domenica 21 settembre 2014

"Donna Sapiens" alla Biblioteca Casa del Parco di Roma

Grande partecipazione all’evento di domenica 14 settembre presso la Biblioteca Casa del Parco per la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2014. In collaborazione con UCEI ed Istituto Pitigliani la biblioteca, in apertura straordinaria di domenica dalle 10.00 alle 13.00, ha offerto all’utenza due incontri sul tema “La donna nell’ebraismo”: la presentazione del libro “Maschio e Femmina D-o li creò” con la scrittrice Ilana Bahbout e un laboratorio di lettura per bambini sulla regina Esther curato dal personale della biblioteca specializzato per il settore ragazzi.
Al laboratorio per bambini hanno partecipato tanti genitori e figli, ma anche i piccoli ospiti della Casa Verde (struttura comunale di accoglienza per minori ) con le loro mamme, l’educatrice Nicoletta e la volontaria Alessandra.
Nell’incontro, che si è svolto nel giardino della biblioteca grazie alla bellissima giornata di sole, sono stati letti alcuni midrashim (racconti ebraici) sulla storia delle lettere dell’alfabeto, mentre il libro della regina Esther è stato rappresentato con i burattini.
I bambini con le lettere ebraiche in cartoncino hanno potuto creare dei libricini e fare una merenda a tema con i biscottini a forma di Alephbeth (alfabeto ebraico).
La giovanissima volontaria Miriam ha suonato la chitarra ed ha insegnato ai bambini alcune canzoni ebraiche.
All’interno della biblioteca si è svolta, con la scrittrice Ilana Bahbout, la presentazione del libro “Maschio e Femmina D-o li creò” edito da Sovera e scritto da ben nove scrittrici: Micol Nahon, Iaia Shuòlamit Vantaggiato, Sira Fatucci, Giordana Limentani, Ilana Bahbout, Gaia Piperno, Hdeva Nissim Ben Efraim, Anna Arbib, Donatella Di Cesare. 
Le autrici, tutte esperte di ebraismo, mettono in rilievo la presenza di tante donne che nella storia ebraica hanno dato il loro contributo sia in campo religioso che culturale. Un pubblico attento ed interessato ha riempito la sala, facendo domande e trasformando la presentazione del libro in un dialogo con Ilana Bahbout. Gli argomenti sollevati sono stati molti: il ruolo della donna ebrea in famiglia e nelle pratiche religiose, la libertà di studio e di affermazione nella vita pubblica, la normativa sul divorzio, la divisione dei compiti tra coniugi all’interno della famiglia. 
Ne è emersa una figura femminile ebraica che, attraverso la storia di una società in continua evoluzione, ha cercato di affermare il proprio essere donna senza rinnegare il proprio ruolo di moglie e di madre ma anzi arricchendolo di una grande preparazione culturale e religiosa. 
La donna ebrea è stata in qualche modo tutelata dalla tradizione religiosa e dalla normativa ebraica che dai tempi più antichi le ha assegnato un posto di rispetto e dignità all’interno della famiglia. 
Ma non sempre questo è stato sufficiente per garantire la parità con gli uomini.
Nel libro oggetto della presentazione sono raccontate storie di donne che hanno cercato di uscire da un ruolo tutto interno alla famiglia, soprattutto attraverso lo studio, tra cui il caso di una donna nel ‘500 chiese ed ottenne il permesso di studiare. 
A tale proposito la Bahbout ha svolto una lettura ad alta voce di un brano del libro che è particolarmente significativo. Si tratta della storia di una donna che aveva deciso di frequentare la Casa di Studio (simile ad una università) e si dedicava con passione allo studio dei testi biblici e della letteratura rabbinica. La studentessa, unica donna a frequentare i corsi, era così intelligente al punto che era divenuta più brava dei suoi colleghi uomini. Questi decidono di prendersi gioco di lei e di farle trovare sullo scaffale della biblioteca un libro ben rilegato dal titolo “La saggezza delle donne”. Quando la donna lo aprì trovò che era stato rilegato con pagine bianche, come reagì la donna? Per rispondere a questa domanda vi invitiamo a leggere il libro, infatti la fine del racconto è tutt’altro che scontata.
La storia del libro dalle pagine bianche, estrapolata da un librodi Shmuel Yosef Agnon pubblicato nel 1942, ci ha suggerito di realizzarne uno simile e dimetterlo disposizione delle utenti della biblioteca che potranno riempirlo scrivendovi riflessioni, pensieri, poesie creando un nuovo libro della saggezza delle donne.
Il tempo disposizione per l’incontro non ha esaurito le tante domande alla scrittrice, la discussione è poi proseguita in giardino durante il rinfresco a base di cous cous offerto dalla biblioteca.
Si ringrazia Micaela Vitale responsabile del settore cultura del BaitBet Istituto Pitigliani che ha donato numerosi libri sull’ebraismo alla biblioteca, presentandone i contenuti all’inizio dell’incontro.
Giovanna Micaglio

sabato 13 settembre 2014

"Let it Lok": “Leggere, perché?”

