", per appagarlo egli ha dovuto trovare mille altre contorte vie e far soffrire le persone che amava ("amava"?... mmmmm, meglio se diciamo "che lo amavano"). Per fortuna, che abbiamo sempre una buona scorta di "magia" che ci viene in soccorso quando non sappiamo più dove sbattere la testa.
Bella questa fiaba, a parte i due bimbetti innocenti, non ci sono "belle statuine" e tutti i personaggi hanno un ruolo abbastanza attivo nel compimento della storia.
(Dario Amadei, Guarire con Basile)
Laura Marotta

venerdì 23 luglio 2021

#senzaunlibromai di Laura Marotta: Sole, Luna e Talia in "Guarire con Basile"

Ieri era il turno di ‘SOLE, LUNA e TALIA’.
Una fiaba cruda e attuale che ha ispirato le belle addormentate di tutte le storie successive.
Uno spaccato sulla crudeltà e l'egoismo dell'uomo e sulle nostre immense capacità di adattamento e sopravvivenza - che nella fiaba sono simboleggiate da alcune fate che appaiono magicamente - persino nelle situazioni più rischiose e apparentemente senza via d'uscita.
Un padre che abbandona la figlia nel momento in cui questa è completamente indifesa pur di non affrontare la propria sofferenza e le proprie responsabilità.
(N.d.r. non che ci sia bisogno di una fiaba per ribadirlo, per proteggere i figli bisognerebbe parlar loro dei pericoli della vita e prepararli ad affrontarli, altro che illudersi di aver rimosso ogni possible ostacolo, cosa questa che li rende, appunto, solo belli e addormentati.)
Un re che è incapace di controllare i propri capricci e vizi e che stupra una fanciulla immersa nel sonno più profondo semplicemente perché lui è potente, lei è bella e non ci sono testimoni... e che non te lo togli lo sfizio??!! Poi però se ne dimentica. ‘Più poi’ però se ne ricorda e torna a vedere se c'è ancora margine per ‘dilettarsi’ un altro po'...
Una fanciulla buona, sicuramente troppo ingenua, che alla fine riesce a uscire dallo schema "così vuole il destino per te" e riprendersi la vita mentre il resto del mondo la piange già morta, che ama senza indugiare i figli anche se li ha avuti da una violenza carnale di cui non ha memoria.
(N.d.r.-bis vi immaginate quali sarebbero i commenti oggi? “Ma quale violenza, l'ha ammaliato lei, si è fatta mettere incinta e così l'ha incastrato,...”, tanto più che Talia si lascerà sedurre dal suo violentatore e lo sposerà, “doveva denunciare subito!”)
Una moglie tradita che invece di solidarizzare con la vittima di qell'essere viscido che ha accanto, il re violentatore, trama per uccidere una fanciulla e due bimbi innocenti.
E, per fortuna, chi, anche nell'assurdità della situazione raccontata, non smarrisce né il senno né il cuore: un cuoco che sa disubbidire e che non accetta di sacrificare due bimbi innocenti alla sete di vendetta di una regina malvagia.
Insomma, il mondo così com'è: egoisti, malvagi, creduloni, vittime innocenti ma anche brave persone che con un semplice gesto di disobbedienza mandano avanti il mondo intero.
(Dario Amadei, Guarire con Basile)
Laura Marotta

[Illustrazione di Mascia Kurbatova]

#senzaunlibromai di Laura Marotta: La gatta Cenerentola in "Guarire con Basile"

