sabato 11 febbraio 2012

Una volta c'era il pensiero...

Le donne vittime inconsapevoli della immagine voluta da un mondo maschilista?
La prestanza fisica, al servizio di un'anima in cerca delle proprie definizioni o che tenta di annullare l'angoscia di una presa di coscienza, può essere un elemento deflagrante nell'indirizzare verso il compiacimento narcisistico le pulsioni insoddisfatte.
Semplicemente: un essere che convive da tempo con un dolore mai rielaborato, con una perdita mai sofferta fino in fondo, se non incontrasse sulla propria strada la possibilità di una facile gratificazione legata al suo essere fisico, perchè non suffragato da un aspetto seducente, avrebbe due scelte: accettare le perdite o le sconfitte come parte della vita o rendersi consapevole che la propria incapacità di "sentire" rappresenta il simbolo di un problema più profondo.
Naturale: ciò accade anche al sesso maschile. Ma nella donna l'elemento seduttivo, l'apparenza, sono componenti essenziali di tutta una serie di gratificazioni e occuparsi della propria fisicità allontana necessariamente e provvidenzialmente dai terreni sdrucciolevoli dei propri conflitti interiori.
Ci si gratifica con un nuovo abito, un taglio di capelli, i colpi di sole, tutto sano, ludico e ben venga… che c’è di meglio, a volte di una giornata di shopping sfrenato anche trafficando nei mercatini? Non mi riferisco a questi atteggiamenti femminili che non solo condivido in pieno, ma che trovo siano uno degli aspetti più significativi del nostro modo di volerci bene, di scacciare le preoccupazioni, l’ansia, di ritagliarci momenti per noi e magari tornare a casa con una collana fichissima pescata in un mercatino di periferia – personalmente ne ho tante che non so più dove metterle – Parlo d’altro, parlo di quando l’attenzione si sposta in modo ossessivo sul nostro corpo, che pure va sanamente curato, mi riferisco al sopracciglio tatuato, che tra l’altro omologa tutte le espressioni, ad un labbro gonfiato e ridisegnato; si finisce poi, col cedere poi all'idea di nuovi seni, ad un buon lifting, a un gluteo rimodellato... gli occhi nella scollatura, le labbra evocatrici di sensuali promesse. Ci sembra di volerci bene così, di accontentare quella parte di noi che non si sente bene e invece l'oggetto così trasformato soddisfa e nutre le pulsioni narcisistiche che, a loro volta, coprono l'angoscia di non esserci, la paura di non essere eguali ai modelli proposti e massificati rimuovendo altresì probabili, irrisolti conflitti.
Non si tratta più, o solo, di "cancellare i segni del tempo", ci pieghiamo, in questo modo  rinunciando alle nostre identità: ci ordinano di essere eccitanti, volgari, di far immaginare con le rigonfiate tette e sulle labbra non voglio soffermarmi per non scadere nella volgarità... Bisogna essere forti e sane per tutto questo, perchè nessun culo tondo ha mai risolto frustrazioni profonde, la deriva narcisistica è come una sabbia mobile, come le benzodiazepine prese in dosi massicce: anestetizza ma non guarisce, ammala.

Ombretta D’Ulisse

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