Vi siete mai interrogati sul senso delle frasi “Leggere è importantissimo!”, “Bisogna leggere di più!”?
Familiari ritornelli, a cui le nostre orecchie sono avvezze sin dalla tenera età, esattamente dalle scuole elementari quando i maestri iniziano a condannarci a questo aspro “sacrificio” imponendoci la lettura  dei famigerati libri di narrativa durante le vacanze estive. Quasi un incubo, per la stragrande maggioranza dei bambini!
- La lettura incentiva la conoscenza dell’ortografia, delle regole grammaticali, delle strutture sintattiche, migliora le capacità espressive, quindi l’eloquenza discorsiva; arricchisce il bagaglio lessicale, nonché quello culturale. - ci ribadivano. 
Ma posta in questi termini la lettura, ad un bambino di soli 7-8 anni, appare paragonabile al terribile “zimox”, obbligatorio antibiotico da  ingoiare, contro ogni volontà, in caso di mal di gola e febbre. Del tutto comprensibile, dunque, la negativa reazione fanciullesca dinanzi a questi “ponderosi malloppi di indecifrabili pagine”, a cui, ovviamente risultano preferibili i cartoons, i video-giochi, i tablet, i social-networks e chi più ne ha, più ne metta.
Naturalmente la lettura supera qualsiasi aspetto accademico, pedantesco: leggere è molto più che apprendere per perfezionare rigide nozioni linguistiche. La lettura è il passepartout per un mondo tutto nuovo ed inesplorato. I libri, certo, sono una medicina, un indispensabile sciroppo per non rischiare di incappare nella triste e grigia sorte dei meccanici allievi del Signor Gradgrind, severo e occluso maestro protagonista del rinomato romanzo dickensiano Hard Time. Egli aborrisce categoricamente qualsiasi cosa non sia esplicabile attraverso i numeri e  la fantasia per i suoi poveri burattini è un dichiarato tabù:  guai a chi provi ad osare con la sua immaginazione e ad infrangere gli inalienabili standard.  Ecco a voi uno dei motivi per cui “bisogna leggere di più” sin da giovanissimi! Ma c’è dell’altro.
Qualche giorno fa, ho avuto il piacere di assistere ad un interessantissimo incontro letterario presso la Casa Cava nei Sassi di Matera, dove con grande partecipazione e ammirazione è stato accolto il prof. Pietro Dorfles, scrittore e critico letterario, autore de “I cento libri”. In questo libro, egli ci accompagna in un coinvolgente iter attraverso il fascinoso mondo della letteratura, analizzando i cento capolavori che meglio incarnano il nostro immaginario letterario condiviso e ineludibile. Naturalmente la disquisizione non ha potuto lasciarmi indifferente: un pullulare di riflessioni e spunti ha immediatamente cominciato a sgorgare nel mio porto sepolto.
“I libri sono un cannocchiale, che ci permette di guardare lontano” ha affermato il Sig. Dorfles. Splendidamente vero! Quanto, ma quanto, la nostra mente ha viaggiato attraverso, parole, pagine, capitoli? Nel passato, nel futuro, nel presente, per mondi esotici, terre sconosciute, remote civiltà, variopinte culture. Con un libro in mano puoi sentirti cittadino del mondo nella solitaria solitudine della tua cameretta: misteriosamente il mondo ti si svela nella sua più estasiante completezza.
E quanti viaggi attraverso la storia e i suoi orrori, attraverso i peccati e i mali della società, passata e odierna: pensate per esempio a “Se questo è un uomo” di Primo Levi o alle distopie di Huxley e Orwell. Ricordate la sua Animal Farm, in cui “alcuni animali sono più uguali degli altri”? Beh credo non ci sia una migliore allegoria della società anti-meritocratica in cui siamo intrappolati oggigiorno. Come potremmo penetrare nelle profonde e oscure viscere del nostro mondo se non attraverso i libri? La lettura rischiara il passato, il presente e persino il futuro dell’umanità.
Leggere ci mette in contatto con “l’altro”, allarga i nostri orizzonti, rivoluziona il nostro sguardo verso il mondo, ci consente di superare barriere di qualsiasi tipo.  Riflettete su “Siddharta” il grande cult capolavoro di Herman Hesse, un approccio all’esistenza totalmente innovativo e anticonformista, un tempo inconcepibile per la civiltà occidentale.
Quale arricchimento più auspicabile? Beh in realtà a mio parere c’è ancora dell’altro. Avete mai riflettuto su quanto leggere faciliti il viaggio attraverso il luogo più ignoto che ci sia: noi stessi?
I libri sono una lente d’ingrandimento per indagare la nostra anima. Una chiave per il libero accesso alla nostra introspezione. Naturalmente, le parole impresse su anonimi fogli di carta, scaturiscono in noi centinaia di migliaia di emozioni, sensazioni, ricordi, associazioni, riflessioni, aiutandoci ad avvicinarci sempre più alla nostra essenza. Quante volte ci siamo immedesimati nei personaggi dei romanzi, interrogandoci su come avremmo reagito noi al loro posto, cosa avremmo fatto, pensato; saremmo fuggiti? Avremmo saputo dare una risposta? Avremmo perdonato? Avremmo avuto paura? Avremmo amato? Ed ecco venire a galla segreti desideri, arcani timori, dimenticate sofferenze , inconsce ansie. E così una lettura consapevole diventa un eccellente ed efficace strumento per conoscerci meglio, per mettere a nudo ciò che realmente siamo, lasciando cadere le maschere a cui ci costringiamo quando siamo fuori dalla nostra cameretta.
Anche leggere può essere il primo passo per rivoluzionare sé stessi. Ecco la ragione per la quale quei famosi ritornelli, in fondo, racchiudono verità imprescindibili.
Filomena Lok Locantore

