giovedì 14 maggio 2020

La metafora del sottomarino giallo nei servizi educativi

Viviamo tutti in un sottomarino giallo 
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
E i nostri amici sono tutti a bordo
Molti altri vivono accanto
E la band inizia a suonare
(Beatles - Yellow submarine)

Quando negli anni settanta ascoltavo “Yellow submarine” dei Beatles il cuore mi si riempiva di gioia e percepivo con tutto me stesso che un futuro radioso mi stava attendendo. Non avrei mai immaginato che quel famoso sottomarino cinquant'anni dopo, durante i giorni tristi e grigi del Coronavirus, sarebbe diventato una metafora potente, capace di trasmettere dei messaggi importanti e di indicare una via di salvezza. 
Ad esempio, nelle scuole e nei nidi che vengono troppo poco nominati dall'opinione pubblica, la soluzione per riprendere l'attività potrebbe essere proprio salire su dei piccoli yellow submarine in grado di affrontare impavidi il mare infestato dal Coronavirus. 
Innanzitutto il sottomarino è giallo e questo porta bene e spinge all'ottimismo, perché è del colore della bandiera un tempo conosciuta come bandiera di “quarantena” con cui si dichiarava che tutto l’equipaggio era in buone condizioni di salute e si richiedeva il permesso di dirigere all’ormeggio in un porto straniero. 
Immagino ogni piccolo gruppo di bambini con le sue educatrici o insegnanti, salire a bordo del suo sottomarino che sarà a tenuta stagna, niente potrà entrarci dall'esterno e non ci saranno contatti con gli altri equipaggi. Questo permetterà di limitare e controllare la diffusione del contagio, prendendo ovviamente degli accorgimenti all'interno degli spazi, che verranno semplicemente guardati con occhi diversi, senza che questo possa scatenare turbe o nevrosi. In questo modo, parafrasando i Beatles, gli amici saranno tutti a bordo, molti altri navigheranno accanto in sicurezza e finalmente la band ricomincerà a suonare perché non possiamo permettere che i nostri bambini appassiscano nel silenzio. 
Dario Amadei

1 commento:

  1. Devono assolutamente riaprire le scuole. Non c'è vita nella paura. Non si cresce isolati da soli e con la paura.

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