martedì 29 novembre 2011

Monterotto News

PVC
- Carissimo Oirad, oggi lascerò un segno indelebile nella storia dell'umanità e tu mi farai da testimone!
Mentre parlava, il prof. Avenarius, armeggiava attorno ad una strana macchina ed Oirad lo osservava in silenzio: il suo sguardo lasciava intendere che in quel momento avrebbe voluto trovarsi a centinaia di kilometri di distanza.
- Sa professore - azzardò timidamente - mi sembra davvero improbabile che questo "Coso" possa in qualche modo funzionare!
- "Coso"? "Coso"!! - ringhiò Avenarius - Quindi secondo te la mia geniale invenzione sarebbe un "Coso"!!! Sei proprio un troglodita e se tutti ragionassero come te, vivremmo ancora nelle caverne!
Oirad, offeso, fu sul punto di tirare a quella ignobile palla di lardo, una pesante chiave inglese, ma la curiosità prese il sopravvento e decise di vedere come sarebbe andato a finire quell'assurdo esperimento.
La macchina di Avenarius aveva in realtà l'aspetto di una gigantesca lavatrice. 
- La mia creatura, stupido omuncolo - disse il professore, che non sembrava intenzionato a cambiare tono - risolverà per sempre due dei più gravi problemi delle generazioni future. La sua tecnologia avveniristica permette infatti, in maniera semplice ed assolutamente ecosostenibile, di trasformare la plastica in acqua potabile!
Oirad, che non sapeva a questo punto se piangere o ridere, rimase immobile come una statua: si sentiva i muscoli paralizzati e non riusciva a muovere nemmeno un dito.
- La vedi questa bottiglia di PVC, sottospecie di scimmione? - urlò il professore ormai in preda ad un'esaltazione mistica - L'ambiente ci metterebbe cinquecento anni a distruggerla, la mia macchina invece lo farà in pochi minuti e, cosa più importante, il prodotto finale sarà acqua fresca e cristallina, più pura di quella delle sorgenti di montagna.
Detto questo, Avenarius chiuse nella lavatrice la bottiglia, bloccò l'oblò e spinse il tasto d'accensione. Subito, da quella macchina infernale, si sprigionò un fischio, acutissimo, assordante che in pochi istanti mandò in frantumi tutti i vetri del laboratorio. Oirad sentiva il bisogno di urlare, ma dalla sua bocca spalancata non uscirono suoni.
- Beh, forse c'è qualcosa da perfezionare - disse il professore osservando con aria triste la grossa caraffa sotto lo scarico, completamente vuota.
Quando aprì l'oblò, la bottiglia di plastica venne sparata fuori con la violenza di una palla di cannone e lo colpì in piena fronte, facendolo stramazzare a terra.
Oirad si scosse e si avvicinò al corpaccione immobile di quell'uomo assurdo.
- Respira ancora - pensò forse un pò deluso.
E raccolse la bottiglia per andare a gettarla nel più vicino cassonetto.
Dario Amadei

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