Leggere “L’estetica dell’Oltre”, la
nuova raccolta di poesie di Michela Zanarella, significa intraprendere un
meraviglioso viaggio alla scoperta del senso della vita. Ci si trova davanti a
un percorso non sempre agevole e a volte decisamente accidentato che bisogna
affrontare con la mente libera da tutti quei preconcetti assurdi che
spesso impediscono all’uomo
contemporaneo di affrancarsi dal frullatore in cui vive e di abbandonarsi al
flusso rigeneratore e salvifico della poesia.
Perché Michela Zanarella non è una
poetessa di quelle che vivono chiuse in una torre d’avorio, gemendo inutili
versi lamentosi: lei si mette in gioco, scende tra la gente e scrive per la
gente. Le sue poesie diventano così utili a comprendere i piccoli e grandi
misteri della vita quotidiana e regalano una speranza, ci assicurano che un
Oltre esiste veramente e ci indicano la strada per raggiungerlo.
Ci dice che siamo immersi “in quel mare di sorte e somiglianza che ci
avvicina come pioggia alle pozzanghere” e in un primo momento ci sentiamo
smarriti, percepiamo la nostra esistenza come lo scroscio di un temporale che
ci travolge e ci trascina in un attimo verso la fine, ma poi troviamo la forza
di reagire e comprendiamo che il vero messaggio è un altro: non dobbiamo
sprecare della nostra vita nemmeno una goccia, anche se questo spesso appare
molto difficile “nelle enormi arterie
delle città”, lì dove “migliaia e
migliaia di fiati divorano mescolanze ed orme di cemento, grigie abitudini in
sintesi di natura.”
Crederci per poter volare, questo si
deve fare e bisogna aver coraggio, non si può rimanere in un “angolo di fiato” a vedere passivamente “stagioni in tensione” e “il silenzio che si ripete tra le ciglia”.
Si deve reagire e “conviene scuotere il
contorno del cielo e toccare la soglia di un sogno per reclamare la luce, la
sua voce”.
In questo mondo che ci costringe ad
avanzare soppesando intimoriti ogni singolo passo e dove tutto sembra non avere
più un senso, i versi di Michela Zanarella ci infondono coraggio e ci aiutano a
tornare a sperare in un futuro migliore.
“Trascino un pezzo di luce tra le vene” ci dice “e mi
separo dalle miserie di un’epoca che non sa capire il mio bisogno di dolcezza
eterna.”
E se troveremo la forza di seguire
quella luce, il buio scomparirà per sempre dalla nostra vita e finalmente
riusciremo a non avere più paura del domani.
Dario Amadei
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