Della fiaba di Cenerentola ho sempre mal retto che il destino benevolo di una ragazza dovesse arrivare ‘via principe innamorato’.Erano altri tempi, si dirà: già ma quelle favole le raccontiamo alle bimbe di oggi, così come le leggevano a me da bambina, spesso senza stimolare nessuna riflessione critica sul tema. Insomma, tu femmina, anche nella sventura, pensa solo ad apparire bella e accalappiati un buon partito...
Tuttavia, nella fiaba originale, ‘La Gatta Cenerentola’ di Giambattista Basile potremmo dire che la protagonista, Zerzolla, nei lunghi anni della sventura, non se ne sta certo con le mani in mano ad autocommiserarsi ma, al contrario, costruisce da sé la propria salvezza con azioni sempre molto coraggiose, talvolta addirittura brutali ed esecrabili: per esempio quando uccide la madre perfida con l'inganno o quando, per ben tre volte, decide di sfuggire dalle intenzioni del re innamorato perso della sua bellezza e riesce a seminare, con stratagemmi magici (che altro non rappresentano se non le nostre infinite risorse interiori), i servitori reali che le danno la caccia.
Certo, alla fine dovrà sposarlo quel re invaghito perso - difficilmente a un re, nel Seicento napoletano, potevi opporre impunemente un rifiuto - ma non ho dubbi che una fanciulla così determinata saprà, anche a corte, trovare il modo per esigere i propri spazi di benessere e autoaffermazione proprio come da bambina aveva saputo sottrarsi ai condizionamenti soffocanti della madre prima e dell'educatrice tanto amata poi (e già, anche chi ci vuol tanto bene non è detto che abbia le capacità di ‘lasciarci sbocciare’ come vorremmo e meriteremmo).
Ultima nota: queste favole su Cenerentola sono tutte intrise di sgradevolissima ‘cultura patriarcale’ però poi, nei fatti, sti maschi so' tutti mosci da morire e fanno spesso solo la figura delle belle statuine e dei bimbi capricciosi. La ‘cancel culture’ ce la risparmiamo volentieri ma sempre dovremmo accompagnare la lettura di queste fiabe ‘d'altri tempi’ con riflessioni più ‘contemporanee’.
«Che cosa desideri?» domandò.
Zezolla rispose che desiderava uscir qualche volta di casa, senza che le sorelle lo sapessero.
«Quando vorrai farlo» rispose la fata «vieni alla pianta e ripeti: dattero mio dorato, con la zappetta d'oro t'ho zappato, con il secchiello d'oro innaffiato e con la seta t'ho asciugato. Spoglia te e vesti me! Quando poi vorrai riprendere i tuoi soliti abiti, devi solo cambiare l'ultimo verso e dire: spoglia me e vesti te!».
(La Gatta Cenerentola, Guarire con Basile, Dario Amadei)
Laura Marotta



domenica 11 luglio 2021

Guarire con Basile: le fiabe che curano

Voglio raccontarvi di un uomo che nelle parole ha trovato il senso della vita, anche quando il suo professore di biologia gli diceva che il senso della vita è vivere, prerogativa fisiologica di tutti gli organismi. Voglio raccontarvi di un uomo che nella scienza, nella medicina ha sempre dato spazio all'anima e non solo al corpo, che nelle persone che incontra legge le loro storie e non si sofferma sulle maschere che indossano. Di un uomo che è un profondo conoscitore e stimatore delle fiabe intese non solo da un punto di vista letterario ma antropologico e psichico, perché ha sentito l'immenso potere che scaturisce da loro, lo ha interiorizzato e verbalizzato per donarlo a tutti quelli che hanno occhi per guardare, orecchie per sentire, mani per toccare, bocca per gustare e naso per odorare le parole. 
Sto parlando del cacciatore di storie che nel suo nuovo scritto ha riportato alla luce, traducendole dal dialetto napoletano del seicento, le fiabe di Gianbattista Basile, padre a cui hanno attinto i narratori successivi, come i Grimm. 
Guarire con Basile Dodici fiabe per conoscerci meglio, tradotte e commentate da Dario Amadei è il libro che consiglio a tutti di leggere per regalarsi un mondo leggendario e per ritrovare, in quelle atmosfere lontane, qualcosa di noi, di attuale e di andare oltre gli ostacoli, le brutture, i pregiudizi che, nel mondo moderno, ci travolgono.
«Da qualche anno ho cominciato a leggere le fiabe di Basile con grande interesse, familiarizzando pian piano con l’affascinante dialetto originale e, aiutato anche dalla meravigliosa traduzione di Benedetto Croce, ho sentito l’esigenza di raccontarle a parole mie nell’italiano del ventunesimo secolo, scoprendo riga dopo riga la grande attualità dei messaggi che contengono» dice Dario Amadei «Ne ho selezionate alcune che sicuramente vi sorprenderanno per tanti motivi e le ho raccontate in questo libro, accompagnandole con delle mie considerazioni che potranno essere degli spunti di riflessione, utili forse a comprendere meglio noi stessi e gli altri».

sabato 26 giugno 2021

Chiamale se vuoi emozioni... La gioia

Sprizzare gioia da tutti i pori non è solo un modo di dire è uno stile di vita e le storie dei libri proposti durante l'incontro "L'immenso potere della gioia", l'appuntamento di bibliolettura interattiva "Chiamale se vuoi... emozioni", ce lo raccontano attraverso infinite sfumature e negli svariati contesti in cui questa emozioni si manifesta.
Buona lettura!

