sabato 24 settembre 2011

Le recensioni di Elena Cordaro

L’algoritmo al potere: vita quotidiana ai tempi di Google di Francesco Antinucci (ed. Laterza.)

Anche se ci è voluto del tempo per abituarci, oramai che ci siamo, siamo tutti quanti inseriti in un’era decisamente e senza alcun dubbio dominata dalla tecnologia, dove tutto o quasi è automatizzato, computerizzato.  Ci siamo talmente abituati a certe “comodità” che, se prima, fino a qualche tempo fa, ci spaventavano per le possibili conseguenze inimmaginabili, ora non potremmo più starne senza. Ovviamente non parlo dei giovani, che con certa tecnologia hanno convissuto sin dalla culla, ma di quelli, a partire dalla mia generazione in su, fino alle persone dell’età dei miei genitori. I nostri figli hanno imparato a camminare gattonando tra cavi di modem e prese scsi, ma noi… noi sì che abbiamo “vissuto” questa rivoluzione, sulla nostra pelle! Abbiamo dovuto studiare di nascosto, per non sembrare degli analfabeti agli occhi degli altri, che magicamente sapevano già tutto (e forse studiavano di nascosto per non sembrare analfabeti agli occhi nostri che facevamo finta di sapere tutto). Poi pian piano ci siamo abituati (anche a continuare a studiare), e abbiamo “fatto pace” con la tecnologia. Abbiamo più o meno imparato ad usarla e alla fine siamo diventati tutti pigrissimi. Le paure apocalittiche di certi utilizzi della tecnologia si sono dissolte davanti alla magica comodità di andare in banca senza uscire di casa, comunicare per iscritto in tempo reale, mostrare agli amici delle foto delle vacanze senza nemmeno passare dal fotografo a farle stampare.  E così, anche per pigrizia, siamo diventati tutti molto bravi nell’utilizzo degli strumenti informatici, anche senza studiare. Quasi miracoloso!! Possiamo essere presenti in contemporanea  ad una riunione, rispondere alle e-mail, visitare l’altro lato del pianeta, accedere ad una serie di informazioni di carattere scientifico, tutto insieme! E magari anche più o meno nello stesso tempo, contribuire con le nostre informazioni, far sentire la nostra “voce” (si fa per dire, perché  gli altri utenti  la leggeranno più che sentirla…) ed ecco lì le”magagne”… i rischi dei quali Antinucci in questo saggio ci mette in guardia… Perché questa velocità di scambio e di possibilità di accesso ad informazioni che viaggiano e alle quali accediamo in maniera sempre più facile (computer, telefonino) ci permettono di conoscere, sapere, accedere e scambiare informazioni e notizie ma nello stesso tempo da l’altra parte ci espongono al rischio di sempre maggiore superficialità, dovuta proprio al fatto che chiunque, spesso senza neanche un filtro e senza dunque controllo, immetta nelle rete informazioni che possono essere senza fondamento, ingannevoli.
Spesso infatti il messaggio che ci giunge è di incoraggiamento a partecipare,  a dire la nostra, contribuire tramite le community, i social network perché è proprio lì che si nasconde il punto di forza dei social network: non tanto creare un bacino di utenti il più vasto possibile, ma allargare il vastissimo bacino di utenti rendendoli contemporaneamente autori e fruitori loro stessi, incoraggiandoli ad un ruolo attivo e non solo passivo di semplici utenti. Da un lato è sicuramente gratificante, ma dall’altro, se non vi è un serio controllo può addirittura essere pericoloso o fuorviante, anche se in realtà è coloro che contribuiscono sono in ogni caso la minoranza e spesso il loro contributo si limita alla conferma di quanto già espresso da altri.
Ma espone anche gli utenti ad un eccesso di visibilità a discapito della loro stessa privacy, che poi ci si sforza di difendere per altre vie.
Quello che il professor Antinucci, direttore di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR  vuol porre in evidenza è il paradosso che questa forma di partecipazione così massiccia a strumenti mediatici non dia poi, al dunque, oltre alle indubbie “comodità” anche il risultato di uniformarci a comportamenti e modelli promossi da altri. Il potere del “passaparola” riportato su vastissima scala dunque, all’ennesima potenza. Visto da questa angolatura sarebbe un gran passo indietro, non c’è che dire… rispetto al progredire fantastico della tecnologia, proprio perché, a seconda dell’uso (o peggio dell’abuso) che se ne fa, si raggiunge lo scopo o si fallisce in pieno. 
Elena Cordaro

1 commento:

  1. Questa bella recensione di Elena Cordaro, dell'interessantissimo libro di Francesco Antinucci, rappresenta per noi di Magic BlueRay l'anteprima ideale alla presentazione di Cronache di Monterotto, di Dario Amadei, che si terrà martedì prossimo, 27 settembre, alle ore 18:30 nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, di cui Elena Cordaro è la responsabile per la città di Roma.

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