venerdì 23 luglio 2021

#senzaunlibromai di Laura Marotta: Sole, Luna e Talia in "Guarire con Basile"

Ieri era il turno di ‘SOLE, LUNA e TALIA’.
Una fiaba cruda e attuale che ha ispirato le belle addormentate di tutte le storie successive.
Uno spaccato sulla crudeltà e l'egoismo dell'uomo e sulle nostre immense capacità di adattamento e sopravvivenza - che nella fiaba sono simboleggiate da alcune fate che appaiono magicamente - persino nelle situazioni più rischiose e apparentemente senza via d'uscita.
Un padre che abbandona la figlia nel momento in cui questa è completamente indifesa pur di non affrontare la propria sofferenza e le proprie responsabilità.
(N.d.r. non che ci sia bisogno di una fiaba per ribadirlo, per proteggere i figli bisognerebbe parlar loro dei pericoli della vita e prepararli ad affrontarli, altro che illudersi di aver rimosso ogni possible ostacolo, cosa questa che li rende, appunto, solo belli e addormentati.)
Un re che è incapace di controllare i propri capricci e vizi e che stupra una fanciulla immersa nel sonno più profondo semplicemente perché lui è potente, lei è bella e non ci sono testimoni... e che non te lo togli lo sfizio??!! Poi però se ne dimentica. ‘Più poi’ però se ne ricorda e torna a vedere se c'è ancora margine per ‘dilettarsi’ un altro po'...
Una fanciulla buona, sicuramente troppo ingenua, che alla fine riesce a uscire dallo schema "così vuole il destino per te" e riprendersi la vita mentre il resto del mondo la piange già morta, che ama senza indugiare i figli anche se li ha avuti da una violenza carnale di cui non ha memoria.
(N.d.r.-bis vi immaginate quali sarebbero i commenti oggi? “Ma quale violenza, l'ha ammaliato lei, si è fatta mettere incinta e così l'ha incastrato,...”, tanto più che Talia si lascerà sedurre dal suo violentatore e lo sposerà, “doveva denunciare subito!”)
Una moglie tradita che invece di solidarizzare con la vittima di qell'essere viscido che ha accanto, il re violentatore, trama per uccidere una fanciulla e due bimbi innocenti.
E, per fortuna, chi, anche nell'assurdità della situazione raccontata, non smarrisce né il senno né il cuore: un cuoco che sa disubbidire e che non accetta di sacrificare due bimbi innocenti alla sete di vendetta di una regina malvagia.
Insomma, il mondo così com'è: egoisti, malvagi, creduloni, vittime innocenti ma anche brave persone che con un semplice gesto di disobbedienza mandano avanti il mondo intero.
(Dario Amadei, Guarire con Basile)
Laura Marotta

[Illustrazione di Mascia Kurbatova]

#senzaunlibromai di Laura Marotta: La gatta Cenerentola in "Guarire con Basile"