In un'atmosfera di tempo dilatato, un'esplosione di gioia dovuta alle tante coincidenze che accadono ai personaggi grazie alla magia di Marcel.
Il porto dei sogni incrociati di Bjorn Larsson dalle parole di Dario Amadei

La gioia di fare divertendosi. Operare un cambiamento su se stessi per riscoprirsi felici con vite gioiose.
Giulia 1300 di Fabio Bartolomei dalle parole di Claudia

Dopo l'orrore della guerra, ripercorrere a ritroso un viaggio per arrivare a provare una gioia nuova grazie anche agli affetti ritrovati. Il senso della gioia è anche nel mangiare, un vero tripudio di sensi gustativi.
Una volta ero un soldato di Claude Anshin Thomas e I segreti della tavola di Montalbano di Stefania Campo dalle parole di Riccardo Castellana

Realizzare un museo con le parole. Ricordare, rivedere, rileggere brani, versi più o meno noti provoca al lettore una gioia appagante.
Il museo della lingua italiana di Giuseppe Antonelli dalle parole di Carolina Ragucci

Un libro che emana endorfine, un concentrato di elementi che contengono gioia per una famiglia sopra le righe che butta tutto in caciara.
La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell dalle parole di Laura Marotta

Poter tornare indietro, recuperare, chiarire, ritrovare sono tutte possibilità che quando capitano ti lasciano addosso una gioia pura.
Finché il caffé è caldo di Toshikazu Kawaguchi dalle parole di Rosalba

Quando la felicità si può solo immaginare perché il mondo che si abita è ostile, si aprono tutti i pori sensoriali e si indossa l'abito della gioia che quotidianamente regala nuove possibilità.
Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery dalle parole di Elena Sbaraglia

mercoledì 16 giugno 2021

Renoir: un viaggio nelle storie con Massimo Laganà

Molti di voi conoscono Massimo Laganà come giornalista e come commentatore social attento e sagace, noi di Magic BlueRay abbiamo avuto il piacere di conoscerlo anche come narratore attraverso la sua raccolta di racconti Renoir, edito da Morellini. È un viaggio fisico da Bergamo a Reggio Calabria, da Roma a Lampedusa, da Milano a Napoli e ancora Ravenna, Bologna, Genova, è un viaggio musicale attraverso strofe di canzoni che diventano vissuti, modi di dire, compagne dei protagonisti ed è un viaggio nella commedia umana, quella sulla quale spesso stendiamo un velo semitrasparente, perché scontrarsi con se stessi per crescere o per cambiare non è mai facile. E allora facciamo amicizia con i suoi personaggi che indossano scarpe che anche noi abbiamo indossato e percorrono strade che anche noi abbiamo intrapreso a volte ragionando sui perché, altre volte lasciandoci vivere, perché:
«In fondo sei come tutti. Spaventato dal mondo e biso­gnoso di affetto [...]».
Originale il suo stile, quel “tu” dato ai personaggi per raccontare le loro storie si trasforma in un “tu” rivolto al lettore a cui non resta che seguire il corso delle parole e abitare quei luoghi descritti con tanta attenzione e cura.
«Vi proiettate sotto i protettivi portici di via dell’Indi­pendenza. Hai sempre amato le strutture di spazio chiuse, recintate. Ti attutiscono il malessere esistenziale. È come mettere ordine sulla tua scrivania. Le gallerie petroniane sono un buon antidoto al caos della vita post-moderna. Di sicuro smorzano le tue ansie. Benché ti demoralizzi quanto basta l’inquietante e inesorabile omologazione commerciale della città. Di tutte le città. Nel centro di Bo­logna non si perde neanche un bambino, cantava Lucio Dalla».
L'invito è quello di aprire il libro e perdersi in quei luoghi tanto familiari quanto sconosciuti che, nell'insieme, definiscono il nostro animo umano.
«Le sto spiegando che noi esseri umani siamo fatti come siamo fatti. E forse siamo fatti male, come diceva il grande Eduardo. Ognuno di noi pensa fondamentalmen­te a se stesso. Non ha senso vivere con il dito puntato, per rinfacciarcelo a vicenda».
Buona lettura
Dario Amadei e Elena Sbaraglia

martedì 1 giugno 2021

Chiamale se vuoi emozioni... la tristezza

"Tristezza, per favore vai via", l'appuntamento di bibliolettura interattiva "Chiamale se vuoi... emozioni", ha raccontato di storie in cui la tristezza è come un passaggio nella nebbia (cit. di Laura) ma per fortuna, alla fine del cammino, risplende la luce.


