domenica 13 aprile 2014

Let it Lok: Primavera

La mia stagione preferita è finalmente arrivata. Non è magica la Primavera? Con i suoi colori, i suoi profumi, le sue melodie. Il tepore del Sole, dopo mesi di incertezza, diventa sempre più sicuro e avvolgente. La natura canta, è gioiosa: si veste di splendenti fiori dai colori più svariati, vivaci e intensissimi; danza a ritmo di cinguettii e schiamazzi di bambini spensierati. L’esistenza è più allegra: la gente sorride di più, perché è sufficiente l’affascinante magnificenza del Sole ad attenuare una “cattiva” giornata, a trasformare, rivoluzionare, rinnovare.
La parola primavera deriva dal latino [primo], che naturalmente significa “inizio”: e cosa è più elettrizzante ed emozionante di un inizio? Quando tutto è ancora da scoprire, da assaporare, da vivere: tutte le più belle e forti emozioni pervadono l’anima, risvegliandone persino la più tenebrosa e infima essenza. Una nascita. La fine, comporta sempre un po’ di amarezza, tristezza, malinconia, e persino disperazione, o follia. L’unico aspetto positivo di una fine è essere consapevoli che al 100% ci sarà la possibilità di un nuovo inizio, sempre e comunque, nell’interminabile ciclo della vita.
Il morfema [ver], invece, deriva da una radice indoeuropea e significa “splendente, ardente”.
Dunque, l’etimologia cela in sé il segreto della magia della bella stagione. La Primavera è inizio, inizio di splendore. Per tutto e tutti. Per l’intera esistenza.
Io sono profondamente affascinata dall’incanto primaverile: mi ha sempre portato buone novelle; anche cattive, che nel tempo sono diventate persino più squisite delle buone. In primavera sono nati entrambi i miei genitori, coloro ai quali devo la più immensa gratitudine per avermi dato l’opportunità di contemplare la bellezza della vita. Era maggio quando nacque la mia sorellina, un piccolo batuffolo con le labbra a cuoricino, che stravolse la mia infanzia: una delle sorprese più fantastiche che la vita potesse riservarmi. Era aprile quando iniziò la mia prima vera storia d’amore: avevo 15 anni, lui 16. Era un tiepido pomeriggio primaverile, il sole al tramonto conferiva un’atmosfera troppo fiabesca e noi due ragazzetti ci baciammo timidamente, nascosti in un angolo vicino casa mia, proprio mentre mio nonno passava di lì col suo pandino verde. Conoscevamo ancora poco della vita e per questo eravamo teneramente spensierati.
Era fine marzo quando intrapresi il mio primo viaggio all’estero, insieme alla mia classe: indimenticabile gita a Praga. Fu la prima volta che sperimentai una sensazione, o meglio uno stato dell’essere, di cui avevo sempre sentito parlare e di cui avevo letto in numerose occasioni nei romanzi o nei libri di storia, qualcosa di indiscutibilmente supremo: la libertà. Avevo appena compiuto 18 anni: era ora di iniziare a familiarizzare maggiormente con questo astratto concetto, trasformandolo in qualcosa di più, per esempio un ideale di vita. Da allora diedi avvio ad una fase totalmente nuova della mia esistenza: mi costò caro, carissimo. Ma era l’unica via per raggiungere la gioia di conoscermi un po’ meglio ed essere un po’ più me stessa, e non quello che gli altri si aspettassero che io fossi.
Era primavera, l’anno scorso, quando decisi di scrollarmi definitivamente di dosso tutti i residui del rancore, la disperazione, la tristezza, l’inquietudine, l’ansia che appartenevano ormai ad una fase passata. Il mio migliore amico, mi prese per mano, mi guardò negli occhi e proferì: “Sorridi. Devi sorridere: la vita è una, la gioventù è fuggente. Non ne vale la pena perdersi questo miracolo, aggrappandosi ai fardelli del passato. Metabolizza, espelli e vai avanti. Intrepida come la più imponente delle navi. Senza paura. E sorridi! Sempre!” E poi mi abbracciò forte.
Da allora trascorro la maggior parte sorridendo e ridendo, persino a crepapelle. Certo, i momenti di tristezza non mancano, ma dopo riesco sempre a sorridere. E vado avanti, intrepida come la famosa nave.
Anche la Primavera 2014 sta andando, e già rilascia i suoi primi doni. Momenti di singolare felicità, estasi. Tanto per cominciare ho riscoperto l’ebbrezza del respiro, e se poi questi sono due e procedono all’unisono, il paradiso è molto più vicino: semplicemente da brivido. Evadere dalla monotonia quotidiana verso le spiagge salentine, fuggire controvento verso la meta della spensieratezza, e perdersi in un mondo completamente a parte, lontano da qualsiasi complicazione, dubbio, ansia. In riva al mare tutto ha un suono differente, e l’eternità di quell’istante non appare un’idea irrealizzabile. Poi arriva l’inaspettata novità, e tutto prende una piega differente, ma l’ardore della Primavera non cessa.
È Primavera qui e ora. Smuovetevi dai divani, dai social network, dalla tecnologia nera; uscite, andate a passeggiare, in un parco, in riva al mare, in una campagna. Lasciatevi affascinare dalla magia primaverile. Correte a dare INIZIO al vostro SPLENDORE!

Filomena Lok Locantore

Nessun commento:

Posta un commento