giovedì 27 ottobre 2011

WebAppunti di Antonio Trimarco

Carnage
Carnage, in italiano carneficina. Due coppie si incontrano, i figli hanno litigato e nello scontro uno dei ragazzi è stato picchiato dall'altro con un bastone. Penelope, la mamma del bambino picchiato, è la promotrice dell'incontro e così i 4 personaggi si vedono nella sua casa. Il marito di Penelope è commerciante, i genitori dell'altro ragazzo sono una broker lei e un avvocato di grande successo lui. Penelope è una donna democratica e liberal appassionata dei problemi del Darfur e di arte. Il suo scopo è chiarire civilmente la questione e far rincontrare i ragazzi. Sembra tutto semplice senonchè nella sua bella casa questo incontro assume toni inaspettati. Nessuno dei personaggi esce dal suo mondo e dal suo ruolo e così lentamente la tensione sale. Forse perchè questo incontro è una cosa che si DEVE fare, ma che in fondo nessuno di loro sente davvero, lentamente l'atmosfera "buonista" si sfalda, le maschere saltano e lo scontro diventa di tutti contro tutti. E senza maschere ciò che emerge è la rabbia e la solitudine di ognuno. Un film sulla contraddizione di ciò che a volte vorremmo cercare di essere e ciò che siamo. Sul nostro sentirci soli nonostante ruoli, famiglie e routine. Sulla nostra rabbia interna e i nostri istinti tenuti costantemente a bada.
Il film è tratto da una piece teatrale di Yasmine Reza "Le Dieu du carnage".
E mentre i genitori hanno così vissuto e amplificato l'accaduto, nei titoli di coda si intravede invece una speranza, i due ragazzi che si rincontrano e che probabilmente si sono chiariti. Da vedere.
Antonio Trimarco


Link al libro della commedia

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