Quando si pensa di essere arrivati al capolinea, la può cambiare il suo corso all'improvviso, trovando motivazioni ed energie per esorcizzare la tristezza. La tentazione di essere felici, Lorenzo Marone, raccontato da Dario Amadei
Sfidare quell'infelicità che vorrebbe annientare con determinazione ed una imprevedibile violenza. L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, raccontato da Rosalba
Porsi delle mete fino a diventarne schiavi perché se non si raggiungono si sprofonda in una tristezza che non lascia scampo. La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo, raccontato da Claudia
Quando un avvenimento triste fa crescere e capire che donarsi agli altri è sempre vincente. Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia, raccontato da Carolina Ragucci
Anche quando tristezza e solitudine crescono intorno come muffa, c'è la possibilità di rovesciare la situazione ed evolvere. Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman, raccontato da Ester Iandoli
A volte la tristezza è un masso legato al cuore che fa affondare in profondità, perché si vive per accontentare gli altri e non si seguono i propri desideri. Io sono Gesù di Giosuè Calaciura, raccontato da Laura Marotta
Non è tristezza, è saudade per ciò che è stato, una nostalgia del bello che, anche se non può tornare, è stato comunque vissuto. È finito il nostro carnevale di Fabio Stassi, raccontato da Riccardo Castellana
Cos'è quella strana sensazione che non permette di abitare luoghi felici e spensierati e attira verso luoghi tristi e bui? Conoscere la verità renderà forse le persone libere dalla tristezza? Presagio triste di Banana Yoshimoto, raccontato da Elena Sbaraglia
Buona lettura

domenica 9 maggio 2021

Chiamale se vuoi emozioni... la paura

Chiamale se vuoi... emozioni con "Viaggio nell'emozione della paura" ci ha fatto scoprire dei libri che ci hanno scelto per raccontare le paure che fanno parte di noi ma che non devono frenare il nostro cammino.
Buona lettura!

 
L'imprevisto che fa paura, ciò che non si conosce spaventa e il tarlo della paura logora. I ragazzi che se ne andarono di casa in cerca della paura di Mark Haddon dalle parole di Dario Amadei
Il sentirsi invisibili, la paura e il dolore di non essere capita, crescere con vuoti difficili da colmare. L'estate dell'innocenza di Clara Sanchez dalle parole di Rosalba
Quattro paure diverse che giungono alla conclusione di gustarsi la vita sorso dopo sorso, perché non tutto si può controllare. Finché il caffé è caldo di Toshikazu Kawaguchi dalle parole di Claudia
Paura di vivere, di non sentirsi adatti alla società, specchiarsi nelle paure dell'altro, ma poi scegliere di smettere di avere paura della paura. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano dalle parole di Laura Marotta
La paura della diversità e la paura viscerale, quella vera che si prova quando si combatte una guerra non voluta e si desidera invece poter essere altrove. Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesey e Ancora un giorno di Ryszard Kapuscinski dalle parole di Riccardo Castellana
Quei timori e quelle paure che ci fanno indossare una corazza per non farci raggiungere, somigliare a dei cactus che invece ci fanno capire che le loro spine non servono a proteggersi... La felicità del cactus di Sarah Haywood dalle parole di Elena Sbaraglia

martedì 27 aprile 2021

Schegge di Nati per raccontare: Ascoltare le storie in dialogo con Chiara Pugliese

Chiara Pugliese racconta libri, li legge, parla con chi li ha scritti, alternando alla sua voce quella di scrittori e lettori che vengono ospitati nella sua Radio Blog

La voce delle storie... per rivedere la puntata vai sulla pagina di Nati per raccontare o, se non hai facebook, clicca qui



sabato 10 aprile 2021

Chiamale se vuoi emozioni... La rabbia

Chiamale se vuoi... emozioni è il nuovo PerCorso di bibliolettura interattiva che si è aperto con "Impariamo a gestire la rabbia" e quelli che vedete sono i libri che ci hanno scelto per raccontare le diverse sfaccettature di questa emozione che dobbiamo riconoscere e farci amica
Come un respiro di Ferzan Ozpetek. Dario Amadei ci racconta come la rabbia sia nel libro un'emozione dominante proprio a causa di alcuni corto circuiti emotivi che hanno cambiato la vita dei personaggi
I pilastri della terra di Ken Follett e Anna dei Miracoli di Ana Juan. Laura Marotta contrappone il piacere che provano quelli che esercitano il potere contro i più deboli alla rabbia interiore provata da chi non riesce a comunicare ciò che prova
Contro un mondo senza amore di Susan Abulhawa e Giuda di Amos Oz. Claudia ci racconta la rabbia storica, che forse non avrà mai fine, dei popoli palestinese e israeliano e quella di Giuda, che non potranno trovare mai conforto
La valle dell'Eden di John Steinbeck. Per Riccardo Castellana la rabbia trasuda in rivoli, non è una cascata, a volte prevarica, altre volte viene repressa, ma di certo è il filo conduttore delle vite di tutti
Vergine giurata di Elvira Dones. Carolina Ragucci ci racconta un'altra faccia della rabbia, quella che nasce per una presa di coscienza, dettata dalla consapevolezza che scegliere di essere altro da sé è sopravvivenza
La stanza di sopra di Rosella Postorino. Elena Sbaraglia ci racconta una rabbia che è linguaggio di quel dolore, di quell'impotenza che non si possono manifestare in altro modo, anche se significa andare contro se stessi
Buona lettura!


