martedì 23 luglio 2024

Coding, una risorsa efficace e preziosa

Viviamo nell’era dei cosiddetti “nativi digitali”, in cui i bambini, sin da piccolissimi, familiarizzano con i dispositivi offerti dal mondo della tecnologia, spesso non sufficientemente controllati dalle famiglie riguardo ai tempi di utilizzo e, man mano che crescono, anche relativamente ai contenuti, per cui si passa facilmente dall’uso all’abuso, con grossi rischi a livello fisico, cerebrale, relazionale.
Ma non per questo dobbiamo demonizzare la tecnologia che, utilizzata in modo consapevole e adeguato e, parlando di bambini, sotto l’occhio vigile degli adulti, costituisce una risorsa preziosa in ogni ambito dell’apprendimento. Gli strumenti digitali e i contenuti multimediali che popolano oggi la nostra vita quotidiana sanno catturare l'attenzione dei bambini e ragazzi e comunicare con loro in modo efficace e diretto. La tecnologia a scuola è una risorsa preziosa, capace di trasformare l’apprendimento in un'occasione di crescita agile e divertente e fornisce inoltre strumenti di qualità, in grado di promuovere l'uso della memoria, lo sviluppo della fantasia e della curiosità, assecondando i bisogni didattici degli alunni.
Nel lontano 2002 la nostra scuola ha introdotto la tecnologia e l’informatica come corso opzionale pomeridiano alla Scuola Primaria, allestendo il laboratorio informatico-multimediale con apposite postazioni per i bambini, mentre dal 2004 questa disciplina è stata inserita nel curricolo scolastico, ben prima dell’esistenza delle Indicazioni Nazionali e della legge 107/2015, chiamata anche della “Buona Scuola”.
Dal 2017 abbiamo cominciato anche con i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, inserendo tecnologia e informatica nel “Progetto continuità” con la Primaria.
Poi, un validissimo corso di formazione per educatrici e insegnanti del settore 0-6 su “Coding e pensiero computazionale” ci ha condotto a capirne l’importanza nell’apprendimento e nella didattica. Seguendo le indicazioni della bravissima formatrice e attivandoci con l’acquisto di alcune Bee bot e la preparazione di reticolati, servendoci di storie e fiabe note ai bambini, abbiamo iniziato nel 2018 un vero e proprio progetto di coding, lavorando sempre in continuità con i bambini di 5 anni della Scuola dell’Infanzia e le prime 3 classi della Primaria. Non solo, ma abbiamo anche attuato un approccio alla pixel art, che avvicina gradualmente sempre più alla codifica ed è un’ulteriore modalità per accompagnare i bambini allo sviluppo delle competenze computazionali.
Dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia e la successiva ripresa molto cauta, abbiamo continuato il percorso di tecnologia e di informatica, sospendendo momentaneamente il coding, in vista di una formazione e preparazione più approfondita e sostenuta che ci ha portato a un salto di qualità non indifferente.
Durante l’anno scolastico appena trascorso, mentre le docenti nelle varie classi hanno utilizzato il coding e la pixel art, l’insegnante di tecnologia e informatica ha reintrodotto i reticolati e le Bee bot con le classi dei più piccoli, mentre ha avviato gli alunni delle classi 4^ e 5^ all’uso della piattaforma Scratch, validissima per imparare a programmare e migliorare le proprie abilità di coding. I bambini infatti hanno imparato a programmare animazioni, giochi e storie interattive e condividere il risultato del loro lavoro con gli altri.
Qual è l’obiettivo da raggiungere e quali sono i vantaggi che gli alunni possono ricavarne? L’intento è quello di promuovere in ogni bambina e bambino la capacità di approcciarsi alle situazioni in modo analitico, di trovare e pianificare le soluzioni più adatte, dopo aver individuato i vari aspetti del problema. Il coding, infatti, si basa su attività finalizzate ad apprendere il pensiero logico e analitico orientato alla risoluzione di problemi. Di fronte a ogni situazione in cui è richiesta una procedura da elaborare, la costruzione di una sequenza di operazioni e un insieme di connessioni da stabilire, il pensiero computazionale fornisce un fondamentale supporto.
La tecnologia e le attività informatiche, come programmare un piccolo video gioco sulla piattaforma Scratch o altra simile, rendono gli alunni capaci non di programmare meccanicamente, bensì apprendendo, attuando delle strategie mentali per risolvere situazioni.
C’è inoltre un altro risvolto di fondamentale importanza: il coding favorisce l’apprendimento cooperativo perché viene utilizzata con frequenza la modalità di lavoro in gruppo o in coppie e questo permette ai bambini di potenziare le proprie abilità sociali, ma anche di rafforzare la loro autonomia perché, come dice Vygotskij, “ciò che i bambini sanno fare insieme oggi, domani sapranno farlo da soli”.
Il coding, infine, è un prezioso alleato per quanto riguarda l’inclusione, perché attira e coinvolge i bambini con fragilità e bisogni speciali e permette di attivare la classe o sezione in modalità diversificata, permettendo a questi bambini di acquisire con più facilità competenze di tipo matematico e di orientamento spaziale.
Per concludere, la bellezza e il valore aggiunto del coding stanno nel fatto che non si tratta di una particolare disciplina, ma di un metodo didattico, che ha due fondamentali caratteristiche: la trasversalità e l’interdisciplinarietà. Possiamo pertanto utilizzarlo sicuramente nella sfera logico-matematica, ma anche in quella linguistico-narrativa, nell’ambito dell’arte, utilizzando la pixel art, ma anche in quello della geografia, della storia, dell’attività motoria, e così via. Spesso a scuola costruiamo grandi reticolati con scotch carta sui pavimenti e le Bee bot sono sostituite da bambini che rivestono il ruolo di pedine viventi, mentre i “programmatori” forniscono le coordinate di movimento e danno le indicazioni necessarie per raggiungere la meta.
Per il prossimo anno scolastico ci siamo prefissi un’ulteriore sfida: approdare alla robotica, ancora più coinvolgente per i bambini, che dovranno impegnarsi a costruire e programmare piccoli robot. L’obiettivo è quello di condurli sempre più al “learning by doing”, potenziando le loro capacità di decodificare i linguaggi della programmazione, imparando a prendere dimestichezza con istruzioni sequenziali e metterle in pratica.
Sento già in me la… scossa elettrica dell’entusiasmo e vedo gli occhi dei bambini luccicare per la soddisfazione!
La coordinatrice Suor Mariapaola Campanella

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