Il giardino dell’Asilo Nido Massimina a Roma, come ogni anno nel mese di maggio, all’inizio del risveglio primaverile, si trasforma in un palcoscenico incantato: al calar del sole, infatti, i bambini e le bambine arrivano mano nella mano con i loro genitori, ognuno con in braccio il proprio cuscino, indossando il pigiamino preferito. La luce dorata del tramonto, si intreccia con piccole lanterne appese agli alberi, mentre le educatrici, vestite con appositi mantelli e coroncine di fiori al fine di creare una atmosfera fiabesca, accolgono tutti con sorrisi e carezze. 
Già all’arrivo, comprendono che quella non sarà una serata qualunque: l’accesso al giardino del nido è stato trasformato, infatti, in un vero e proprio portale verso un mondo magico, intriso di mistero con archi di stoffe leggere che ondeggiano al vento, lanterne e piccole luci guidano il percorso, mentre figure fiabesche decorano e tracciano il cammino.
Ad accogliere gli ospiti, una violinista suona dal vivo brani dolci e sognanti, e il suono del violino accompagna i passi tanto che sembra raccontare una storia ancor prima che la voce delle educatrici si levi.
Non c’è bisogno di parole: la musica crea un’atmosfera sospesa, calma i più agitati e invita tutti, piccoli e grandi, a entrare con il cuore pronto ad ascoltare. Alcuni bambini rallentano il passo per cercare con lo sguardo da dove provenga la melodia, altri si stringono alla mano del genitore, incuriositi e incantati. Il violino diventa la chiave d’ingresso alla fiaba: il varco che segna la differenza tra la quotidianità e il tempo straordinario dell’evento.
Anche il resto dell’allestimento è curato in ogni minimo dettaglio, con tende colorate che delimitano piccoli angoli segreti, i cuscini sparsi come inviti a fermarsi, e i tavoli decorati con stelle e lune richiamano il tema scelto per l’anno. Persino i sentieri del giardino sembrano condurre luoghi nascosti, pronti a svelare una sorpresa.
 Le luci soffuse, posizionate tra gli alberi, non illuminano semplicemente ma disegnano ombre che alimentano la suggestione del racconto. Così, prima ancora che la fiaba inizi a essere narrata, i bambini e le famiglie sono già immersi in una dimensione altra: la fiaba è cominciata con il loro ingresso, e l’incanto prende forma nei suoni, nei colori, nelle sensazioni che li avvolgono.
Le luci soffuse, posizionate tra gli alberi, non illuminano semplicemente ma disegnano ombre che alimentano la suggestione del racconto. Così, prima ancora che la fiaba inizi a essere narrata, i bambini e le famiglie sono già immersi in una dimensione altra: la fiaba è cominciata con il loro ingresso, e l’incanto prende forma nei suoni, nei colori, nelle sensazioni che li avvolgono.Questo evento ha nome “Notte delle Fiabe” e nasce come iniziativa dei servizi educativi comunali di Roma dedicati all’infanzia: a partire dal 2018, infatti, il Polo Educativo 0-6 coordinato prima dalla dottoressa Stefania Bossini e portato avanti dalla pedagogista, dottoressa Roberta Pagnini ha promosso una serie di serate-evento nei nidi e nelle scuole dell’infanzia dei Municipi XII e XIII, in cui i bambini, accompagnati dai genitori, arrivano in pigiama portando cuscini o peluche e attraversano percorsi luminosi “magici” nel nido e assistono a letture animate di fiabe.
La magia non nasce da sola, e come detto un grande lavoro è svolto dalle educatrici, le quali per settimane progettano il tema dell’anno: il mare, il viaggio, il giardino incantato. Le storie vengono scelte tra albi illustrati, kamishibai o teatrini di marionette e l’ambiente si trasforma grazie a luci soffuse, scenografie naturali, stoffe e oggetti che richiamano il tema scelto. Le educatrici, in questo senso, diventano custodi di immaginari, e non solo leggono, ma interpretano, animano, si lasciano guidare dal ritmo della narrazione. La loro competenza narrativa si unisce a quella educativa, rendendo la fiaba un’esperienza estetica e al tempo stesso pedagogica.
Un esempio significativo di questo impegno creativo è rappresentato dall’esperienza delle educatrici del Nido Massimina, le quali a seguito di un corso di formazione organizzato dal Comune di Roma, hanno elaborato una storia originale dal titolo Il giardino di via Aquilanti, molto apprezzata dai formatori e dalla coordinatrice dottoressa Roberta Pagnini, e poi letta durante l’evento, in occasione del quale sono state realizzate anche marionette e scenografie, coinvolgendo i bambini in una narrazione viva e partecipata.
