Il blog del contenitore culturale Magic BlueRay vuole raggiungere un pubblico nato per raccontare, con la passione per la lettura e la scrittura, capace sempre di sognare con i libri.
giovedì 26 giugno 2014
mercoledì 25 giugno 2014
Parlano di noi
Nasce a La Storta il Bibliopoint Amaldi del Municipio XV presso l’istituto comprensivo Soglian Amaldi di Via Cassia km 18.700.
In occasione dell'inaugurazione Magic BlueRay ha tenuto un laboratorio di scrittura creativa e La Parola di Pasquino ha parlato di noi
martedì 24 giugno 2014
lunedì 23 giugno 2014
domenica 22 giugno 2014
giovedì 12 giugno 2014
Let it Lok: George Gray
Questo mese vi propongo una
poesia che io amo tanto. Si intitola George Gray e appartiene agli epitaffi di
Edgar Lee Masters.
GEORGE GRAY
I have studied many times
The marble which was chiseled for me --
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one's life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire --
It is a boat longing for the sea and yet afraid.
The marble which was chiseled for me --
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one's life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire --
It is a boat longing for the sea and yet afraid.
( The Spoon River Anthology – E.L. Masters)
Molte volte ho
studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio —
una barca che anela al mare eppure lo teme.
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio —
una barca che anela al mare eppure lo teme.
George Gray è un defunto, morto,
senza aver mai vissuto. Contemplando la sua lapide, si accorge che il marmo assomiglia tanto ad una nave,
ancorata saldamente al suo porto; e non se ne meraviglia per niente. Perché adesso,
in balìa delle onde dell’ignoto infinito, si rende tristemente consapevole che
quella immagine non simboleggia altro, se non la sua vita: un potenziale di
emozioni e avventure, incastonate nel muro della paura.
George Gray preferì accontentarsi
di una vita comoda e confortevole, al sicuro da qualsivoglia rischio, novità,
pericolo. E così si ritrasse all’ambizione, non si dischiuse all’amore, né ebbe
mai il coraggio di assaporare il dolore: niente, e nessuno riuscì mai a
trasmettergli quello stimolo necessario per abbandonare la sicurezza di quel
porto. Né tantomeno l’amore per se stesso. Gli bastò una misera vita, vuota.
Preferì rinunciare a tutte quelle
sensazionali, (che pur spesso
appaiono insignificanti), esperienze,
che rendono la vita dolce, dandole un significato.
Il suo profondo terrore gli impedì
di lasciarsi trasportare dal vento del suo destino, e di raggiungere così, la
totalità di un’esistenza vissuta a pieno.
Ma ormai è troppo tardi: non gli
resta che poter contemplare l’immagine di una nave con le vele ammainate. Il
suo unico ricordo: un porto tranquillo, lontano dalla burrasca, come dal dolce
spumeggiare.
Di vita ce ne è una sola:
un'unica opportunità, una sola chance. Non sprecatela!
Una vita priva di significato, è
il peggior male di un uomo, perché SCEGLIE di vivere solo desiderando e bramando tutto ciò che non
può avere a causa della sua codardia.
Gli uomini hanno bisogno di
coraggio : coraggio di sconfiggere i propri timori, coraggio di amare, e di
lasciare andare; coraggio di abbracciare la quintessenza della vita;
semplicemente : coraggio di vivere.
Se fossimo
piante, non potremmo muoverci.
Se fossimo animali, avremmo solo
un’ambizione : sfamarci, dormire e aspettare.
Ma non siamo né piante, né
animali; siamo esseri divini dotati di una consapevolezza. Non spetta noi
attendere passivamente la fine della vita: è necessario vivere la vita,
gustarla, e dare a Lei un significato.
Sradicate le vostre ancore: si
salpa!!!
