sabato 8 settembre 2012

La televisione all'alba della Tecnologia Nera


L’avvento della televisione, ha provocato una grande rivoluzione nella società moderna. Alla fine degli anni cinquanta ha cominciato ad apparire timidamente nelle case degli Italiani regalando nuove emozioni e contribuendo anche alla crescita sociale del nostro paese. In molte zone dove si parlava solo il dialetto, proprio grazie ai programmi televisivi si è diffusa la lingua italiana e la programmazione della Rai dei primi anni era essenzialmente culturale e d’informazione. Il cinema e la commedia d’autore hanno raggiunto anche i luoghi più sperduti ed alcuni programmi come “Non è mai troppo tardi”, curato dal maestro Manzi, hanno contribuito alla lotta contro l’analfabetismo. La tv dei ragazzi non era ancora quella urlata e nevrotizzante dei giorni nostri, i contenuti erano tenuti sotto un controllo strettissimo e i programmi erano limitati ad una fascia oraria che lasciasse il tempo per lo studio e il gioco all’aria aperta. Poi con l’avvento delle reti commerciali tutto è cambiato e la televisione è diventato solamente un mezzo per vendere se stessa e prodotti di ogni genere. E’ scoppiata la guerra dell’audience che ha decretato la morte di Carosello sostituito da spot pubblicitari e televendite che interrompono continuamente i programmi, rendendo insopportabilmente lunga la loro durata. I ragazzi, bombardati da messaggi ricchi di fascino ma spesso inadatti a loro, trascorrono molte ore davanti al totem televisivo sin da quando sono piccolissimi. Si potrebbero individuare vari stadi di dipendenza digitale che progrediscono con il crescere dell’età con il giovane che passa dalla televisione, ai videogiochi, ai cellulari e infine ai Social network. I contenuti dei programmi divengono sempre più scadenti e si cerca di attirare l’attenzione del telespettatore facendo leva sugli istinti più bassi: allusioni sessuali, pettegolezzo, volgarità ridanciana, turpiloquio, violenza gratuita sono purtroppo molto apprezzati e da modelli assolutamente da evitare stanno diventando oggetti di culto.

Dario Amadei


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