Dario Amadei, scrittura creativa e biblioterapia per
riuscire a volare con la fantasia
L'autore monteverdino è il fondatore con Elena Sbaraglia di
Magic Blueray.
Dario Amadei è autore di libri per ragazzi ed esperto di
laboratori di lettura e scrittura creativa.
Ha pubblicato quattro libri: “Astutillo e il potere dell’anello” (2004),
Un mondo migliore” (2007), “Le vere fiabe dei fratelli Grimm” (2008) e Cronache
di Monterotto” (2011). Della sua opera letteraria "Un mondo migliore"
è stato realizzato un audiolibro, a cura di Genitin Onlus, grazie al decisivo
apporto delle voci di Emilio Solfrizzi e Neri Marcorè.
Appassionato di arte, musica, cinema e teatro, si
occupa di incontri di bibliolettura
interattiva, corsi di scrittura creativa ed eventi culturali. Con Elena
Sbaraglia ha fondato Magic Blueray, una realtà culturale che promuove la
lettura ispirandosi alla biblioterapia.
D-Cosa rappresenta
per te la scrittura e come ti sei avvicinato alla narrativa per ragazzi?
La scrittura, in realtà, ha sempre fatto parte della mia
vita, perché sin da quand’ero molto piccolo, forse già alle scuole elementari,
sentivo la necessità di esprimermi scrivendo. Poi crescendo questa esigenza è
diventata sempre maggiore, pressante, finché ad un certo punto però ci ho
rinunciato. Per almeno quindici anni, dalla fine del liceo alla nascita del mio
primo figlio, sotto la spinta di pressioni negative, avevo deciso di rinunciare
a quella che era la mia più grande passione.
Ma quando una passione è veramente forte non si può sopprimere per sempre e
così, casualmente, come chi dopo aver smesso di fumare si avvicina ad una
sigaretta e per lui è la fine, perché ricomincia a fumare come e peggio di
prima, quando è nato mio figlio mi sono di nuovo avvicinato alla letteratura,
perché mi sembrava uno strumento utile per comunicare con lui. Ho ricominciato
a leggere voracemente dei libri che erano libri per ragazzi ed ho così scoperto
un’altra cosa fondamentale: gli adulti sprecano i libri per ragazzi e non li
leggono mai perché li considerano libri non alla loro altezza, rinunciando in
questo modo a scoprire il mondo meraviglioso, contenuto nelle storie cosiddette
per ragazzi che sono poi le storie che rimangano immortali. Se ci si riflette
infatti, i libri che rimangano nel tempo e nella storia della letteratura e
che, dopo decine di anni che sono stati scritti, sono ancora letti sono quasi
tutti libri per ragazzi, come ad esempio il Piccolo principe, Peter Pan,
Pinocchio…Ho scoperto in quel periodo le opere di Roald Dahl, che mi ha fatto
definitivamente capire l’importanza della letteratura per ragazzi e ha fatto
nascere in me l’esigenza di cimentarmi in questo campo. Io comunque sottolineo
sempre che i miei libri sono destinati ai ragazzi di tutte le età e agli adulti
che sanno ancora sognare. Questo perché la letteratura per ragazzi dovrebbe
essere recuperata da tutti quegli adulti che non vogliono rinunciare ad una
parte bella della propria vita.
D-Sei un docente di scrittura creativa, quali sono le regole fondamentali per scrivere un testo di narrativa che possa conquistare il lettore?
