sabato 25 giugno 2022

Sette: viaggio nei vizi capitali in letteratura_L'ira

L'incontro di bibliolettura interattiva su "Sette: viaggio nei vizi capitali in letteratura_L'ira" è stato molto vissuto e, attraverso le scelte dei partecipanti, è stato delinato un profilo dell'ira intenso, a volte dai ritmi frenetici, altre volte sordo, che si delinea quando si vuole andare contro qualcuno, o qualcosa, anche contro se stessi e che non sfuma fin quando non viene esplicitato, a qualsiasi costo.
Buone letture!


Il signore delle Mosche di William Golding, scelto da Dario Amadei, è l'esempio dell'enigma del minotauro: persone evolute e apparentemente "brave" che regrediscono progressivamente ad un livello bestiale come gli uomini primitivi
L'urlo e il furore di William Faulkner, scelto da Riccardo Castellana, è prevaso dall'ira che ogni personaggio interpreta e riversa secondo le caratteristiche personali che lo contraddistinguono
Agamennone di Eschilo, scelto da Carolina Ragucci, è l'esempio di un'ira che cova nell'animo: vendicarsi per un torto subito che si ritiene insuperabile se non attraverso un gesto definitivo
La mite e Memorie dal sottosuolo di Fedor Dostoevskij, scelti da Isabella, è un'ira verso se stessi che non si riesce ad esprimere, che viene alimentata in quel monologo interiore che sfianca, esaspera e infine porta a gesti estremi
Una vita come tante di Hanya Yanagihara, scelto da Claudia Gasparri, in prima battuta scatena una rabbia nel lettore ed è l'esempio di come un'indole apparentemente tranquilla possa trasformarsi in un'ira su se stessi
La stanza di sopra di Rosella Postorino, scelto da Elena Sbaraglia, perché quando l'angoscia e l'impotenza di reagire in situazioni dolorose, proprie o di chi si ama, prendono il sopravvento, odiare il mondo circostante e chi ne fa parte, compresi se stessi, sembra l'unica scelta possibile