Filomena "Lok" Locantore
Filomena "Lok" Locantore
Etichette:
Articoli,
Attualità,
Dario Amadei,
E.L. Masters,
epitaffio,
Filomena Locantore,
George Gray,
Let it Lok,
Magic BlueRay,
poesia,
Recensioni,
spoon river
mercoledì 11 giugno 2014
martedì 10 giugno 2014
"Confidenzialmente" Le interviste di Michela Zanarella
INTERVISTA A STELLA STOLLO
Stella Stollo nasce a Orvieto nel 1963. Si laurea
in Lingue e Letterature Orientali presso l’Università di Venezia e trascorre un
anno accademico in Cina. Successivamente si sposta per tre anni in Germania,
abitando per brevi periodi in diverse città. Quando rientra in Italia si
stabilisce in Toscana e attualmente vive a Montepulciano con la sua famiglia.
Se la lettura le è necessaria per mantenersi in
vita, la scrittura la consiglia come mezzo per vivere più sani. Il suo romanzo
d’esordio Io e i miei piedi parla proprio del potere terapeutico della
scrittura ed è edito da Graphofeel. Il suo secondo romanzo Algoritmi di
Capodanno è edito da ARPANet. Un terzo romanzo, MALdiTERRA, si trova sulla
piattaforma di self-publishingilmiolibro.it e su Amazon come ebook. “I delitti
della Primavera” (ed. Graphofeel) è il suo quarto libro.
Michela Zanarella la
incontra per un'intervista.
D - Come ti
sei avvicinata alla scrittura e come è nato "I delitti della
Primavera"? Perché proprio la primavera?

lettura. I libri
sono stati i più fedeli amici della mia infanzia e, attraverso il fascino delle
pagine più amate, la scrittura mi ha sempre strizzato il seducente occhiolino,
fino a farmi cadere tra le sue braccia. Come quasi tutti i bambini ho amato la
poesia e i miei primi esperimenti sono stati componimenti in versi. A
diciassette anni, completamente rapita dalla tecnica narrativa di Woolf e Joyce
e soprattutto dal superamento della concezione del Tempo come oggettivo e
lineare, scrissi il mio primo romanzo psicologico in stile “flusso di
coscienza”. Per fortuna, solo le mie amiche del cuore hanno avuto modo di
apprezzarlo! Comunque, da allora, la scrittura non mi ha più abbandonata e ho
scoperto che anch’essa non era nient’altro che una forma di lettura: uno
strumento per leggere le aspirazioni, le paure, i sogni nascosti dietro la
frettolosa e superficiale quotidianità, un modo per fermarmi ad ascoltare le
storie di personaggi che parlavano dentro di me.
Con “I delitti della Primavera” ho realizzato, in
età matura, uno dei sogni dell’adolescenza: quello di dare voce al turbinio di
emozioni suscitato dal mio primo incontro con l’arte di Filippino Lippi e di
Sandro Botticelli e, in particolare, con il maestoso quadro “L’allegoria della
Primavera”, spingendomi fino a raccontare le mie personali interpretazioni
dell’opera.
D - Senza
svelare troppo, quali sono le tematiche dominanti del tuo ultimo libro e cosa
caratterizza i vari personaggi?
R - Il mio romanzo, così come l’opera pittorica a
cui si ispira, può avere diverse chiavi di lettura. Mi accorgo, dai commenti di
chi lo ha letto, che ognuno ne enfatizza l’aspetto più consono e vicino ai suoi
interessi e al proprio modo di essere. Viene di volta in volta definito come un
“noir”, in relazione all’intreccio dei delitti, oppure come un romanzo storico
che fa rivivere il sogno d’Arte delle botteghe della Firenze rinascimentale; ne
viene evidenziato il suo carattere filosofico ed esoterico riferendosi alla
trasmissione segreta delle più antiche conoscenze dell’umanità e al viaggio
alla ricerca di un modo nuovo, oppure ne viene enfatizzata l’attualità, il
collegamento con certi fatti di cronaca (vedi i delitti del mostro di Firenze)
o con delle tematiche purtroppo ancora drammaticamente presenti nella nostra
società, come il femminicidio. Infine, c’è chi lo vede soprattutto come un
romanzo d’amore, un Amore che sa sconfiggere ogni tipo di convenzione, persino
quella del Tempo.
