Il potere terapeutico della lettura e la biblioterapia raccontati da un medico e una psicologa
“Nati per raccontare. Dalla narrazione creativa alla biblioterapia” di Dario Amadei ed Elena Sbaraglia
Il blog del contenitore culturale Magic BlueRay vuole raggiungere un pubblico nato per raccontare, con la passione per la lettura e la scrittura, capace sempre di sognare con i libri.
martedì 31 marzo 2020
lunedì 30 marzo 2020
Si parla di "Nati per raccontare" di Dario Amadei ed Elena Sbaraglia
Su Radio Blog
Tutti abbiamo storie da raccontare e con la bibliolettura, Dario Amadei ed Elena Sbaraglia, ci insegnano a farle emergere ed a capire l’importanza che hanno nelle nostre vite, perchè tutti siamo “Nati per raccontare”.
È da pochissimo uscito infatti, per le Edizioni Castelvecchi, il loro nuovo libro ed oggi su Radio Blog News, dopo la presentazione degli autori, ve ne leggiamo un pezzettino!!!
Buon ascolto!
Voce: Chiara Pugliese Musica: www.bensound.com Per contattarci: info@radioblognews.it
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martedì 17 marzo 2020
Restiamo in contatto

In questi giorni le riflessioni sono inevitabili, bussano a tutte le ore e non si può lasciarle fuori dalla porta. Ce n'è una in particolare che mi torna spesso in mente e allora ho deciso di metterla per iscritto, sollecitata anche dall'articolo di Maria Piera Ceci «Il prof ti viene a prendere attraverso la webcam» che per il Sole24Ore ha intervistato la mitica professoressa Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo e prorettrice dell’università di Padova, sulla situazione della didattica a distanza che le scuole di tutta Italia, di ogni ordine e grado, si sono trovate e vivere.
«La tecnologia» dice
«invece di essere qualcosa che sostituisce la presenza del
professore, è qualcosa che consente la presenza del professore. (…)
La tecnologia che fa la tecnologia e non che fa qualcosa al posto
nostro. A cui non viene più affidato il compito di impegnare il
nostro tempo e di risolvere le nostre difficoltà, ma la tecnologia
in cui l’umano utilizza un mezzo per arrivare all’altro umano.»
Come non essere d'accordo. Quello che ci è capitato, da un mese a
questa parte, è qualcosa di inimmaginabile che destabilizza tutti, a
prescindere dal ceto, dalla professione, dalla cultura, siamo tutti
nel gigantesco frullatore, per citare Dario Amadei, che è stato
acceso contro la nostra volontà, ma che inevitabilmente ci risucchia
inermi nel suo vortice. Per non stare solo a guardare gli avvenimenti
accadere e per non perdere di più di quanto perderemo, ecco che per
la maggior parte delle professioni, soprattutto quelle scolastiche, è
stato attivato lo smart working o lavoro agile ed ecco che insegnanti
di ogni ordine e grado riempiono i loro dispositivi con vari software
per permettere la tanto idealizzata didattica a distanza. Il
pensiero, però, che da dieci giorni bussa alla mia porta non è
tanto l'efficienza o meno di questo lavoro agile, quanto le menti dei
giovani e giovanissimi che sono stati, giustamente, allontanti da un
luogo, diverso dall'ambiente protetto di casa, che per loro non è
solo negativo (compiti, interrogazioni, incomprensioni di vario tipo)
ma aggregativo, in cui diventano grandi, in cui sviluppano il
pensiero critico, l'autonomia, in cui sperimentano emozioni positive
e negative che fanno crescere. E questo avviene solo grazie al
confronto umano con l'adulto di riferimento e con i compagni con cui
si relazionano. Più i bambini sono piccoli più il bisogno di
un'educazione umanizzata è imprescindibile e insostituibile, ma
anche per i ragazzi più grandi il contatto diretto è fondamentale.
Se l'insegnante, la famiglia, il ragazzo non sono smart così come li
vorrebbe la tecnologia, la possibilità di sentirsi “abbandonati”
non è così difficile e quello che mi auguro più di tutto è che
tutti noi adulti che lavoriamo con i ragazzi, a diverso titolo, ci
facciamo trovare pronti a sostenerli e ad abbracciarli quando tutto
questo sarà finito, perché il trauma vissuto in questo momento
potrebbe essere significativo e da non sottovalutare.
Elena Sbaraglia, psicologa, operatrice culturale
sabato 7 marzo 2020
Si parla di Nati per Raccontare
#libri ModulazioniTemporali
L’avvento dell’era informatica comporterà la scomparsa del libro, o quanto meno del suo formato cartaceo. I nuovi libri si leggeranno comodamente sullo schermo del tablet o del computer...Questo scenario, ormai non più avveniristico, ha fin dall’inizio provocato una reazione da parte degli estimatori del libro tradizionale, tra i quali oggi possiamo annoverare due difensori agguerriti della sua insostituibilità, Dario Amadei e Elena Sbaraglia, che insieme hanno scritto “Nati per raccontare. Dalla narrazione creativa alla biblioterapia” (Castelvecchi editore, Roma 2020, pp. 109, euro 14, 50).
Recensione di Luciano Albanese continua a leggere
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