mercoledì 23 novembre 2011

Una volta c'era il pensiero...

Al Teatro Cometa Off di Roma “La fine della fiera”    
di: Daniele Prato, Francesca Staasch
Regia: Riccardo Scarafoni
Cast: Francesco Venditti, Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Riccardo Scarafoni.
L’avevamo già visto qualche mese fa ma  siamo tornati molto volentieri e non solo per accompagnare amici cui l’avevamo caldamente consigliato. Oltretutto le parole ci piacciono e spesso occorre riascoltarle per sentirne appieno il significato. E  alle parole i quattro personaggi affidano il racconto della loro vita, delle proprie ferite, delle gioie provate e quelle irrimediabilmente smarrite o distrattamente lasciate andare. Storie potenti,o storie minime, di fragilità in cui riconoscersi cui la scrittura del testo regala caratteristiche adeguate ad ogni situazione, ad ogni motto dello spirito. Rabbia, follia, disperazione, speranza, indifferenza, dolcezza sono solo alcune delle dinamiche affettive che rimbalzano da un racconto all’altro, unite forse solo dalla ricerca, quella che ognuno di noi, anche inconsciamente, persegue nella propria esistenza, ricerchiamo l’amore anche se non lo vogliamo ammettere, il potere ad ogni costo, l’uscita dal tunnel del fallimento o della follia. Non sempre si riesce a sostenere il peso della frustrazione,dell’insuccesso del male che ci condanna, ci perseguita cui alla fine ci si arrende. Uno spettacolo che muove molte corde e, modestamente, mi piace sottolinearne una:la sospensione dal giudizio sulle azioni altrui troppo spesso liquidate nel bene e nel male, imprigionate nelle categorie di un pensiero che spesso articoliamo a fatica.
Regia di ottimo livello nella sua essenzialità minimalista:nulla si perde di ogni storia. Riccardo Scarafoni, che è anche uno dei quattro bravissimi interpreti, ha diretto con rigore uno spettacolo non facile riuscendo a mantenere il patos per  l’intera rappresentazione; la conduzione della scena sembra seguire il martellare delle situazioni,dei sentimenti,l’ineluttabilità dell’epilogo.
I quattro interpreti danno una prova di grande professionalità, non solo nella recitazione ma anche in una sorta di fisicità che arriva diretta e aiuta a promuovere un sentimento di empatia nei confronti dei personaggi che incarnano.
Beh, se “Una volta c’era il pensiero” questo lavoro teatrale aiuta a ritrovarne il senso…..
Ombretta D’Ulisse

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