Per quanto riguarda i personaggi storici che ho
scelto, una caratteristica comune è quella di venir presentati sotto una luce
diversa da quella abituale: insomma, non sempre le storie sono andate come ci
racconta la Storia e, soprattutto, certi stereotipi consolidati non rendono
giustizia alla complessità di alcuni personaggi. Non posso dilungarmi a parlare
di tutti e mi limiterò a fare l’esempio di Leonardo da Vinci: siamo abituati a rappresentarlo
mentalmente secondo l’unica immagine che ci è stata tramandata di lui: un
vecchio saggio con la barba e i capelli bianchi, quasi non fosse mai stato
giovane. Nel mio libro lo immagino ventenne, insofferente e ribelle,
dall’intelligenza geniale sì, ma anche caratterizzato da un’incantevole grazia
e prestanza fisica. Nelle sue “Vite” il Vasari lo descrive d’aspetto
eccezionalmente bello. Io me lo immagino talmente bello da posare come modello
per i suoi colleghi artisti.
D - Ai
personaggi realmente esistiti ne hai affiancati altri di pura fantasia, cosa ti
ha indotto a fare questa scelta?
R - Più che una scelta è stata una modalità
spontanea per rendere più credibile e autentico il contesto sociale e storico.
Alcuni personaggi inventati sono poi diventati essenziali nello sviluppo
dell’intreccio. Ginevra, l’erborista che rifornisce Botticelli con le centinaia
di specie vegetali da rappresentare e lo erudisce sulle loro caratteristiche
simboliche e proprietà terapeutiche, nel corso della narrazione è diventata il
simbolo di tutte le donne che per la loro intelligenza e la loro attitudine
alla scienza, sono state perseguitate nel corso dei secoli, spesso accusate di
stregoneria.
D - C'è un
fil rouge che lega il romanzo alle tue precedenti pubblicazioni?
R - L’unico elemento che può collegare tutti i miei
scritti è il tema del viaggio, inteso come ricerca spirituale. Se i miei
romanzi precedenti sono stati soprattutto un percorso interiore di personaggi
alla scoperta del loro volto originario, quello ancora non contaminato dai
condizionamenti e dalle aspettative dell’ambiente, ne “I delitti della
Primavera” il tema della ricerca interiore acquista un respiro più ampio e
diventa caratteristica universale di “un’umanità in viaggio” nella Storia, in
un continuo ciclo di evoluzioni e involuzioni.
D - Una tua
riflessione sull'editoria italiana.
R - Non ho grandi esperienze sul campo. Mi immagino
che la grande editoria sia una giungla intricata di relazioni, nomi e
interessi, ma a parte qualche sporadico e poco convinto tentativo, non mi sono
mai impegnata ad entrarvi. La prima volta che ho tirato fuori un mio
manoscritto è stato per partecipare a un concorso indetto dalla casa editrice
Graphofeel: “Io e i miei piedi” ha vinto il concorso ed è stato pubblicato. Quasi
contemporaneamente avevo inviato “Algoritmi di capodanno” ad una selezione
indetta dalla ARPANet e lo hanno scelto per una delle loro collane.
Le pubblicazioni con queste piccole case editrici
non hanno certo cambiato la mia vita, ma mi hanno incoraggiata nel mio percorso
e sono felice che la Graphofeel abbia accettato favorevolmente anche “I delitti
della Primavera”. Non ho mezzi economici né per contribuire alla pubblicazione,
né per promuovere le mie opere. E sono consapevole che i piccoli editori non
possono fare miracoli e, anzi, si devono barcamenare anch’essi nella giungla di
cui sopra. Per il momento nel rapporto con la
mia casa editrice mi interessano soprattutto l’onestà, la carica umana e
l’ambiente “famigliare”.
D - Prossimi
impegni, progetti, aspirazioni.
