mercoledì 4 gennaio 2012

Lazio ai primi posti dell’economia verde italiana

Il Lazio, con le sue 30.240 imprese che tra il 2008 e il 2010 hanno investito in prodotti e tecnologie green, è al terzo posto nella graduatoria italiana solo dopo la Lombardia e il Veneto. Questo quanto rileva il rapporto Green Italy 2011, presentato pochi giorni fa da Unioncamere a Milano, e testimone del salto in avanti di tutta l'economia verde del nostro Paese.
Il rapporto mette in evidenza, infatti, che è l'intero tessuto economico italiano a muoversi seguendo un "filo verde" che attraversa e innova non solo i comparti tradizionalmente ambientali – come per esempio il risparmio energetico, le fonti rinnovabili o il riciclo dei rifiuti – ma anche i settori più maturi della nostra economia, perché la peculiarità della green economy italiana sta proprio nella riconversione in chiave ecosostenibile dei comparti tradizionali dell’industria italiana di punta.
Sembra essere in atto una vera rivoluzione verde: il 23,9% delle imprese italiane hanno investito in prodotti e tecnologie green e il 38% delle assunzioni programmate per l’anno in corso è per figure professionali legate alla sostenibilità. 
Altro dato positivo è che quest'onda di cambiamento attraversa il Paese da nord a sud, tanto che le prime dieci posizioni della classifica regionale per diffusione delle imprese che investono in tecnologie green, sono occupate equamente da cinque regioni settentrionali e cinque meridionali.
Claudio Gagliardi, segretario generale Unioncamere, nel suo contributo alla presentazione del rapporto Green Italy 2011, mette in evidenza come il modello italiano di green economy non sia frutto di politiche pubbliche ma il risultato di un processo bottom-up. Un processo  guidato da 6 milioni di imprese e fondato sia sullo sviluppo di settori alternativi "classici" che sulla rivitalizzazione dell'offerta economica legata al territorio e ai saperi delle PMI. La strada verde dell’industria italiana, a cui il rapporto Green Italy ha dato voce, è il “racconto collettivo” delle tante imprese protagoniste, spesso inconsapevoli, di questa riconversione "silenziosa".
Sempre Gagliardi ci offre un approfondimento nella lettura di quanto è accaduto, nei vari settori produttivi:
Conciario - Dall'emergenza ambientale all'efficienza: il 95% delle acque utilizzate nel processo viene depurato, mentre il 75% dei rifiuti viene riutilizzato all‟interno dello stesso ciclo conciario o in altre filiere.
Cartario - Ha ridotto di un terzo i consumi energetici, mentre il macero del riciclato rappresenta la prima fonte di fibre per i prodotti cartari italiani, con una percentuale del 50% sul totale delle materie prime utilizzate.
Legno e arredo - Forte crescita delle certificazioni forestali che riguardano l‟origine stessa dei prodotti in legno e sviluppo di innovazioni nel segno della sostenibilità in tutte le fasi della filiera.
Agricoltura - Boom del biologico in Italia: ottava al mondo per superficie bio e seconda in UE, maggior esportatore mondiale di prodotti bio, prima in UE per n° di imprese agricole che hanno scelto il metodo biologico.

Per approfondire: www.unioncamere.gov.it

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