Molti di voi conoscono Massimo Laganà come giornalista e come commentatore social attento e sagace, noi di Magic BlueRay abbiamo avuto il piacere di conoscerlo anche come narratore attraverso la sua raccolta di racconti Renoir, edito da Morellini. È un viaggio fisico da Bergamo a Reggio Calabria, da Roma a Lampedusa, da Milano a Napoli e ancora Ravenna, Bologna, Genova, è un viaggio musicale attraverso strofe di canzoni che diventano vissuti, modi di dire, compagne dei protagonisti ed è un viaggio nella commedia umana, quella sulla quale spesso stendiamo un velo semitrasparente, perché scontrarsi con se stessi per crescere o per cambiare non è mai facile. E allora facciamo amicizia con i suoi personaggi che indossano scarpe che anche noi abbiamo indossato e percorrono strade che anche noi abbiamo intrapreso a volte ragionando sui perché, altre volte lasciandoci vivere, perché:
«In fondo sei come tutti. Spaventato dal mondo e bisognoso di affetto [...]».
Originale il suo stile, quel “tu” dato ai personaggi per raccontare le loro storie si trasforma in un “tu” rivolto al lettore a cui non resta che seguire il corso delle parole e abitare quei luoghi descritti con tanta attenzione e cura.
«Vi proiettate sotto i protettivi portici di via dell’Indipendenza. Hai sempre amato le strutture di spazio chiuse, recintate. Ti attutiscono il malessere esistenziale. È come mettere ordine sulla tua scrivania. Le gallerie petroniane sono un buon antidoto al caos della vita post-moderna. Di sicuro smorzano le tue ansie. Benché ti demoralizzi quanto basta l’inquietante e inesorabile omologazione commerciale della città. Di tutte le città. Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, cantava Lucio Dalla».
L'invito è quello di aprire il libro e perdersi in quei luoghi tanto familiari quanto sconosciuti che, nell'insieme, definiscono il nostro animo umano.
«Le sto spiegando che noi esseri umani siamo fatti come siamo fatti. E forse siamo fatti male, come diceva il grande Eduardo. Ognuno di noi pensa fondamentalmente a se stesso. Non ha senso vivere con il dito puntato, per rinfacciarcelo a vicenda».
Buona lettura
Dario Amadei e Elena Sbaraglia
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