R - Ad essere sincera sincera, ciò che più sogno è
una lunghissima “vacanza” nel senso proprio di “assenza”, un grande viaggio
reale piuttosto che immaginario, che mi permettesse di soggiornare a lungo in
luoghi lontanissimi.
Intanto, per non perdere l’abitudine, ho iniziato a
scrivere un nuovo romanzo a sfondo storico.
Michela Zanarella
Etichette:
Articoli,
Attualità,
Dario Amadei,
delitti,
firenze,
graphofeel,
intervista,
libro,
michela zanarella,
piedi,
primavera,
stella,
stella stollo
giovedì 5 giugno 2014
Inaugurazione del BiblioAmaldi
Quando la sera, stanco, ti metti a letto e,
ripensando alla giornata appena trascorsa, ti senti felice, capisci che per te
lavorare è prima di tutto passione.
Grazie all’Associazione Il Melograno e all’I.C.
Amaldi/Soglian abbiamo partecipato attivamente all’inaugurazione del BiblioAmaldi,
il primo Bibliopoint del XV Municipio a La Storta, all’interno dell’Istituto
Comprensivo Soglian Amaldi di Via Cassia km 18.700.
E proprio una grande passione è quella che
contraddistingue il D.S. prof.ssa Anna D’Auria e le insegnanti dell’Istituto,
che fortemente hanno voluto far nascere questa realtà culturale in un contesto
territoriale fino ad ora privo di un centro aggregativo come una biblioteca.
Una festa bellissima a cui hanno partecipato il
Presidente del XV Municipio, Daniele Torquati e l’Assessore alla Cultura Alessandro
Cozza, la prof.ssa D’Auria, il corpo docente dell’istituto, i genitori e i
ragazzi, che hanno animato l’evento con canti, musica e partecipando ai diversi
laboratori che sono stati organizzati.
Il Melograno, con il presidente Giovan Battista
Brunori, Giovanna Micaglio (responsabile della Biblioteca Casa del Parco) e
alcuni soci, ha curato i laboratori di lettura “Raccontami una storia” e “Caccia
all’etichetta”, che ha visto i ragazzi impegnarsi, divertendosi, nella
classificazione Celbiv di alcuni libri destinati al Bibliopoint, mentre gli
amici dell’Associazione Vivi Vejo hanno programmato una Staffetta del libro.
Un contributo artistico di notevole pregio sono
stati i murales realizzati dai writers, sempre a cura de Il Melograno, sulle
pareti dell’edificio che ospita il bibliopoint.
Il nostro laboratorio di scrittura creativo è stato
all’altezza della magia da cui nasce, anzi… ancora di più se possibile!!!
Un gruppo di giovanissimi dagli 8 ai 13 anni hanno
raccontato collettivamente una breve storia con l’ormai collaudata tecnica di
scrittura creativa Step by step di Dario Amadei e la loro fantasia ha volato
liberamente, sprigionando un’energia colorata che ci ha tanto arricchito.
All’evento ha partecipato anche Eliseo, il giovane
ragazzo degli anni ‘70, creato da di Pasquale De Caria nel suo libro Il vicolo
delle lettere ribelli ed è piaciuto tanto alle persone che hanno assistito alla
presentazione curata da Dario con Laura Pacelli, editrice di Graphofeel
Edizioni.
Siamo sicuri che anche a lui, che dal libro
dell’Iliade ha saputo trovare tanta forza per riscattarsi, è piaciuto essere
ieri lì…
Dario e Elena
Dario e Elena
Per vedere le foto dell'inaugurazione clicca qui
Etichette:
amaldi,
Associazione,
Attualità,
bibliopoint,
biblioteca,
daniele torquati,
Dario Amadei,
Il Melograno,
inaugurazione,
laboratorio,
Magic BlueRay,
municipio,
Roma,
scrittura,
scrittura creativa,
scuola
domenica 1 giugno 2014
Iscriviti a:
Post (Atom)