venerdì 5 marzo 2021

Come sviluppare le proprie potenzialità

Il percorso di bibliolettura interattiva e indagine narrativa sul benessere si chiude con "Come sviluppare le proprie potenzialità" e le storie raccontate durante la serata hanno regalato ai partecipanti quella forza di perseguire i propri obiettivi e sviluppare le proprie potenzialità, far crescere le proprie aspirazioni con coraggio e superando quelle paure che ci bloccano e ci fanno stare fermi. Attraverso le varie tappe, i libri scelti ci hanno indicato il cammino e quel senso benefico ci ha raggiunto. Grazie storie, grazie emozioni. Buona lettura!

Ne Il sentiero dei profumi di Cristina Caboni Dario Amadei ci invita a capire, a trovare il proprio potenziale e a seguirlo, credendoci, senza mai mortificarlo, proprio come fa la protagonista del romanzo.
In Just Kids di Patti Smith, Laura Cerioni ci racconta di come la protagonista abbia dato vita alle sue aspirazioni di esprimersi, non tanto per il successo, quanto proprio per esprimere la sua creatività.
Il nostro iceberg si sta sciogliendo di John Kotter e Intanto tu crescevi di Antonio Ghirelli sembrano libri distanti tra loro, Riccardo Castellana però ci ha trovato un linguaggio comune, quello che spinge a vedere i cambiamenti come opportunità anche per credere e sviluppare le proprie potenzialità.
Da Animali a Dei di Yuval Noah Harari è la storia del potenziale umano, come ci dice Claudia. Eventi casuali possono far scoprire le potenzialità, poi è la forza dell'immaginazione che le sviluppa e le concretizza.
Ne Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mak Haddon, Claudia Marotta ci racconta che si arriva a scoprire le proprie potenzialità superando le proprie paure, a passi piccoli, ma costanti.
In the Help di Kathryn Stochett, Carolina Ragucci ci invita a riflettere sul percorso che intraprende la protagonista: anche quando non si crede di avere una potenzialità ma si desidera qualcosa, è il momento di crederci e di non demordere per ottenerla.
Pomodori verdi fritti al caffé di Whistle Stop di Fannie Flagg è uno dei libri totem di Elena Sbaraglia che, attraverso Evelyn, invita a credere e a far emergere le proprie potenzialità anche quando si pensa di non avere più tempo, perché non ci sono limiti ad essere ciò che vogliamo essere se non quelli che noi stessi ci poniamo.

sabato 6 febbraio 2021

Come gestire il fallimento

L'argomento del quinto incontro di bibliolettura interattiva e indagine narrativa sul benessere è stato "Come gestire il fallimento" e le storie che si sono fatte scegliere per la serata hanno dato le risposte che i partecipanti cercavano, perché in fondo la vita è quello che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti. Tante emozioni, riflessioni e sorrisi. 
Mr Vertigo e Il giovane Holden (che Dario vorrebbe ogni volta abbracciare) attraverso le parole di Dario Amadei ci dicono che quando un ragazzo fallisce per colpa delle etichette che gli adulti gli hanno attaccato, fallisce tutta la società.
Le vergini suicide attraverso le parole di Claudia ci raccontano il fallimento di una famiglia con la classica mentalità bigotta americana, ma anche il decadimento della società tutta che ha chiuso gli occhi anche davanti alla disgregazione fisica di una casa, di un quartiere, di una città.
Eccomi attraverso le parole di Laura Marotta ci racconta di come una delusione non deve necessariamente essere deludente, di come il fallimento per un matrimonio che si sgretola non necessariamente determina una fine perché da qualche parte c'è sempre l'energia per risollevarsi.
La rilegatrice di storie perdute attraverso le parole di Carolina Ragucci ci racconta che per uscire dal fallimento di un matrimonio rimasto schiacciato da una asfissiante routine, occorre aggrapparsi ad un sogno, ad una passione che ci mostra una nuova realtà, quella che sentiamo nostra.
A walk on the wild side è un concentrato di fallimenti che attraverso le parole di Riccardo Castellana ci racconta che, a volte, per quanto ci si sforzi di riscattarsi da condizioni difficili, non si riesce ad uscire dal pantano dei fallimenti, anche a causa del contesto storico-sociale in cui si vive.
Madame Bovary e Martin Eden, attraverso le parole di Laura Cerioni, ci raccontano storie all'insegna di grandi sogni e dell'incapacità di vedere la realtà per quella che è. Schiacciati dai sogni quando sono troppo grandi, non ci si accorge del valore del piccolo, dell'importanza di privilegiare il viaggio verso un obiettivo e non l'obiettivo stesso.
Dai diamanti non nasce niente attraverso le parole di Elena Sbaraglia ci racconta di come il giardiniere, per sua natura, è proiettato in avanti, sa aspettare, ha fiducia in qualcosa che ancora non esiste. Nel giardinaggio, così come nella vita, c'è sempre la possibilità di fallire, di non raggiungere il risultato voluto, ma si può guardare avanti, si può continuare a rischiare.
Buona lettura!

