venerdì 10 febbraio 2023

Modi di sentire_Coraggio

Nell'incontro di bibliolettura interattiva su Modi di sentire_Coraggio sono state raccontate diverse sfumature di questo sentimento che, indiscutibilmente, concordano su un concetto: rispettare se stessi è coraggioso, così come essere ciò che vogliamo essere.
Buone letture!


Per Dario Amadei Diafano e Drastica sono i personaggi di Un mondo migliore che mostrano un coraggio inaspettato che cambierà la loro vita
Per Carla Pinna la protagonista di La metà di niente di Catherine Dunne attinge a un coraggio tale che le fa capire di essere intera. Il coraggio delle amiche in Agnes Browne mamma è quello di essere loro stesse, senza se e senza ma
Per Marianna Polimene 4321 di Paul Auster è il coraggio di scegliere: ogni scelta ha una sua conseguenza, anche la non scelta, e apre scenari diversi. Tre modi per non morire di Giuseppe Montesano è il coraggio che ci vuole a creare la propria realtà, quello necessario per superare le difficoltà
Per Carolina Ragucci il personaggio di Il labirinto del tempo di Maxence Fermine ci racconta il coraggio che ha avuto per compiere il viaggio che ha dato senso alla sua vita
Per Elena Sbaraglia il coraggio di Mari ne Il coperchio del mare di Banana Yoshimoto è quello di non aver paura di scegliere ciò che la fa stare bene con se stessa, rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da lei
Mamah Cheney in Mio amato Frank di Nancy Horan è l'emblema del coraggio, quel coraggio che agli inizi del '900 l'ha portata ad essere proprio la donna che voleva essere

