Quel 20 luglio è rimasto impresso in maniera indelebile
nella memoria di noi bambini degli anni sessanta che con il fiato in gola
avevamo seguito il duello tra la
Russia e l’America per la conquista della luna. Ricordo come
se fosse adesso, le immagini un po’ tremolanti della tv in bianco e nero, la
voce gracchiante del mitico Ruggero Orlando che dalla base di Houston litigava
in diretta con Tito, dai grandi occhiali, Stagno e il comandante Armstrong che
dopo un attimo di indecisione finalmente
poggiava il suo piedone sulla superficie lunare. Poi quegli incredibili balzi
senza la forza di gravità e la bandiera che non sventolava, ma rimaneva rigida
come un pezzo di legno.
Io stavo in una casetta sulle
rive dell’adriatico e mio padre che aveva fatto i salti mortali per procurarsi
un televisore lavava con rabbia i piatti perché mia madre era a letto fiaccata
dal colpo della strega. Respiravo un’emozione immensa e sentivo che un futuro
radioso era lì ad attendermi… Poi purtroppo gli anni sono passati e della luna
non si è parlato quasi più.
Dario Amadei
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