venerdì 29 gennaio 2021

Archiviare i saperi: conservare la memoria in continuità con il futuro

La documentazione è parte dell’esperienza educativa di bambini e adulti nel percorso 0-6 e nelle scuole di ogni ordine e grado. Per i bambini la rielaborazione/documentazione delle proprie esperienze (attrav
erso verbalizzazioni, produzione di immagini, costruzione di plastici, rielaborazione di sequenze ed eventi) è una potente forma di apprendimento che permette di rendere visibili e comunicabili le proprie conquiste conoscitive. Gli adulti, attraverso la documentazione, raccolgono materiali e tracce che consentono di narrare il percorso compiuto, i traguardi raggiunti, il tratto di strada ancora da affrontare, il confronto tra ciò che era prima e ciò che è ora. La documentazione realizzata in itinere viene rivista, ricostruita, risignificata, valutata e interpretata nel confronto e con il contributo di diversi punti di vista per progettare nuovi contesti che evolvono nelle zone di sviluppo potenziali emerse dall’osservazione. I documenti raccolti, nella loro analisi e discussione collegiale, diventano materiali per l’aggiornamento degli insegnanti ed educatori, strumenti educativi per i bambini (per ripercorrere insieme i loro percorsi di elaborazione e per lasciarne memorie nello spazio) e oggetto dello scambio comunicativo con i genitori.
Per me la documentazione è sempre stata un’esigenza primaria durante i miei laboratori scolastici. Sin dall’inizio ho ritenuto importante produrre qualcosa di concreto che coronasse il lavoro svolto, certificandone la qualità e gratificando i bambini, i loro genitori e il gruppo educativo.
“Tante ore di lavoro, tanto impegno da parte dei partecipanti, devono per forza produrre qualcosa di concreto” pensavo “il laboratorio non può finire nel nulla altrimenti sarebbe fiato sprecato”.
Non è stato facile identificare il prodotto giusto, ma alla fine ci sono riuscito, grazie anche alla collaborazione con Elena Sbaraglia che è stata decisiva. Nei laboratori di narrazione creativa siamo partiti quasi vent’anni fa, facendo le fotocopie dei testi scritti a penna e dei disegni colorati con i pastelli dai bambini, che venivano poi spillati insieme. Si realizzavano dei manoscritti anche abbastanza corposi, molto disordinati e un po’ raccogliticci che inevitabilmente si sfogliavano male e dei cartelloni sicuramente belli che però escludevano gran parte della storia. Non era nemmeno da trascurare il costo delle fotocopie, molte delle quali a colori e il tempo sprecato per fare fotocopie per l’intera classe. Insomma un documento finale veramente insoddisfacente, bisognava inventarsi qualcosa di nuovo. Così ho cominciato a trasferire nel mio pc sia i testi che i disegni e il risultato finale era un file che veniva stampato e poi spillato o rilegato in maniera rudimentale, a volte anche con l’intervento di una tipografia quando i genitori si entusiasmavano particolarmente per il lavoro dei loro figli. Ma c’erano sempre dei costi spesso non trascurabili, compreso il consumo della cartuccia della stampante se si faceva una stampa domestica.
La svolta è arrivata con il progetto “Dieci mosse per salvare il pianeta”, un lavoro molto bello, citato anche sul sito dell’Unesco. Il risultato finale era di novantanove pagine, tutte a colori veramente costose da stampare e così ho avuto un’intuizione: l’ho trasformato in una presentazione power point trasferita in un floppy disc che poteva essere proiettato durante un evento con i genitori, copiato con pochi spiccioli per tutti i bambini che poi avrebbero potuto sfogliarlo a loro piacimento sul loro pc. 
È stato un successo e la strada ormai era tracciata e i documenti hanno subito un’impennata con il miglioramento dei mezzi a disposizione e con l’avvento di Elena Sbaraglia, che negli anni è diventata una specialista in videoracconti. Le presentazioni sono diventate video realizzati con programmi sempre più sofisticati che ci hanno permesso di inserire effetti speciali, colonne sonore e tracce audio. I video sono stati caricati su youtube nel nostro canale e così i bambini hanno potuto guardarli a loro piacimento senza nemmeno ricorrere al Dvd e la nostra tecnica è stata argomento delle tesi di laurea in Scienze della Formazione di tre insegnanti che avevano collaborato con noi e questo ovviamente ci ha fatto molto piacere, perché ci ha fatto capire di essere sulla strada giusta, ma non ci sentiamo mai arrivati, perché pensiamo che nella vita ci si debba sempre migliorare.
Dario Amadei

