La poesia di Michela Zanarella squarcia il velo che avvolge l’enigma del Minotauro e non ha paura di illuminare quel lato oscuro del nostro essere che ci ostiniamo a negare, ma con cui purtroppo dobbiamo quotidianamente fare i conti. La poetessa coraggiosamente prende per mano il suo lettore e, pur rincuorandolo e sostenendolo, gli fa scoprire un mondo popolato da violenze di ogni genere.
È un mondo buio, che “incendia i pochi fiati superstiti”, illuminato solo dalla tragica luce rossa del sangue e della sofferenza, un mondo pericoloso, che deve essere sconfitto a ogni costo. E Michela Zanarella lo affronta a viso aperto, senza timore, senza tacere nulla, regalando ai suoi lettori un’esperienza purificatrice sotto lo sguardo attento del silenzio che “sorveglia sensi smarriti, ancorati ad una mente che diffida dei colori del tempo”. I suoi versi, colpendo dritti al cuore, non suscitano un’estasi poetica sterile e inutile, ma provocano intense scariche di neuromediatori che scatenano la voglia di reagire anche negli animi più torpidi e indifferenti.
(Dalla prefazione di Dario Amadei)
ARTeMUSE presenta l’uscita ufficiale di “Tragicamente rosso”, la nuova silloge con monologo teatrale di Michela Zanarella. Dario Amadei che ha curato la prima prefazione ha definito Tragicamente rosso un’opera in sei cantiche (Rosso donna, Rosso Shoah, Rosso mondo, Rosso natura, Rosso follia, Rosso guerra) con monologo teatrale finale. Poesia e teatro sono uniti in un progetto editoriale che raccoglie quarantadue poesie ed il testo integrale del monologo, la lirica ‘tragicamente rosso’ è tradotta in spagnolo, inglese, hindi e romeno, a voler rendere universale il dolore e la violenza, perché tutto ruota attorno alla violenza, non solo quella di genere, nel femminicidio purtroppo sempre attuale, ma in una dimensione più profonda, che coinvolge il mondo, la natura, la mente umana, la memoria e la storia. È una poesia che urla, una poesia di denuncia verso il male che dilaga nella società e continua ad assorbire vite e anime. Non c’è luce questa volta, non c’è spazio nemmeno per gioire. Le brutture del mondo non lo permettono. La seconda prefazione è a cura di Vittorio Pavoncello che con attenzione analizza le metamorfosi del colore rosso, associate ad una scrittura che non lascia di certo indifferente il lettore: “Il rosso di cui parla la sinfonia di parole di Michela Zanarella, è un rosso che imbratta la vita, è un rosso che fuoriesce da tutte le parti e che dilaga insieme alla violenza che l’ha prodotto.” In copertina, da uno scatto di Michele Simolo, l’attrice del monologo Chiara Pavoni.
"Appesa ad un silenzio
nel precipizio di un amore
tragicamente rosso
cedo e m’adeguo
alle forme del dolore.
Urlano sensi violati
cellule straziate
invase e crocefisse
in un falso fiorire d’infinito."
nel precipizio di un amore
tragicamente rosso
cedo e m’adeguo
alle forme del dolore.
Urlano sensi violati
cellule straziate
invase e crocefisse
in un falso fiorire d’infinito."
Michela Zanarella è autrice di poesia, narrativa, testi teatrali, la sua poesia è tradotta in diverse lingue. Collabora con diverse testate giornalistiche e dirige la collana poesia ARTeMUSE.
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