martedì 15 aprile 2014

Scrittura creativa e dislessia

Qualche giorno fa eravamo in una classe per il laboratorio di scrittura creativa e al termine, la conversazione con la maestra, mi ha molto colpito. Mi ha detto che non aveva mai visto lavorare così bene quei suoi tre bambini con DSA. Non li aveva mai visti sorridere come sorridono quando ci siamo noi in classe, mai aveva visto quella mano alzata per intervenire nel dibattito, mai si era immaginata quell’impegno nel dettato per non perdersi nemmeno una parola della storia.
E mi sono chiesta: ma noi cosa abbiamo fatto di così speciale? Si, perché quando si fa scrittura creativa con Dario Amadei tutti sono entusiasti, tutti sono partecipi, nessuno rimane indietro, si isola o si rattrista, anzi si vive un clima talmente esplosivo, che qualche volta è difficile ritrovare l’ordine. Ma si tratta di caos creativo e non ci sono problemi.
Quest’anno non è la prima volta che ci capita di accomunare la scrittura creativa alla dislessia.
In un altro corso, una bambina ci ha confidato di essere seguita perché non sa scrivere, ma con noi si diverte tanto a raccontare storie e non ha paura di sbagliare le doppie; un ragazzo “che ha problemi” a seguire e a “mantenere l’attenzione”, come ci dice un’altra insegnante, è talmente preso dalla scrittura creativa che per due ore non si alza dalla sedia, interviene alzando la mano, aspetta il suo turno mentre ascolta i compagni e poi ogni settimana viene con una storia tutta sua, scritta a casa, per regalarla a Dario.
E allora il pensiero che a Dario frulla da anni in testa, forse non è poi così tanto un’utopia. Anzi, ne siamo proprio convinti: la scrittura creativa è un’arteterapia che dovrebbe diventare “materia didattica” accanto alla grammatica, alla storia e alla geografia.
Imparare a far fluire le idee in maniera spontanea, ascoltare e far proprio il pensiero degli altri verso un traguardo comune, sentirsi i protagonisti di quanto si sta realizzando, allargare i propri orizzonti,  relazionarsi con i compagni senza sentirsi giudicati, sono tutte proprietà della scrittura creativa che sviluppano e arricchiscono la crescita personale della persona.
La scrittura creativa abbatte le barriere della diversità e come ci insegnano la talpa Moletta di Edizioni Angolo Manzoni, casa editrice torinese che fa leggere ad alta leggibilità e il bellissimo libro di Pasquale De Caria, “Il vicolo delle lettere ribelli”, di Edizioni Graphofeel, quello che bisogna curare sono i pregiudizi e l’ignoranza di una società che spesso non sa includere, ma solo allontanare.
Elena Sbaraglia


2 commenti:

  1. BRAVISSIMI! e quello che scrivete è verissimo! Pennac (disgrafico) riuscì a compensare il problema grazie a un insegnante che gli disse: "Non riesci a scrivere il tema? scrivi un romanzo"...

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