sabato 16 gennaio 2021

Come avere fiducia in se stessi e negli altri

"Come avere fiducia in se stessi e negli altri" è stato il quarto incontro di bibliolettura interattiva e indagine narrativa sul benessere. Le letture scelte dai partecipanti hanno dato vita ad un'interazione intensa e ricca di riflessioni, grazie alle quali siamo riusciti a rispondere alle tante domande sul significato profondo di fiducia. 
Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa DIffenbaugh, per Dario Amadei, è il libro della fiducia. La storia di una bambina priva di fiducia in se stessa e negli altri, che, dopo continue reazioni violente verso le sfide che la vita le pone davanti, riuscirà finalmente a fare amicizia con la fiducia grazie alla scoperta di una sua qualità: la conoscenza del linguaggio segreto dei fiori, grazie alla quale capirà di potersi fidare di se stessa ma anche che gli altri ripongono fiducia in lei. 
Il ragazzo invisibile per Carolina Ragucci è il libro che racconta di un ragazzo sfiduciato, un po' timido, incapace di reagire alle difficoltà, che grazie ad un'esperienza, che protremmo definire magica, rafforza la fiducia in se stesso e comprende come farsi strada nella vita. 
Il signore degli anelli di Tolkien per Claudia è arrivato nel momento di massima sfiducia e, come sempre accade quando veniamo scelti dai libri, ha posto le basi per comprendere il significato della fiducia: credere in se stessi, affidarsi agli altri e dare valore all'amicizia. 
Non buttiamoci già di Nick Hornby per Riccardo Castellana è la storia giusta per far capire che quando si è persa completamente la fiducia in se stessi e negli altri, si possono fare degli incontri inaspettati tra persone completamente diverse tra loro che però creano una sintonia tale da far riacquisire la fiducia, dandosi il giusto tempo. 
Il Golem di Elie Wiesel, invece, sempre per Riccardo, racconta il legame tra fede e fiducia: infondere fiducia alle persone invitandole a credere. 
Divergent di Veronica Roth per Laura Marotta è quel romanzo che, grazie alla protagonista Beatrice e al suo mondo distopico, riusciamo a comprendere che sì, esistono le difficoltà e gli aspetti negativi e che questi si possono superare non nascondendo le proprie debolezze ma accettandole. Non serve indossare il mantello dei supereroi, perché è già in noi. 
Un'estate con la strega dell'Ovest di Kaho Nashiki è il libro che per Elena Sbaraglia invita a riflettere su come, troppo spesso, la diffidenza verso gli altri e verso le nostre capacità ci isola e non ci fa vedere oltre, ma grazie ai giusti insegnamenti e ad un buon allenamento, si potranno rivelare tante meraviglie invisibili che ci faranno acquisire sicurezza in noi stessi e fiducia negli altri.
Buona lettura

sabato 2 gennaio 2021

Abbrutimento social(e)

