
È un libro che ti getta in faccia una manciata di fango. Il linguaggio è duro e la prosa è asciutta, metallica, ti prende a schiaffi e colpisce forte. Il testo sembra fatto apposta per una rappresentazione teatrale. Un palcoscenico buio, un faro centrale che illumina l’unica scena che caratterizza tutte le pagine del libro: un uomo e una donna seduti ad un tavolo che consumano una cena, con svogliatezza lei, con un certo impeto misto a rabbia lui.
Delia e Gaetano sono i protagonisti di Nessuno si salva da solo, sono una coppia “scoppiata” che non è cresciuta insieme, che non ha saputo gettare delle basi per un matrimonio solido, neanche dopo la nascita dei figli. Anzi…
In copertina la disperazione del loro abbraccio.
Ma chi è Gaetano? Debole, vigliacco, incarna l’uomo che smania spasmodicamente per quello che non ha. Non riesce a vedere il bello di ciò che è intorno a lui, ma cerca altrove soddisfazioni che forse non riuscirà mai a togliersi proprio, perché inaffidabile e inconcludente con gli altri ma prima di tutto con se stesso. Ha un rapporto con la vita da imbranato, da eterno indeciso.
E Delia? Una giovane donna che subisce la personalità forte della madre, il suo carattere prorompente. Un episodio, quando è ancora bambina, spezza irreparabilmente il suo rapporto con lei. Cresce con paure e insicurezze che la condurranno all’anoressia. Cerca di riscattarsi con il lavoro: si prende cura degli altri per prendersi cura di se stessa, ma il male è ancora sotto la sua pelle e il rapporto con un uomo come Gaetano non l’aiuta a trovare quell’equilibrio, che in realtà dovrebbe provare a trovare da sola. Insieme non riescono a fare quel passaggio necessario, maturo che naturalmente una coppia dovrebbe compiere dopo la prima fase dell’innamoramento, dell’attrazione passionale.
E così, dopo essersi separati, si ritrovano una sera a cena per prendere delle decisioni che riguardano i loro figli. Parlano, ma non si ascoltano e la loro attenzione è attirata da una coppia non più giovane, che sta cenando vicino a loro e che percepiscono come “idilliaca”. Marito e moglie anziani che ancora si scambiano effusioni, che si cercano, che si preoccupano l’una dell’altro. Alla fine le due coppie si scambieranno un saluto e delle battute, poche ma incisive che faranno riflettere il lettore su quanto l’apparenza molto spesso inganna, ma soprattutto su quanto coraggio, costanza e reciproca dedizione ci vuole per riuscire a “salvarsi insieme”.
Elena Sbaraglia
Nessun commento:
Posta un commento