venerdì 25 gennaio 2013

A dieta di computer e cellulare "Troppa tecnologia fa male"


Restiamo "connessi" quasi sette ore al giorno, allarme degli esperti Usa con una sfida: spegnere smartphone e computer per vivere meglio
ROMA - Una franca discussione in famiglia? Impossibile. Un confronto tra genitori sulla scuola dei figli? Anche questo è molto difficile. Quanto a un intero pomeriggio da passare tra le lenzuola è ormai un mito lontano e improbabile. Tutta colpa della troppa tecnologia. Lui è irresistibilmente attratto dal suo home office, lei non riesce a smettere di consultare le mail, quanto ai figli ognuno resta attaccato al suo schermo anche al momento dei pasti. Così, il Wall Street Journal ha lanciato la "dieta tecnologica", con istruzioni per procedere a piccoli passi nella strada verso l'unplugged. "Se non ve la sentite di staccare per una settimana o imporre bruscamente ai vostri figli di farlo - ha proposto Susan Maushart, madre di tre figli e fresca autrice del fortunato "L'inverno della nostra disconnessione", già un best seller in America - provate prima con una manciata di minuti, poi aumentate progressivamente".

tratto da un articolo di Vera Schiavazzi
Original post: http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/01/17/news/troppo_tecno-11312976/

giovedì 17 gennaio 2013

Lo Hobbit, dalla fiaba al romanzo - il primo testo critico italiano


La casa editrice Marietti, in collaborazione con l'Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e il Gruppo di Studi Tolkieniani in Italia,
presenta il primo  testo  critico  italiano interamente dedicato alla creazione più originale di Tolkien

"C’era una volta... Lo Hobbit. Alle origini del Signore degli Anelli" con due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
a cura di Roberto Arduini, Alberto Ladavas e Saverio Simonelli
Ed. Marietti 1820 (Genova-Milano, 2012) ISBN 978-88-211-9167-1 pp. 312, euro 22,00


Lo Hobbit (pubblicato nel 1937) è sempre stato considerato dalla maggior parte dei critici un semplice racconto per bambini, il cui principale merito fu di servire da “prologo” al più noto capolavoro tolkieniano: Il Signore degli Anelli. Il presente volume vuole invece mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili dello Hobbit che, seppur diverso nel tono e nell’impostazione, merita una valutazione di ben altra portata e spessore.
Gli articoli degli autori italiani sono frutto di uno studio di ricerca corale e conservano un tono divulgativo e accessibile; a questi sono affiancati saggi di critici stranieri (tra cui Verlyn Flieger, Dimitra Fimi e Bonniejean Christensen) oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien, rispettivamente dedicate alla figura del Drago (The Dragon’s Visit) e all’idea di fiaba (Once Upon a Time), per la prima volta pubblicate e tradotte in italiano in questo volume.

Indice
Prefazione. Lo Hobbit non è un prequel - di Roberto Arduini, Alberto Ladavas e Saverio Simonelli
Lista delle abbreviazioni usate nel testo
Introduzione. La storia dello Hobbit - di Lorenzo Gammarelli

Parte prima. LA FIABA
Verlyn Flieger «Ci sarà sempre una fiaba». J.R.R. Tolkien e la controversia sul folklore
Dimitra Fimi- «Cantate danzando, fatine leggere». Le fate vittoriane e i primi lavori di J.R.R. Tolkien 51
Cecilia Barella - Una fiaba per l’Inghilterra
Saverio Simonelli - Lo Hobbit e le fiabe dei Grimm: filologia,Nani e la verità dell’antico
Guido Mastroianni - Bilbo, Edmund, Harry, Eragon: tratti atipici di eroi predestinati

Parte seconda. I PERSONAGGI
Giampaolo Canzonieri - In principio erat Hobbit? La traslazione dei personaggi dallo Hobbit al Signore degli Anelli
Claudio Antonio Testi - Processo a Bilbo Baggins
Peter Grybauskas - Vita reale, ovvero “Qualcosa che viene dai Tuc”
Roberto Arduini - «Non farti mai beffe di un drago vivo, pazzo di un Bilbo!». Il revival medievale dei draghi di J.R.R. Tolkien 180
Gianluca Comastri - Un vecchio con un bastone
Bonniejean Christensen - La trasformazione di Gollum nello Hobbit
Norbert Spina - I Nani nel mito e nel fantastico: da Dvergar Khazâd e oltre

Appendici
1. Intervista a Elena Jeronimidis Conte
2. Due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
Due poesie, molti intrecci e qualche ipotesi - di Roberto Arduini e Claudio A. Testi
“Once Upon a Time” - “C’era una volta” di J.R.R. Tolkien
“The Dragon’s Visit” - “La visita del drago” di J.R.R. Tolkien
Bibliografia
Indice analitico

giovedì 10 gennaio 2013

Una volta c'era il pensiero...

Sono un’inguaribile snob???
Mi sono lasciata andare, no, non me l’hanno regalato, l’ho proprio comprato. Ogni tanto mi capita, ho voglia di omologarmi, di essere come quelli che ne parlano bene, trovare gusto in ciò che piace anche alla massa o almeno a tanti. Mi darebbe tanta più sicurezza e troverei anche molti più argomenti di conversazione quando sono a cena con amici o conoscenti. Ebbene ho letto “L’ultima riga delle favole”. Gramellini, sicuramente giornalista capace, attento e sensibile a certe tematiche, non ha scritto il libro della mia vita, forse non era neanche sua intenzione. Andando avanti nella lettura mi dicevo “ora trovo un passo che mi convince”… non è accaduto. Forse il tormento della mancanza dell’anima gemella non mi ha preso, forse di viaggi nel sé più nascosto ne ho letti e visti al cinema e ne ho apprezzati di migliori con quel tanto di metafora che, poi, diciamola tutta, diventa processo nel processo invitando il lettore a guardare dentro la storia, intorno alla storia, procedimento il quale aiuterebbe, se non altro, ad indicare una via in questi ormai famosi viaggi in noi stessi che poi non ci va tanto di fare.
“L’ultima riga delle favole” è fitta di un filosofeggiare che ha sì a che fare col ragionamento, ma solo quello di chi scrive e questa caratteristica infonde alla storiella anche una certa dose di saccente pedanteria. Potrei continuare sottolineando che le situazioni da cui scaturiscono, solitudine, fiducia in se stessi, perdite, sofferenze narrate sono rintracciabilissime nelle storie di molti, questo aspetto, rifletto mentre scrivo, ne ha sicuramente determinato il successo
L’unica prospettiva positiva che ho trovato nel tutto è rintracciabile in quello stimolo (?) a perdersi un po’ per ritrovarsi… per carità anche questa non è una novità e poi, poi, poi, sempre mentre scrivo penso: in questo periodo ci stiamo perdendo tanto che ci dobbiamo ritrovare per forza… almeno spero. 
Ombretta D’Ulisse per “La cattiva signora”