venerdì 18 novembre 2011

Monterotto News

Oirad l'indomabile
Un cielo indaco, gonfio di smog, incombe su quell'ingorgo pazzesco che sembra sul punto di fagocitare definitivamente centinaia di auto.
Oirad siede, lo sguardo fisso nel vuoto, accanto al mitico professor Avenarius che cerca di fendere il traffico, con la prua della sua fatiscente 127 verde acido metallizzata.
Non dicono una parola, trattengono il fiato, tesi nello sforzo di evitare ai loro neuroni stressati un'apparentemente ineluttabile caduta catastrofica. La mente di Oirad vaga lontano, adagiandosi dolcemente nel ricordo di quando era possibile percorrere lo stesso tratto in bicicletta, impiegando non più di dieci minuti. Adesso non basta un'ora di aerosol tossico, chiusi nella trappola di auto sempre più inutilmente potenti che rantolando s'intrecciano le une sulle altre.
- Basta così! - urla ad un tratto Oirad.
Poi scende dalla macchina e si allontana sbattendo lo sportello.
Avenarius vorrebbe dire qualcosa per fermarlo, ma la sua glottide si rifiuta, maligna, di vibrare.
- Così mi rompi la macchina disgraziato! - null'altro riesce infine a dire, dimostrando così di tenere di più al suo mezzo meccanico che a quello strano individuo, rompiscatole quanto si vuole, ma pur sempre un essere umano.
Oirad avanza, arrampicandosi agilmente sulle carrozzerie e supera ogni ostacolo con lo sguardo fiero di chi ha una missione da compiere. Gli altri dapprima reagiscono male e si rivolgono a lui lanciandogli maledizioni di ogni tipo. Poi però, piano piano non possono fare a meno di rimanere affascinati da quell'uomo che affronta impavido i mostri del traffico. Dopo un pò Oirad non è più solo: si spalancano centinaia di sportelli e uno stormo di automobilisti impazziti lo segue nella sua disperata impresa. Alla fine spariscono nella nube nera dei gas di scarico, tutti meno uno, perchè il prof. Avenarius rimane immobile al suo posto, con lo sterzo serrato nei pugni.
- Buon viaggio verso l'inferno! - biascica digrignando i denti, feroce. 
Dario Amadei

Nessun commento:

Posta un commento