sabato 15 marzo 2014

Let it Lok: Pace... a cominciare da noi

La pace, quale meta più ambita per l’umanità? L’utopia di un mondo pacifico è viva nei sogni di tutti, ma probabilmente non abbastanza incisiva da porci nelle condizioni di “generare” pace. Proprio così l’uomo auspica il bene e maledice il suo prossimo; parla di filantropia e inganna il suo amico; predica  pace e si arma, attacca, distrugge. È a causa di questa contraddizione di fondo tipica dell’uomo che la pace rappresenta (e forse lo sarà per sempre) solo ed esclusivamente  un’utopia, un sogno, un desiderio. Lo conferma persino il Dalai Lama: <<Tutti parlano di pace, ma non si può realizzare la pace all’esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l’odio>>.
Fortunatamente, nel corso della storia non sono mai mancate le personalità determinate a raggiungere la loro meta: coloro che non hanno mai smesso di crederci; coloro che sono stati in grado di rinunciare a tutto in nome di un ideale;coloro per i quali la pace non era un semplice obiettivo, ma una vera e propria fonte di ispirazione per la vita quotidiana; coloro che hanno condotto una guerra fatta di amore, solidarietà e servizio. I paladini della pace: Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King, papa Wojtyla, Gandhi, alcuni dei nomi più significativi.
Ma non è indispensabile essere degli eroi, né finire sui libri di storia: ognuno di noi può rendersi fautore e promotore di pace nel mondo. Occorre partire dal proprio spirito: ricongiungere cuore e anima; trovare un pacifico equilibrio interiore; annullare qualsiasi tipo di negatività, cattiveria, odio, invidia;  sentirsi pienamente soddisfatti e orgogliosi di condividere la propria estasi con gli altri, ma senza presunzione o senso di superiorità; AMARE PER AMORE.
E poi dalla propria essenza propagare questi valori innanzitutto nel proprio microcosmo. Perché non iniziare a diffondere la propria luce nell’ambito del nucleo familiare? È comune identificare la guerra come conflitti mondiali, bombardamenti a città, attacchi sottomarini, combattimenti truci e violenti; la guerra non appartiene solo ad Afghanistan, Israele, Libia! La guerra è ovunque: vaga per le nostre strade quando tra autisti ci si aggredisce per non aver rispettato la precedenza; impazza per i banchi di scuola quando si litiga, ci si sbraita a vicenda, non si rispetta il pensiero del compagno; divora le famiglie ogni volta che un marito sputa in faccia a sua moglie, ogni volta che un figlio manda il genitore a quel paese, ogni volta che una madre maledice il giorno in cui si è sposata; la guerra è in noi stessi ogni volta che auguriamo del male a qualcun altro. La guerra siamo noi quando ci priviamo dell’amore per l’esistenza, sopraffatti dall’oscurità della negatività.
E allora come potrebbe una mamma insegnare il concetto di pace a suo figlio, l’istante dopo aver litigato con suo marito?
Dunque l’uomo trovi la sua beatitudine interiore; annienti le bombe nucleari che minacciose regnano nel suo animo; impari ad amarsi, piuttosto che autodistruggersi con la violenza quotidiana; apprenda la gioia di consacrare la vita all’amore e alla serenità; e poi diffonda la sua profumata e candida essenza, a partire dal nucleo familiare fino ad ambienti macrocosmici; lasci che la sua pace esploda, inondando tutto ciò che lo circondi. Allora la pace sarà l’indiscutibile regina: non un’utopia, un sogno, bensì una tenera realtà. E i Tg non ci tartasseranno  più con notizie di bullismo, violenze, suicidi, femminicidi, stragi, catastrofi umane, città e animi rasi al suolo; bensì mostreranno gente che si ama, uomini che fanno l’amore, bambini che imparano a volersi bene, piuttosto che giocare con armi da fuoco. I quotidiani racconteranno di quanto l’umanità viva beatamente nel cosmo della pace. E allora, il mondo sarà diventato dimora pacifica, perché l’animo sarà covo d’ amore.
Filomena Locantore

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