martedì 7 febbraio 2023

BIBLIOLETTURA INTERATTIVA E LETTERATURA: UN ESPERIMENTO CON LE POESIE DI LEOPARDI

È possibile conquistare i ragazzi all’amore per la letteratura? È possibile dimostrare loro che la poesia - e in modo particolare la poesia di un autore del primo Ottocento - non è poi così lontana dalla loro sensibilità, dal loro vivere quotidiano?
La risposta (con una buona dose di ottimismo) è sicuramente affermativa, soprattutto se i ragazzi diventano protagonisti in prima persona del loro processo di apprendimento e se gli insegnanti si rendono disponibili a parlare il “loro” linguaggio.
L’ingrediente fondamentale di questo percorso? Le emozioni. Perché possono passare gli anni, perfino i secoli, ma le emozioni nel cuore dell’uomo restano sempre le stesse: gioia, tristezza, paura… dall’uomo delle caverne al geek che non riesce a sopravvivere separato dal suo smartphone, tutti siamo indissolubilmente legati dallo stesso filo rosso.
Ed è proprio seguendo questo filo che è nata l’idea di sperimentare la bibliolettura interattiva con le poesie di Leopardi.
Il “seme” di questo progetto è nato diversi anni fa, con gli studi su Daniel Goleman e l’intelligenza emotiva, ma in modo particolare con la lettura di un articolo di Umberto Galimberti “Il silenzio degli adulti” pubblicato su Repubblica nel febbraio del 2001.
Galimberti commenta un episodio di cronaca nera, avvenuto in una scuola superiore dell’hinterland milanese - un fidanzatino respinto che accoltella alla giugulare una compagna - e pone al lettore questi interrogativi: “Ma chi doveva insegnare a questi ragazzi a parlare, a utilizzare quell'abbondante letteratura a loro disposizione, dove la cosa più importante è come un'emozione trova forma di parola, di poesia e di sublimazione dell'amore e del dolore? Altrimenti perché leggere Petrarca e Leopardi, Pirandello o Primo Levi? A quell'età la letteratura o è educazione delle emozioni, o altrimenti val la pena di gettarla, e piazzare tutti gli studenti davanti a un computer e renderli efficienti in questa pratica visivo-manuale”.
Perché leggere Petrarca? Perché leggere Leopardi? Il quesito, che mi rimbombava nella mente già da un po’, ritornava, insistente. Quali strategie si possono impiegare per rendere interessanti, appetibili, autori della letteratura grandissimi, ma inevitabilmente distanti, perché lontani nel tempo, ma soprattutto perché confinati nel libro di testo, resi oggetto di lezione, di studio, di compiti in classe e di lavori per casa?
La risposta a questa domanda è arrivata lo scorso anno, quando ho incontrato per la prima volta Elena e Dario.
Ancora non conoscevo la bibliolettura interattiva… ma, come dice Hester Browne: “Ciò che è destinato a te troverà il modo di raggiungerti”.
Con Elena e Dario ho scoperto e sperimentato un modo totalmente nuovo di “essere lettore”, di trovarsi tra le pagine di una storia. Dall’incontro, al corso e poi alla sperimentazione in classe, con gli studenti, il passo è stato breve, quasi una corsa in bicicletta lungo una discesa. L’idea di provare il cerchio magico con le poesie è stata pressoché immediata, complici un autore un po’ ostico da digerire e una classe sempre in cerca di nuovi stimoli.
Affrontare Leopardi con dei tredicenni che tutto hanno per la testa tranne che il pessimismo cosmico di un poeta provinciale di primo Ottocento è una bella sfida: a leggerlo dalle pagine di un libro di testo, il sentire del recanatese sembra lontano anni luce dalla esperienza di un alunno di oggi, eppure decido di tentare la carta del “che libro sei?” riveduta e corretta per l’occasione.
Propongo quindi ai miei studenti di fare una ricerca e di trovare una poesia di Leopardi che li rappresenti, una serie di versi in cui ciascuno possa identificarsi. Tempo a disposizione: una settimana; unica regola: nessuno può portare la stessa poesia (o gruppo di versi) di un compagno… perché siamo tutti di-versi!
Il risultato va ben oltre ogni più rosea aspettativa: non solo tutti gli studenti hanno portato a termine il proprio lavoro nei tempi previsti, ma il momento della restituzione, che ci ha portato via ben due ore (e che sarebbe potuto durare anche di più) ha consentito a tutti di avere una panoramica delle poesie di Leopardi ben più vasta e approfondita di quella che in genere offrono i libri di letteratura della scuola media.
Ma non solo. Il valore aggiunto di questa attività sono state le emozioni che i ragazzi hanno fatto emergere - e che hanno voluto e saputo condividere - attraverso la lettura dei versi che avevano scelto: nelle parole di Leopardi ciascuno è riuscito a trovare se stesso, a identificarsi, a esprimere il proprio vissuto. I temperamenti più introversi e solitari si sono riconosciuti in “Vita solitaria” e “A se stesso”, la più sportiva in “A un vincitore nel gioco del pallone”, chi si è trovato ad affrontare situazioni difficili ne “La quiete dopo la tempesta”, chi rimpiange un passato più lieto ne “Le ricordanze”. E l’elenco potrebbe continuare.
Di colpo Leopardi è balzato fuori dalle pagine del libro ed è diventato uno di loro e loro hanno potuto assaporare e cogliere a pieno il gusto della sua poesia, sperimentando le sensazioni e le emozioni che i versi sono stati in grado di evocare, in un apprendimento più duraturo, perché ancorato alle emozioni, che li ha visti coinvolti in prima persona nell’attività, come soggetti attivi, che li ha resi “cercatori” di poesia ma anche mediatori nei confronti dei propri compagni di quello che avevano scoperto, in un “cerchio magico” che è diventato anche momento di scambio e di apprendimento alla pari.
E i contenuti disciplinari? Piano piano sono emersi anche quelli: i dati biografici, il pessimismo storico, quello cosmico, ma non a partire dalla classica lezione, piuttosto in un percorso che è scaturito dai versi letti e condivisi. Certo poi c’è stato anche il libro di testo, ma - per una volta - presente come “fanalino di coda”, come strumento che ha permesso di fare il punto su tutto quello che era stato detto, di “sistemarlo” in una forma organica, di rivederlo e di ripassarlo se fosse stato necessario.
Ricorderanno le nozioni che hanno appreso? La domanda resta inevasa, a volte mi chiedo se sia necessaria. O prioritaria. Non voglio negare l’importanza delle conoscenze che vengono trasmesse agli alunni, ma in alcuni casi ritengo che sia necessario andare oltre, o più a fondo. Alla base. Se un docente risveglia negli alunni la passione per la poesia, per la letteratura, se li rende protagonisti di una scoperta, se riesce a incuriosirli, ad emozionarli, o semplicemente a far vivere loro - all’interno dell’aula scolastica - un momento bello, uno di quelli da ricordare, la partita è senz’altro vinta.
Federica Cenci