INTERVISTA A LUCA FRUDA'
Luca Frudà, scrittore di versi e
prose, è nato a Catania. Dopo aver trascorso l’infanzia a Taormina (Me) nella
zona di Villagonia, all’età di otto anni si è trasferito a Giardini Naxos (Me),
dove ha vissuto fino al 2009. Si è laureato nel luglio del 2003 in Lettere
moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di
Catania con la tesi Per un’analisi semantica dei Malavoglia. Successivamente ha
assolto al servizio di leva come obiettore di coscienza presso il WWF nell’Isola
Bella di Taormina. Si è quindi trasferito a Roma dove attualmente vive e
insegna nella scuola secondaria.
Ha collaborato con diverse
riviste letterarie e ha partecipato a concorsi nazionali di poesia con diversi
riconoscimenti. Sue liriche compaiono in antologie e riviste.
Ha pubblicato "Io, il mio
amore", "Poesia cortese", "Uomo allo specchio",
"Sole notturno", "Logica sentimentale", "I
segreti", "Sentimenti del tempo", "I Malavoglia: semantica
e genesi del titolo".
D- Luca Frudà sei autore di
poesia, narrativa e saggistica, cosa ti ha fatto avvicinare alla scrittura?
R- Ho iniziato a scrivere un po’
per gioco, facendo rime giocose. Poi ho sentito il bisogno di comunicare quello
che provavo dentro e che non riuscivo a dire in altro modo, per solitudine e
per timidezza. Ho scoperto così l’importanza della parola e la possibilità di
dare agli altri qualcosa di me tramite essa. Mi sono posto umilmente sotto la
guida dei classici (in particolare latini, greci e italiani) e ho dialogato con
loro. Il saggio su I Malavoglia, nasce proprio da questo dialogo e dalla
scoperta della poetica verghiana, una poetica di gesti e silenzi, con squarci
di poesia in prosa.
D- Il tuo libro "Sentimenti
del tempo" edito da Edizioni Smasher è una raccolta di trenta racconti,
c'è un filo conduttore che li lega tra loro? Quali sono le tematiche che
affronti?
R- Non è facile poter rispondere
a entrambe le domande. Quello che è portante nel libro, è lo spirito che lo
anima. Ogni racconto potrebbe essere inteso come il frammento, il sogno, la
domanda che un’anima rivolge a se stessa e al mondo. Ogni racconto è
indipendente, eppure insieme agli altri trova una completezza che mi sembra sia
quella stessa della nostra specie: siamo tutti diversi, ma siamo tutti esseri
umani. Le tematiche allo stesso modo sono diverse: la natura, l’amicizia, la
solitudine, l’amore, la giustizia, il rapporto tra la vita e la morte, tra
padre e figlio, tra realtà inventate e invenzioni reali. Credo che il libro sia
un viaggio nel quale accompagno il lettore senza la presunzione di insegnargli
nulla, ma con l’intento di provocare riflessioni sulla nostra realtà
contemporanea.
D- Che valore assume il tempo
nella tua quotidianità?
R- Il tempo è una trappola, un
inganno. Non dura mai quanto vorremmo. Nei momenti felici fugge a creare
ricordi sbiaditi, nei momenti più tristi o noiosi sembra stare lì a godersi con
calma la tua insofferenza. Per uno scrittore è importante il tempo dedicato
alla riflessione e al confronto con gli altri, e l’otium litterarium credo sia
la massima aspirazione di qualsiasi vero scrittore. Tuttavia qualsiasi pausa
poetica riesca a interrompere il consueto vivere è un ristoro. Soprattutto
nelle giornate più frenetiche, fermarsi a leggere o a scrivere una pagina o una
poesia, può sconvolgere il senso delle ore e del tempo. Del resto chi scrive,
spesso, lo fa in un non-tempo, perdendo la cognizione dello scorrere delle ore.
D-Cos'è per te la poesia?