Della fiaba di Cenerentola ho sempre mal retto che il destino benevolo di una ragazza dovesse arrivare ‘via principe innamorato’.Erano altri tempi, si dirà: già ma quelle favole le raccontiamo alle bimbe di oggi, così come le leggevano a me da bambina, spesso senza stimolare nessuna riflessione critica sul tema. Insomma, tu femmina, anche nella sventura, pensa solo ad apparire bella e accalappiati un buon partito...
Tuttavia, nella fiaba originale, ‘La Gatta Cenerentola’ di Giambattista Basile potremmo dire che la protagonista, Zerzolla, nei lunghi anni della sventura, non se ne sta certo con le mani in mano ad autocommiserarsi ma, al contrario, costruisce da sé la propria salvezza con azioni sempre molto coraggiose, talvolta addirittura brutali ed esecrabili: per esempio quando uccide la madre perfida con l'inganno o quando, per ben tre volte, decide di sfuggire dalle intenzioni del re innamorato perso della sua bellezza e riesce a seminare, con stratagemmi magici (che altro non rappresentano se non le nostre infinite risorse interiori), i servitori reali che le danno la caccia.
Certo, alla fine dovrà sposarlo quel re invaghito perso - difficilmente a un re, nel Seicento napoletano, potevi opporre impunemente un rifiuto - ma non ho dubbi che una fanciulla così determinata saprà, anche a corte, trovare il modo per esigere i propri spazi di benessere e autoaffermazione proprio come da bambina aveva saputo sottrarsi ai condizionamenti soffocanti della madre prima e dell'educatrice tanto amata poi (e già, anche chi ci vuol tanto bene non è detto che abbia le capacità di ‘lasciarci sbocciare’ come vorremmo e meriteremmo).
Ultima nota: queste favole su Cenerentola sono tutte intrise di sgradevolissima ‘cultura patriarcale’ però poi, nei fatti, sti maschi so' tutti mosci da morire e fanno spesso solo la figura delle belle statuine e dei bimbi capricciosi. La ‘cancel culture’ ce la risparmiamo volentieri ma sempre dovremmo accompagnare la lettura di queste fiabe ‘d'altri tempi’ con riflessioni più ‘contemporanee’.
«Che cosa desideri?» domandò.
Zezolla rispose che desiderava uscir qualche volta di casa, senza che le sorelle lo sapessero.
«Quando vorrai farlo» rispose la fata «vieni alla pianta e ripeti: dattero mio dorato, con la zappetta d'oro t'ho zappato, con il secchiello d'oro innaffiato e con la seta t'ho asciugato. Spoglia te e vesti me! Quando poi vorrai riprendere i tuoi soliti abiti, devi solo cambiare l'ultimo verso e dire: spoglia me e vesti te!».
(La Gatta Cenerentola, Guarire con Basile, Dario Amadei)
Laura Marotta



domenica 11 luglio 2021

Guarire con Basile: le fiabe che curano

Voglio raccontarvi di un uomo che nelle parole ha trovato il senso della vita, anche quando il suo professore di biologia gli diceva che il senso della vita è vivere, prerogativa fisiologica di tutti gli organismi. Voglio raccontarvi di un uomo che nella scienza, nella medicina ha sempre dato spazio all'anima e non solo al corpo, che nelle persone che incontra legge le loro storie e non si sofferma sulle maschere che indossano. Di un uomo che è un profondo conoscitore e stimatore delle fiabe intese non solo da un punto di vista letterario ma antropologico e psichico, perché ha sentito l'immenso potere che scaturisce da loro, lo ha interiorizzato e verbalizzato per donarlo a tutti quelli che hanno occhi per guardare, orecchie per sentire, mani per toccare, bocca per gustare e naso per odorare le parole. 
Sto parlando del cacciatore di storie che nel suo nuovo scritto ha riportato alla luce, traducendole dal dialetto napoletano del seicento, le fiabe di Gianbattista Basile, padre a cui hanno attinto i narratori successivi, come i Grimm. 
Guarire con Basile Dodici fiabe per conoscerci meglio, tradotte e commentate da Dario Amadei è il libro che consiglio a tutti di leggere per regalarsi un mondo leggendario e per ritrovare, in quelle atmosfere lontane, qualcosa di noi, di attuale e di andare oltre gli ostacoli, le brutture, i pregiudizi che, nel mondo moderno, ci travolgono.
«Da qualche anno ho cominciato a leggere le fiabe di Basile con grande interesse, familiarizzando pian piano con l’affascinante dialetto originale e, aiutato anche dalla meravigliosa traduzione di Benedetto Croce, ho sentito l’esigenza di raccontarle a parole mie nell’italiano del ventunesimo secolo, scoprendo riga dopo riga la grande attualità dei messaggi che contengono» dice Dario Amadei «Ne ho selezionate alcune che sicuramente vi sorprenderanno per tanti motivi e le ho raccontate in questo libro, accompagnandole con delle mie considerazioni che potranno essere degli spunti di riflessione, utili forse a comprendere meglio noi stessi e gli altri».