martedì 12 luglio 2022

Sette: viaggio nei vizi capitali in letteratura_L'accidia

L'incontro di bibliolettura interattiva su "Sette: viaggio nei vizi capitali in letteratura_L'accidia" ha decretato, senza ombra di dubbio, che l'accidia è il vizio peggiore fra tutti, perché lo stare fermi, inermi, apatici non è un'innocua presa di posizione personale, ma colpisce anche chi è intorno, risucchiandolo nel vortice dell'inerzia e facendolo sentire inadeguato. 
Buone letture!


L'accidia ne La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, portato da Dario Amadei è rappresentata dal nonno Joe, che per 25 lunghi anni non si alza dal letto condiviso con gli altri nonni. Ha perso l'interesse per la vita, ma il biglietto d'oro trovato nel cioccolato dal nipote Charlie gli darà nuovi stimoli...
L'accidia ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo, portato da Marianna Polimene, è ironica sì, ma pur sempre accidiosa. Sempre tante scuse pur di non fare nulla, tante occasioni mancate di mostrare il proprio valore e tanti problemi irrisolti...
L'accidia ne La banalità del male di Hannah Arendt e ne L'uccello blu di Erzerum di Ian Manook, portati da Claudia Gasparri, è il peccato del silenzio, il non prendere una posizione, il voltarsi dall'altra parte. L'accidia manovrata dai totalitarismi...
L'accidia ne Gli sdraiati di Michele Serra, portato da Emanuela, è quella che colpisce i giovani, sempre più apatici nei confronti di ciò che li circonda e nel rapporto genitoriale. Un'accidia sociale che va contrastata senza se e senza ma...
L'accidia in Bartleby lo scrivano di Herman Melville, portato da Isabella, fa chiedere al lettore perché il personaggio è così, ma non si trovano risposte. Il motto "avrei preferenza di no" è proprio la staticità di chi decide di non muoversi mentre il mondo va avanti...
L'accidia ne Gli indifferenti di Alberto Moravia e in Un papa in guerra di David I. Kertzer, portati da Riccardo Castellana, è diversa: in Moravia abbiamo l'accidia della parole, voler fare ma poi è meglio di no, con l'ambiente familiare complice di quelle non scelte, in Kertzer è l'accidia concettuale di un personaggio che ha preferito prendere posizioni importanti a discapito di molti...
L'accidia ne Il mio anno di riposo e oblio di Otessa Moshfegh, portato da Elena Sbaraglia, è l'annullamento fisico e mentale di una persona che davanti ai problemi della vita sceglie di non vivere, di azzerarsi, ma dove la porterà questa scelta?