La mia stagione preferita è
finalmente arrivata. Non è magica la Primavera ? Con i suoi colori, i suoi profumi, le
sue melodie. Il tepore del Sole, dopo mesi di incertezza, diventa sempre più
sicuro e avvolgente. La natura canta, è gioiosa: si veste di splendenti fiori
dai colori più svariati, vivaci e intensissimi; danza a ritmo di cinguettii e
schiamazzi di bambini spensierati. L’esistenza è più allegra: la gente sorride
di più, perché è sufficiente l’affascinante magnificenza del Sole ad attenuare
una “cattiva” giornata, a trasformare, rivoluzionare, rinnovare.
La parola primavera deriva dal
latino [primo], che naturalmente significa “inizio”: e cosa è più elettrizzante
ed emozionante di un inizio? Quando tutto è ancora da scoprire, da assaporare,
da vivere: tutte le più belle e forti emozioni pervadono l’anima,
risvegliandone persino la più tenebrosa e infima essenza. Una nascita. La fine,
comporta sempre un po’ di amarezza, tristezza, malinconia, e persino
disperazione, o follia. L’unico aspetto positivo di una fine è essere
consapevoli che al 100% ci sarà la possibilità di un nuovo inizio, sempre e
comunque, nell’interminabile ciclo della vita.
Il morfema [ver], invece, deriva
da una radice indoeuropea e significa “splendente, ardente”.
Dunque, l’etimologia cela in sé
il segreto della magia della bella stagione. La Primavera è inizio,
inizio di splendore. Per tutto e tutti. Per l’intera esistenza.
Io sono profondamente affascinata
dall’incanto primaverile: mi ha sempre portato buone novelle; anche cattive,
che nel tempo sono diventate persino più squisite delle buone. In primavera
sono nati entrambi i miei genitori, coloro ai quali devo la più immensa
gratitudine per avermi dato l’opportunità di contemplare la bellezza della
vita. Era maggio quando nacque la mia sorellina, un piccolo batuffolo con le
labbra a cuoricino, che stravolse la mia infanzia: una delle sorprese più
fantastiche che la vita potesse riservarmi. Era aprile quando iniziò la mia
prima vera storia d’amore: avevo 15 anni, lui 16. Era un tiepido pomeriggio
primaverile, il sole al tramonto conferiva un’atmosfera troppo fiabesca e noi
due ragazzetti ci baciammo timidamente, nascosti in un angolo vicino casa mia,
proprio mentre mio nonno passava di lì col suo pandino verde. Conoscevamo
ancora poco della vita e per questo eravamo teneramente spensierati.
Era fine marzo quando intrapresi
il mio primo viaggio all’estero, insieme alla mia classe: indimenticabile gita
a Praga. Fu la prima volta che sperimentai una sensazione, o meglio uno stato
dell’essere, di cui avevo sempre sentito parlare e di cui avevo letto in
numerose occasioni nei romanzi o nei libri di storia, qualcosa di
indiscutibilmente supremo: la libertà. Avevo appena compiuto 18 anni: era ora
di iniziare a familiarizzare maggiormente con questo astratto concetto,
trasformandolo in qualcosa di più, per esempio un ideale di vita. Da allora
diedi avvio ad una fase totalmente nuova della mia esistenza: mi costò caro,
carissimo. Ma era l’unica via per raggiungere la gioia di conoscermi un po’
meglio ed essere un po’ più me stessa, e non quello che gli altri si
aspettassero che io fossi.
Era primavera, l’anno scorso,
quando decisi di scrollarmi definitivamente di dosso tutti i residui del
rancore, la disperazione, la tristezza, l’inquietudine, l’ansia che
appartenevano ormai ad una fase passata. Il mio migliore amico, mi prese per
mano, mi guardò negli occhi e proferì: “Sorridi. Devi sorridere: la vita è una,
la gioventù è fuggente. Non ne vale la pena perdersi questo miracolo,
aggrappandosi ai fardelli del passato. Metabolizza, espelli e vai avanti.
Intrepida come la più imponente delle navi. Senza paura. E sorridi! Sempre!” E poi
mi abbracciò forte.
Da allora trascorro la maggior
parte sorridendo e ridendo, persino a crepapelle. Certo, i momenti di tristezza
non mancano, ma dopo riesco sempre a sorridere. E vado avanti, intrepida come
la famosa nave.
Anche la Primavera 2014 sta
andando, e già rilascia i suoi primi doni. Momenti di singolare felicità,
estasi. Tanto per cominciare ho riscoperto l’ebbrezza del respiro, e se poi
questi sono due e procedono all’unisono, il paradiso è molto più vicino:
semplicemente da brivido. Evadere dalla monotonia quotidiana verso le spiagge
salentine, fuggire controvento verso la meta della spensieratezza, e perdersi
in un mondo completamente a parte, lontano da qualsiasi complicazione, dubbio,
ansia. In riva al mare tutto ha un suono differente, e l’eternità di
quell’istante non appare un’idea irrealizzabile. Poi arriva l’inaspettata
novità, e tutto prende una piega differente, ma l’ardore della Primavera non
cessa.
È Primavera qui e ora. Smuovetevi
dai divani, dai social network, dalla tecnologia nera; uscite, andate a
passeggiare, in un parco, in riva al mare, in una campagna. Lasciatevi affascinare
dalla magia primaverile. Correte a dare INIZIO al vostro SPLENDORE!
Filomena Lok Locantore
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