giovedì 9 giugno 2022

Bibliolettura interattiva al nido, con Ilaria si può

Salve a tutti, sono Ilaria e sono un’educatrice e sono qui per raccontare una storia…
In questa storia non ci sono principi con il cavallo bianco, draghi da sconfiggere e principesse da salvare, lupi neri dagli occhi gialli o animali parlanti che costruiscono case… ma ci sono i libri con tutti i loro personaggi veri o immaginari e il potente messaggio comunicativo, formativo ed emotivo che riescono a tirare fuori da ognuno di noi sfogliando quelle semplici pagine di carta ed inchiostro.
Quando ero piccola io, non ho avuto la fortuna di apprezzare la lettura resami un’attività dovuta per esigenze puramente scolastiche e vissuta da me con angoscia e ansia.
Poi all’Università, forse proprio per esorcizzare questa mia paura inculcata, ho scelto quattro semestralità di Letteratura per l’infanzia che mi hanno aiutato ad iniziare ad avere un approccio positivo al libro e alla varietà di testi più indicati da proporre alle varie fasce di età e questo mi è servito moltissimo nel mio lavoro al nido con i bambini.
E soprattutto ho cominciato ad avere piacere di leggere anch’io!!!
Non solo testi per la formazione professionale ma anche libri dove potessi trovare qualcosa di me e immergermi dentro quelle storie. Man mano che sfogliavo le pagine diventavano un po’ i miei vissuti, la mia storia…
Poi quest’anno, in occasione di un Corso di Formazione con Elena e Dario ho avuto il piacere di leggere il loro libro “Nati per Raccontare" che mi ha permesso di aggiungere un tassello in più alla mia storia.
Leggere ai bambini è un’attività che da sempre fa parte delle routines giornaliere al nido (e spero anche a casa).
Si creano momenti di lettura durante la mattinata, in piccolo gruppo, si legge prima del sonno e da quest’anno (grazie al Corso sull’Outdoor Education) si legge anche in giardino sotto l’albero.
Ci sono i libri “preziosi" quelli letti dalle educatrici e ci sono ceste o piccole librerie con i libri a portata di bambino per dare loro la possibilità di usufruirne autonomamente.
Sì, al nido si legge.
Ma non sarebbe meglio RACCONTARE???
La mia storia è proprio questa!!!
Quest’anno sono nella sezione medi una sezione in cui la fascia di età è molto variegata (1-2 anni).
Ho provato ad elaborare tutte le esperienze passate e recenti e a canalizzarle su alcuni punti chiave.
Dopo un’attenta osservazione ho selezionato alcuni testi che mostravano suscitare nei bambini un forte interesse.
Tra questi c’è sicuramente la favola di Cappuccetto Rosso.
Ho sentito alcuni (anche colleghe ahimè!!!) dire che Cappuccetto Rosso è una favola troppo cruenta e che non fa bene raccontarla ai bambini.
Forse queste persone non hanno mai avuto il piacere di leggere il saggio Il Mondo Incantato di Bruno Bettelheim!!!
La sua analisi psicoanalitica delle fiabe classiche potrebbe non trovare in tutti consensi, ma il fatto che le favole abbiano un linguaggio semplice e quindi sono di facile comprensione, che sono scritte nel linguaggio della fantasia che è lo stesso del bambino, che stimolano l’immaginazione e che attraverso i loro personaggi e le loro storie esercitano un forte impatto emotivo e formativo sui piccoli a tutti i livelli di personalità, questo glielo si deve riconoscere!!!
E lo dimostra il fatto che queste favole sono state tramandate di generazioni in generazione: i nostri nonni le hanno lette ai nostri genitori, i nostri genitori a noi e noi oggi ai nostri figli…
Ecco, continuiamo a tramandare storie!!!
C’è un momento della giornata in cui chiedo ai bambini se vogliono venire a leggere un libro.
Preferisco, vista l’età dei bambini, selezionare non più di 3/4 libri e leggerli per un certo periodo.
Ho notato che nel corso del tempo ho cominciato ad avere un gruppo di piccoli auditori sempre più vasto!!!
Li faccio sedere di fronte a me e chiedo loro che libro vogliono che racconti.
Lo prendo, faccio vedere loro l’anteprima e accolgo le loro prime reazioni: “È Cappuccetto Rosso", “Lupo Lupo!!!”, “È Cocco!!! Gnam", “Mamma Gufa!!!”…
Poi comincio a raccontare…
Il mio sguardo è rivolto sempre a bambini mentre le mie mani sfogliano le pagine per dare loro il supporto delle immagini che man mano seguono l’evolversi della storia.
Il tono di voce è modulato in base all’intensità dei momenti che caratterizzano la storia.
Se durante il racconto viene posta una domanda o un’esclamazione mi interrompo e accolgo il feedback in modo semplice anche solo ripetendo quell’esclamazione o rispondendo in modo chiaro alla domanda “È il lupo?” “Sì sì, è proprio il lupo”. “Nooo non è la sua mamma!!!” “Eh sì Cocco ha morso, ha fatto male!!!”
Quante reazioni si riescono ad intravedere e quante emozioni vengono tirate fuori e che traspaiono dai loro occhi e che finalmente riesco anch’io a vedere raccontando le storie e non semplicemente leggendole!!!
Con il tempo, quando i bambini sono entrati in confidenza con le storie, soprattutto i più grandi partecipano al racconto. Nel raccontare le favole cerco di usare sempre le stesse frasi e parole così che i bambini ne abbiano memoria.
L’altro giorno raccontando Cappuccetto Rosso ho dimenticato di dire il “toc toc” del lupo che bussa alla porta della nonna, ma fortunatamente c’erano loro che l’hanno detto per me!!!
È successo anche che finita la storia qualcuno mi ha chiesto: “E il lupo???”
Pochi secondi per rispondere… poi ho replicato io: “Eh già... E il lupo???”
Le risposte sono state: “È scappato via…” “Sta facendo la ninna.”
E allora ti rendi conto che sì, la Bibliolettura interattiva può essere sperimentata anche al nido!!!
Molto interessante è stato anche osservare che alcuni bambini, se dato loro il libro in un momento tranquillo, si raccontano la storia da soli, bisbigliando mentre sfogliano le pagine.
Queste osservazioni mi portano a credere e a sperare che già dal nido, magari nella sezione dei più grandi, non solo si può far approcciare i bambini alla lettura ma si può dar loro modo di leggersi attraverso la lettura e di raccontarsi attraverso di essa.
Questo è molto importante, perché, in questo mondo, i nativi digitali non solo sapranno apprezzare un libro, ma sapranno trarne da esso benefici sia a livello personale che sociale, perché le storie quelle vere o quelle immaginarie si tramandano davvero solo raccontandole!!!
Ilaria Dalmastri, educatrice