Il protagonista, Massimino, è il giardiniere che si prende cura del giardino del nido, simbolo di solidarietà, collaborazione e inclusione — valori che le educatrici desideravano trasmettere ai bambini e alle famiglie.
A completamento della magia, si è aggiunta anche una mamma che ha contribuito all’iniziativa, condividendo un racconto da lei scritto e pubblicato, dedicato al tema del buio e della notte stellata, offrendo così un ulteriore momento di partecipazione attiva e di incontro tra scuola e famiglia.
Sebbene la Notte delle Fiabe sia un’invenzione relativamente recente, affonda comunque le proprie radici in pratiche educative comuni nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, e trova espressione anche in altre occasioni come la “Notte di Fiaba” di Riva del Garda, che dal 1950 anima la città trentina trasformandola in un teatro a cielo aperto, e che tuttavia non sembra avere un collegamento diretto con la Notte delle Fiabe capitolina.
Seduti su teli di stoffa e cuscini, bambini e genitori entrano nello stesso spazio simbolico, e lo stupore sul volto dei piccoli si riflette negli sguardi dei grandi, che ritrovano un ascolto attento e una calma spesso dimenticata nella vita quotidiana. Le emozioni diventano qui un ponte, grazie a questo approccio i bambini imparano a riconoscerle, a gestirle, a esprimerle, mentre i genitori riscoprono il valore dell’ascolto lento. Come avviene nella lettura partecipata di albi illustrati, anche qui la storia non è solo ascoltata ma vissuta, e grazie ad essa i bambini elaborano paure, si immedesimano, rielaborano nel gioco simbolico. Le fiabe diventano allora non solo intrattenimento, ma esperienza trasformativa che educa alla gentilezza, all’empatia, al rispetto. Dal punto di vista emotivo, dunque, l’evento permette ai bimbi di riconoscere e simbolizzare paure o desideri propri, e in questo senso, la fiaba parla ai bambini del mondo interiore, nei linguaggi e schemi che loro stessi sanno decodificare permettendo di elaborare esperienze universali e personali.
La Notte delle Fiabe appartiene all’intera comunità educativa, dai bambini alle famiglie sino a educatrici e territorio; il giardino del nido ampio e rigoglioso, non è solo un luogo fisico, ma uno “spazio educante” che si trasforma e accoglie. In quella notte non c’è distinzione tra ruoli, ma tutti diventano parte di un’unica storia: per le famiglie, l’evento resta nella memoria come un dono, e quindi non più il classico saggio di fine anno, ma un momento autentico, capace di lasciare tracce emotive profonde.
Per le educatrici, è una buona occasione per mettere in campo creatività, professionalità e sensibilità, mentre per i bambini, è un ricordo d’infanzia che continuerà a nutrire la loro immaginazione.
Ogni anno la Notte delle Fiabe, rinnova la sua magia. È un’esperienza che unisce, che celebra la crescita dei bambini e che ricorda agli adulti quanto sia importante rallentare, ascoltare, lasciarsi incantare. Le fiabe, con la loro forza antica, continuano così a educare e a ispirare, trasformando una semplice serata in un rito collettivo che resterà nel tempo come parte della nostra tradizione educativa.
Per concludere l’idea sulla quale poggia questa nostra iniziativa è quella di far evolvere oltre la semplice lettura condivisa e trasformarla in un’esperienza pedagogica e comunitaria più ampia, dandole così la possibilità di diventare un vero e proprio laboratorio di intelligenza narrativa, che permetta a bambini, educatrici e genitori di incontrarsi e costruire insieme significati, emozioni e racconti condivisi. Si tratta di una modalità partecipativa che apre nuove prospettive, e fa uscire la fiaba dai confini del nido per incontrare il territorio, immaginando così un futuro in cui l’evento possa estendersi anche in una piazza del quartiere, coinvolgendo l’intera comunità.
Proprio da qui, forse, nasce il desiderio di andare oltre e di riflettere ancora su come il nido Massimina possa continuare a sperimentare forme sempre nuove di narrazione e partecipazione collettiva: questa riflessione sarà, infine, oggetto di un prossimo articolo, dedicato a esplorare come la fiaba possa diventare strumento di relazione, partecipazione e crescita condivisa.
Alessandra Altobelli, educatrice



 
 
Nessun commento:
Posta un commento