domenica 7 settembre 2014

"Riflessioni" di Riccardo Ferrante

Il 19 agosto 2014 ho partecipato al seminario di scrittura creativa, svoltosi nella Sala Sigilli di Forte Sangallo. La mattina dopo, all’inizio di una nuova, splendida giornata che la vita quotidianamente ci regala, riflettevo su una frase che il dott. Dario Amadei pronunciava durante il seminario. “Mi dissocio” è un verbo che si usa molto in politica, specialmente quando viene presa una decisione da una parte politica contraria al tuo schieramento (politico). Questo in parte è vero, perché si tenta sempre a distinguere le due parti politiche, però quando si amministra una realtà locale piccola, media o grande che sia, ciò non dovrebbe avvenire. Se in un comune si va verso un indirizzo utile alla collettività, non ci dovrebbe essere una distinzione tra la destra e la sinistra. La discussione che indubbiamente scaturisce dall’indirizzo scelto dovrebbe servire solo a favorire una migliore riuscita. Questa è la cosa più importante per la collettività. La scelta deve servire a rendere migliore la vivibilità di una collettività a prescindere dalla parte politica che ne ha assunta la paternità. Oggi il momento storico che stiamo vivendo è particolarmente difficile in ogni campo, locale, regionale, nazionale e mondiale. La crisi economica indubbiamente condiziona il nostro vivere quotidiano ed è assurdo che in questi momenti si pensi agli interessi di una parte politica di destra o di sinistra o peggio ancora si pensi solo ai propri interessi personali. Oggi c’è bisogno di persone di buona volontà che a prescindere dalla loro origine politica lavorino nell’interesse della collettività tutta, perché i problemi che abbiamo davanti sono molti e il tempo per risolverli diventa sempre meno. Sarò forse un po’ ingenuo, ma credo che le persone di buona volontà, malgrado tutto ancora esistono. Sarà sufficiente che i più scettici o i più opportunisti maturino, affinché il senso di responsabilità abbia la prevalenza sugli altri interessi. Solo questo ci condurrà verso un futuro migliore e ci permetterà di apprezzare questo “sole che appena sorto sta tremolando sulle onde del mare” all’inizio di questa splendida giornata che la vita ogni giorno continua a regalarci.
Riccardo Ferrante

sabato 6 settembre 2014

Step by step al Photofestival Attraverso le pieghe del Tempo 2014

Dalla parola all'immagine secondo i principi della bibliolettura interattiva... Ecco il video realizzato con le citazioni dai racconti scritti durante il laboratorio Step by step al Photofestival "Attraverso le pieghe del Tempo" 2014 nella Città di Nettuno
Grazie a tutti i partecipanti per le emozioni che ci hanno fatto vivere!!!