R- La poesia è la parola del
tutto, la poesia è una scienza dell’anima, è la parola che ti prende dentro,
che ti trasmette il dolore o la speranza, che ti fa sorridere, che ti fa
riflettere. La poesia è comunicazione e, se è vera e grande e sincera, è un
darsi con tutta l’anima per gli altri e non per la gloria. La poesia è ciò che
consente a un poeta di dare senso alla sua esistenza, è il suo contributo al
bene dell’umanità. Il poeta non può esimersi dal suo compito, deve scrivere,
deve far sudare le carte con le emozioni delle sue mani. Se io non scrivo
quando la parola mi cerca, mi assale uno strano senso di colpa, un rimorso che
è difficile spiegare.
D- Ho avuto modo di visitare il
tuo blog, ci racconti come è nato? Qual è il tuo rapporto con i social network?
R- Il blog, che il 19 marzo
prossimo compirà tra l’altro10 anni, è nato con l’intento di presentarmi ai
viandanti del web e di far conoscere i miei pensieri e le mie opere, ma non
soltanto. Mi serviva un luogo nel quale potermi confrontare con tematiche e
persone diverse. Il blog era ed è ancora uno spazio nel quale affrontare
argomenti in maniera più diretta e veloce: l’importanza del donare sangue,
l’entusiasmo crescente per l’unità europea, l’amore per la natura, tutte le
arti… Con i social network sono stato invece un po’ più diffidente. Solo da
qualche anno e con un utilizzo ponderato mi sono ‘affacciato’ su Facebook.
D- Mi hanno colpito alcuni versi
di una tua poesia, la chiusa in particolare di "Nel cuore
dell'autunno": C’è vita/in ogni istante/che noi/rendiamo vivo". Cosa
ti ha portato a scrivere questa lirica?
R- La solitudine è stata per me
sempre una condizione su cui riflettere. L’occasione per scrivere questa lirica
mi è stata offerta da un concorso di poesia sul tema dell’anziano che si svolse
ad Acireale (CT). Vi partecipai con uno pseudonimo e con “Nel cuore
dell’autunno”. In quei versi avevo vissuto un’esistenza intera: mi ero
proiettato in un futuro nel quale non mi sarei mai rassegnato a perdere il mio
tempo o la mia speranza. L’incontro con la felicità, la realizzazione di una
speranza può accadere in qualsiasi momento, e qualsiasi momento può spingerci
incontro alla possibile felicità.
D- Eugène Godin scrisse: "Il
sentimento colma le lacune dell'ignoranza". Una tua riflessione.
R- Forse, più che il sentimento,
è la sensibilità, specie se rivolta verso gli altri, a creare le condizioni
necessarie al superamento di molte barriere mentali e a facilitare le
riflessioni più profonde. La sensibilità ci consente di creare quei ponti di
pensiero, spesso intensi, nel bene e nel male, che sono appunto i sentimenti.
Il sentire della mente è in sostanza ciò che ci permette di cogliere con
pienezza il fuori e dentro di noi.
D- Prossimi impegni?
R- Ho parecchi desideri letterari
da realizzare, alcune opere sono già sul punto di essere terminate, altre in
cantiere. In particolare dovrei solo limare la prossima silloge di poesie, così
come una nuova raccolta di racconti, quella successiva a “Sentimenti del
tempo”, che attende soltanto di essere ripulita della polvere e delle più
evidenti imperfezioni. Tuttavia sono molto legato a “Sentimenti del tempo” e
spero di poter continuare a far conoscere a un pubblico sempre più vasto questo
libro con i suoi racconti di umanità. Questo nell’ottica di un neoumanesimo che
auspico come fondamentale per questa società sempre più alienante e alla
ricerca di se stessa. In tal senso vorrei realizzare anche delle traduzioni dal
latino da rendere gratuite e pubbliche, ma è presto per dire altro. Intanto
grazie per queste domande e per l’attenzione.
Michela Zanarella
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