Per quelli della mia generazione, cresciuti televisivamente parlando con le americane Dallas, Sentieri, Santa Barbara e con le sudamericane Topazio, Manuela, Anche i ricchi piangono e poi con Beverly Hills 90210, Melrose Place (solo per citarne alcune) fino ad arrivare alla primissima serie televisiva Lost, che è stata uno spartiacque tra le vecchie telenovelas, o soap opera che dir si voglia e le nuove serie tv, rimane un mondo abbastanza sconosciuto tutto quello che ruota intorno a queste ultime e che porta il nome di Fandom, una comunità di appassionati (o vogliamo chiamarli ossessionati?) che aleggiano intorno ai loro personaggi, montando situazioni pseudoreali che viaggiano in parallelo con quelle delle fiction. Ai nostri tempi, dicevo, il massimo della nostra “ossessione” era andare a comprare Cioè in edicola e appendere sulla parete della nostra camera il poster del nostro beniamino e scambarci con le amiche qualche commento, sogno o risata. Non voglio fare la nostalgica, perché vivo anche io nel mondo social con tutte e due le scarpe e non demonizzo la tecnologia, tutt'altro, so che i tempi evolvono e tutto, a livello mediatico, viene esposto e sovraesposto, troppo spesso senza filtri. 
Penso, però, che io e molti come me abbiamo gli strumenti per difenderci e per saper stare con discrezione in queste new community. Non tutti, ovvio, altrimenti non dovremmo inorridire per le gogne che debbono subire alcune persone, l'ultima in ordine di tempo la prima infermiera ad essere vaccinata contro il Covid, solo perché i cosiddetti “leoni da tastiera” (termine a mio avviso inappropriato perché i leoni sono animali intelligenti che attaccano solo se attaccati o per procacciarsi il cibo) non condividono quel pensiero o quell'azione e si sentono in dovere di attaccare solo per il malato senso di esistere come identità sociale. 
Siamo persone libere fin quando non si invade la libertà altrui non è solo una frase da baci Perugina, ma dovrebbe essere un tratto del nostro DNA. E quello che accade in queste comunità di ossessionati è proprio l'esatto contrario. Di queste fandom ne sono venuta a conoscenza per puro caso, tramite Instagram, quando mi sono capitati dei post su una serie televisiva turca Erkenci Kus (Day dreamer in Italia) interpretata da Can Yaman e Demet Ozdemir. 
Un vero e proprio successo mondiale per questi due attori, che però, sui social non hanno più un briciolo di libertà (e forse anche nelle loro vite private).
Quando si intraprende una carriera nello spettacolo è vero che il confine tra vita privata e pubblica è sottile, ma in questa specifica circostanza le varie fandom entrano a gamba tesa nella quotidianità degli attori come mai avevo visto fare fino ad ora. Non è che nel nostro Bel Paese manchino episodi di intromissione nelle vite altrui al limite del legale, ma in questo caso sono rimasta allibita. Non me ne vogliano le fan di uno o dell'altra, o quelle delle loro dizi (eh sì, molte scrivono anche in turco) che li sostengono come è giusto che sia, né quelle che hanno creato fandom in cui vorrebbero Yaman e Ozdemir insieme anche nella vita reale, perché è plausibile sognare visto che entrambi si sono dichiarati single. Mi rivolgo invece a quelle ossessionate che “odiano” lui o lei (più la Ozdemir, mi sembra, che ha la sola colpa di essere bellissima, indiscutibilmente e a detta di molti bravissima) e che legano Can Yaman ad un'altra attrice con cui ha lavorato in precedenza e che però è felicemente fidanzata da diversi anni. Ecco, quotidianamente assisto a post in cui li immaginano follemente innamorati, ma impossibilitati a vivere questo amore, ogni post che lui pubblica lo riferiscono a questa sofferenza amorosa e insultano verbalmente con una violenza inaudita chi va loro contro. Sono così cieche che non si rendono affatto conto di offendere in questo modo proprio i loro beniamini. 
Ora, a prescindere che tutto ciò che pubblichiamo diventa automaticamente di dominio pubblico e aperto alle libere interpretazioni di chi legge, trovo scandaloso l'accanimento morboso e sintomatico di giudizio sulla vita privata altrui che lo stesso David Rossi di Criminal Minds (per restare in tema televisivo) avrebbe difficoltà a spiegare. 
Ciò che spaventa di più, dicevo, è la guerra che si apre tra una e l'altra sponda a colpi di post che personalmente mi lasciano a dir poco perplessa, sia perché la produzione di botta e risposta è tale che non capisco quando le ossessionate hanno tempo per vivere la loro vita e sia perché leggerle è stato il pretesto per chiedermi (ci pensavo da molto in realtà ma questa faida, che trovo davvero insulsa, è stata la famosa goccia) quando e come è avvenuto questo abbrutimento social(e) che, purtroppo tocca problemi ben più gravi di questi. 
Quando siamo arrivati a questo punto di non ritorno? Non ci si poteva fermare prima? Siamo ancora in tempo per scendere? È anche questo figlio della C2B esperienziale? È giusto che i consumer (in questo specifico caso spettatori) siano liberi di interferire fino a questo punto nel business mediatico? 
Le grandi connessioni della nostra epoca dovrebbero servire per esportare conoscenza ed invece i cervelli si sono non solo appiattiti, ma uniformati ad un sentimento bruto e cieco. 
I social, se da un lato uniscono e fanno sentire parte di una grande comunità, dall'altro hanno sicuramente assunto il ruolo di sfiatatoi delle proprie frustrazioni, che invece di accettare e convertire in energia positiva, risulta più facile vomitare addosso a bersagli (umani), che siano attori, politici, sanitari o semplicemente persone che la pensano diversamente. Tutto quello che ci è successo questo anno non ci ha insomma reso migliori e non ci resta che sperare, nel 2021, in una radicale inversione di tendenza.
Elena Sbaraglia