venerdì 13 gennaio 2012

WebAppunti di Antonio Trimarco

Le Idi di marzo
"Le idi di marzo, liberamente tratto dall’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon, ex aiutante di Hillary Clinton, si apre sulla fase finale della campagna elettorale alle primarie democratiche." (da panoramablog)
"I pugnali delle Idi di marzo possono anche uccidere ma, soprattutto, sono in grado di infliggere ferite che sembrano apparentemente rimarginarsi mentre in realtà danno inizio a un processo di putrefazione delle coscienze che rischia di coinvolgerci tutti." (da my movies).
Forse è ancora più amaro il film di Clooney "Le Idi di marzo" intanto perché sarebbe semplicistico pensare che le dinamiche che vediamo riguardino solo la politica e non tutte le situazioni di potere, rimane dopo il film un amaro in bocca che a voler guardare bene ci coinvolge un po’ tutti.
Molti di noi, credo la maggioranza delle persone credono nella propria costituzione e nelle regole comuni che ci diamo, ma? Riusciamo a rispettarle? Ma qui il punto non è solo critico o autocritico, la questione riguarda forse la natura stessa dell'uomo (e della donna), diciamo meglio dell'umanità e delle sue debolezze, fragilità , ma anche della ferocia di cui siamo capaci.
Qui è l'anello più debole a cadere, una giovane stagista, troppo giovane, troppo bella e che ha forse troppa necessità (psicologica interna) di sedurre, ma che soprattutto è molto sfortunata.
I duri del film sono i politici, i loro capistaff, i giornalisti. Qui ciò che conta è vincere, affermarsi, mantenere il controllo ed il potere.
Un film che lascia poche speranze sulle scene che illumina, e sulla vita in generale. sarà forse questo tempo così difficile e che ci impaurisce un po’ tutti, ma Clooney coglie nel segno e con questo film ci consegna la realtà che stiamo vivendo dove per i più forti conta potere e/o profitto e agli altri rimane la paura e con la paura la possibilità concreta della fine.
Da vedere  
Antonio Trimarco

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