lunedì 18 luglio 2016

I Delitti della Primavera, un viaggio nei misteri dell'arte

È molto difficile scrivere un libro come questo e Stella Stollo c’è riuscita alla grande. Devo dire che quando ho letto i Delitti della Primavera per la prima volta sono rimasto piacevolmente sorpreso, perché l’autrice ha creato una struttura narrativa complessa miscelando sapientemente tra loro generi letterari diversi, filtrati attraverso una conoscenza non comune della storia e dell’arte.
Il romanzo è ambientato nella Firenze rinascimentale dove uno spietato serial killer sta uccidendo da anni delle giovani donne, ispirandosi, nel suo folle percorso, alla simbologia del capolavoro di Sandro Botticelli, l’Allegoria della Primavera.
Nel Rinascimento ovviamente non esistevano ancora i geniali detective ed investigatori che hanno fatto la fortuna della grande letteratura gialla e così Stella Stollo sguinzaglia sulle tracce dell’assassino una serie di personaggi, alcuni di fantasia e altri realmente esistiti, come Filippino Lippi, Sandro Botticelli e un inedito giovane Leonardo da Vinci molto diverso da come ci è stato sempre descritto.
La caccia al killer travolge in un crescendo di emozioni anche il lettore più esigente, tenuto incollato alle pagine dalla curiosità di conoscere il nome dell’assassino, che l’autrice svelerà con un vero e proprio colpo di scena finale.
Chi leggerà questo libro saprà inoltre la verità sulla scoperta dell’America, su come sono andate in realtà le cose tra Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo e avrà la fortuna di conoscere la bellissima Simonetta Vespucci, una donna di grande fascino della quale inevitabilmente molti lettori si innamoreranno.
Allora mi raccomando, non trascurate di leggere i Delitti della Primavera, un libro che oltre a tutto quello che abbiamo detto vi farà viaggiare nella bellezza di un'arte senza tempo, un'esperienza assolutamente da consigliare.
Dario Amadei

Il mondo salvato dalla poesia: Poesia a portata di mano - 15^ puntata

mercoledì 13 luglio 2016

La signora dei baci (Graphofeel edizioni): vivere per passione

Quanti di noi sanno che il noto cioccolato fondente “Luisa” della Perugina deve il suo nome a Luisa Spagnoli? Sì, proprio quella signora elegante il cui nome associamo più immediatamente alla nota linea di abbigliamento femminile in stile classico. È stata proprio lei che, prima di dedicarsi alla realizzazione di raffinati capi in lana d’angora, ha avviato la cioccolateria “Perugina”, trasformando una vecchia drogheria nella confetteria più prestigiosa di Perugia e poi, in seguito ad un accordo con gli industriali Buitoni, nella grande azienda di cioccolata di fama mondiale. Prima di esercitare la sua inventiva con maglie e scialli, la signora aveva già profuso l’innato intuito e lo squisito gusto per creare, oltre al già citato fondente Luisa, quelle piccole grandi delizie che ormai appartengono al nostro vissuto, quali le caramelle Rossana e i mitici Baci.
È legittimo chiedersi come abbia fatto una donna vissuta tra il XIX e il XX sec. a farsi strada in un ambiente riservato esclusivamente agli uomini, a diventare imprenditrice di successo e a fondare ben due fiorenti attività commerciali, sfuggendo al destino a lei riservato dall’opinione corrente dell’epoca e persino dalla legge che “nega alle donne autonomia giuridica e patrimoniale, e impedisce loro di intraprendere qualsiasi attività a proprio nome, di partecipare in qualità di socie a qualsiasi impresa”… 
Lo scoprirete leggendo il delizioso libro di Maria Letizia Putti e Roberta Ricca: una biografia in cui la storia romanzata di Luisa è arricchita da alcuni approfondimenti sul contesto storico e sociale che ci aiutano a comprendere quanto la signora dei baci sia stata precorritrice dei tempi non solo perché donna e dirigente di aziende ma anche nel modo di gestire le sue aziende, riservando un’attenzione particolare all’ambiente di lavoro e al benessere dei dipendenti, soprattutto delle lavoratrici. Eccezionalmente moderna anche nella sua sensibilità animalista che la portò ad adottare un sistema indolore per togliere dal mantello dei conigli d’angora solo il pelo in eccedenza. E decisamente anticonformista nella vita sentimentale, tanto da separarsi dal marito per vivere appieno la sua relazione con un uomo più giovane che “le aveva sempre portato una ventata di gaiezza, l’aveva fatta sentire in pace con il mondo(…) finalmente donna, libera di andare per il mondo con un uomo che si prendeva cura di lei”.
Con tatto e maestria le autrici vi faranno entrare nella mente e nel cuore di una signora dotata di grande ingegno e di indiscutibili capacità, ma soprattutto animata dal desiderio di vivere pienamente le proprie passioni, sia nel lavoro sia nel privato. Una signora che visse per passione.
Stella Stollo

sabato 9 luglio 2016

Let it Lok: Utopia d'amore

Abbandonarsi all’amore illogico è ciò che resta. Giocare come bambini e ridere come pazzi. Amarsi senza regole, ammirarsi senza un compromesso. Rischiare nella libertà, senza fare affidamento all’onestà. Maturare la consapevolezza che non ti fiderai di altro Dio all’infuori di te.
Condividere e condividersi. La gelosia che nasce, tace: ha rispetto per l’Amore; capirà la sua inutilità e si suiciderà. Ogni tanto la lotta, che alla fine si spegne in un sorriso. Gli istinti che si fanno spazio, e non hanno paura: cercano famelici di colmare i loro inesauribili deboli; a volte non possono che tacere, bruciarsi in una nuvola bianca. Altre volte esplodono, bestiali,e non sorvolano: irrefrenabilmente acchiappano, s’affondano nella delizia della pelle, e s’esauriscono  in polvere d’affanno vermiglio. E poi l’intesa chimica… quella mai che si dissolva, danza vibrando e avanza, incendiando ogni particella d’aria. Ritrovarsi nel caos cosmologico, sospesi, a spingersi sull’altalena, prima in avanti e poi nell’accomodante oblio dell’indietro, sotto l’impulso innegabile delle onde magnetiche che richiamano atomi complementari secondo l’eterna legge dell’attrazione.
Andare avanti, un giorno alla volta, senza sopportarsi, senza sacrificarsi, a braccetto come due vecchi amici, e saltarsi incontro in un boato d’espansione.
Un viaggio via dallo smarrimento, passando per i gironi a sfiorare l’essenza del peccato; ogni tanto una sosta nella verde sabbia dell’Eden, a commettere la perversione dell’inconoscibile; librare, liberandosi dal fardello, verso la spira delle meraviglie più magnificenti, sedersi nella rosa dei beati, fino a detronizzare Dio dall’empireo.
Rinnegare la presunzione di possedere le parole già prima di partire, ricordandosi che neanche Dante aveva già pronti i suoi endecasillabi prima del viaggio alla ricerca dell’inesprimibile. Vivere nella certezza che è il viaggiare stesso a suggerire l’espressione dell’inafferrabile, perché il viaggio altro non è che un progressivo appropinquarsi a ciò che si respira ma non si vede. E proprio come Dante confondere i limiti tra sogno e realtà, utopia e speranza, lucidità e oblio dei sensi, e allo stesso tempo dipingere sorprendenti rime di una nuova divina commedia.
Filomena "Lok" Locantore