Qualche giorno fa eravamo in una classe per il
laboratorio di scrittura creativa e al termine, la conversazione con la
maestra, mi ha molto colpito. Mi ha detto che non aveva mai visto lavorare così
bene quei suoi tre bambini con DSA. Non li aveva mai visti sorridere come
sorridono quando ci siamo noi in classe, mai aveva visto quella mano alzata per
intervenire nel dibattito, mai si era immaginata quell’impegno nel dettato per
non perdersi nemmeno una parola della storia.
E mi sono chiesta: ma noi cosa abbiamo fatto di
così speciale? Si, perché quando si fa scrittura creativa con Dario Amadei
tutti sono entusiasti, tutti sono partecipi, nessuno rimane indietro, si isola
o si rattrista, anzi si vive un clima talmente esplosivo, che qualche volta è
difficile ritrovare l’ordine. Ma si tratta di caos creativo e non ci sono
problemi.
Quest’anno non è la prima volta che ci capita di
accomunare la scrittura creativa alla dislessia.
In un altro corso, una bambina ci ha confidato di
essere seguita perché non sa scrivere, ma con noi si diverte tanto a raccontare
storie e non ha paura di sbagliare le doppie; un ragazzo “che ha problemi” a
seguire e a “mantenere l’attenzione”, come ci dice un’altra insegnante, è
talmente preso dalla scrittura creativa che per due ore non si alza dalla
sedia, interviene alzando la mano, aspetta il suo turno mentre ascolta i
compagni e poi ogni settimana viene con una storia tutta sua, scritta a casa,
per regalarla a Dario.
E allora il pensiero che a Dario frulla da anni in
testa, forse non è poi così tanto un’utopia. Anzi, ne siamo proprio convinti:
la scrittura creativa è un’arteterapia che dovrebbe diventare “materia
didattica” accanto alla grammatica, alla storia e alla geografia.
Imparare a far fluire le idee in maniera spontanea,
ascoltare e far proprio il pensiero degli altri verso un traguardo comune,
sentirsi i protagonisti di quanto si sta realizzando, allargare i propri
orizzonti, relazionarsi con i compagni
senza sentirsi giudicati, sono tutte proprietà della scrittura creativa che
sviluppano e arricchiscono la crescita personale della persona.
La scrittura creativa abbatte le barriere della
diversità e come ci insegnano la talpa Moletta di Edizioni Angolo Manzoni, casa
editrice torinese che fa leggere ad alta leggibilità e il bellissimo libro di
Pasquale De Caria, “Il vicolo delle lettere ribelli”, di Edizioni Graphofeel, quello
che bisogna curare sono i pregiudizi e l’ignoranza di una società che spesso
non sa includere, ma solo allontanare.
Elena Sbaraglia
BRAVISSIMI! e quello che scrivete è verissimo! Pennac (disgrafico) riuscì a compensare il problema grazie a un insegnante che gli disse: "Non riesci a scrivere il tema? scrivi un romanzo"...
RispondiEliminaGrazie!!!
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