I nostri laboratori di scrittura creativa sono un po’
atipici, perché non hanno lo scopo di formare dei grandi scrittori, degli
autori di best seller, ma quello di far comprendere a chi partecipa che la
scrittura può essere uno strumento utile nella vita di tutti i giorni. E quindi
la prima regola è che bisogna imparare a leggere le storie che già esistono
dentro di noi e che spesso non abbiamo voglia o tempo di leggere, perché andiamo
sempre troppo di fretta, corriamo con la testa dentro al frullatore, che
rappresenta, come sempre dico, il modo di essere della società moderna. Invece
leggere queste storie può essere molto utile per gli altri, perché possiamo
condividere con loro dei principi, dei messaggi importanti, ma può essere
utilissimo per noi stessi perché alcune volte delle persone che hanno
partecipato ai nostri corsi ci hanno detto: “Io con questa storia che ho
scritto insieme a voi, sono riuscito finalmente a raccontare qualcosa che non
ho avuto mai il coraggio di raccontare neanche a me stesso e adesso mi sento
meglio”. È chiaro che per imparare a leggere dentro se stessi ci vuole una
tecnica. La nostra tecnica narrativa Step by step è molto semplice, molto
pratica e poco teorica, perché noi siamo contro quelle scuole di scrittura che
soffocano di teoria i partecipanti, che durante il corso non scrivono quasi
nulla e tornano a casa che sanno scrivere come prima, magari con le idee più
confuse. La tecnica Step by step è una specie di grimaldello che serve a
scassinare il cassetto della fantasia che è contenuto nella nostra mente e che
gli adulti molto spesso, colpevolmente e in maniera anche stupida, facendosi
del male, si ostinano a tenere chiuso. Con la nostra tecnica noi riusciamo a
scassinare questo cassetto.
D-Quanto è importante
saper leggere per poi potersi mettere alla prova con la scrittura? Quali sono i
libri che hanno dato una svolta al tuo percorso di autore?
Non ci si può improvvisare scrittori senza aver letto molti
libri. Questo perché il nostro cervello è come un computer che deve essere
programmato e quindi se noi vogliamo scrivere un libro dobbiamo immagazzinare
dati per capire bene qual è la struttura narrativa e lo stile più adatto a noi
e questo possiamo farlo solo dopo aver letto moltissimo. Debbo dire che oggi i
ragazzi possono scegliere tra tantissimi libri adatti a loro, che ai miei tempi
non c’erano, o magari non erano stati tradotti in italiano, però non li usano,
perché sono distratti da altre cose, principalmente dalla Tecnologia Nera.
Pescando tra i miei ricordi, voglio citare Delitto e castigo di Dostoevskij, un
libro che mi ha veramente legato mani e piedi alla letteratura e mi ha
affascinato tantissimo. Mi è stato consigliato quando stavo in quarto ginnasio
e leggendolo, anche se all’inizio mi sembrava molto complesso, ho sviluppato un
amore viscerale per la letteratura. Non posso però non citare quello che è il
libro della mia vita e cioè Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach,
che mi è stato regalato dalla mia professoressa di lettere delle scuole medie.
“Questo è un piccolo libro pieno di poesia” mi disse. Io allora avevo
quattordici anni, sono passati più di quarant’anni, ho letto questo libro
centinaia di volte ed ogni volta ci trovo qualcosa di nuovo. Il gabbiano
Jonathan è stato per me il punto di partenza di tutti i libri che ho letto dopo
e molti libri li leggo ancora adesso per cercare di capire quel libro, perché
secondo me contiene un segreto che deve essere svelato e che è poi il segreto
della felicità.
D-I bambini, gli
adolescenti, sono spesso i protagonisti dei tuoi libri. Cosa ti affascina del
mondo dei ragazzi e a quale personaggio dei tuoi racconti sei più legato?
I libri per ragazzi devono secondo me avere come protagonista
un ragazzo, perché chi legge deve potersi identificare con il protagonista. E
debbo dire che quello che c’è scritto nei miei libri è tutto vero, sono
situazioni che io ho vissuto in diverse epoche della mia vita e filtrando la
realtà attraverso lo strumento narrativo, ho potuto creare delle storie che
hanno un significato universale e lanciano messaggi utili a tutti. Non posso
indicare solo un protagonista preferito, perché Astutillo Colavolpe, di
Astutillo e il potere dell’anello, Diafano Cristallini di Un mondo migliore e
Periplo Zanna di Cronache di Monterotto, sono per me dei personaggi
fondamentali, che rappresentano molto della mia vita, sono una specie di
testamento letterario che ho voluto lasciare ai posteri, anche se poi magari i
posteri non lo leggeranno. Se questo accadrà, la colpa sarà mia, perché non
sarò riuscito a trasmettere il messaggio in maniera sufficiente. Però io mi sto
impegnando molto, perché vorrei dare a queste storie l’importanza che meritano.
D-Il tuo modo
affabulatorio di raccontare è inequivocabilmente affascinante; è una tecnica
appresa o è parte del tuo modo di essere?
Sicuramente fa parte del mio modo di essere, però poi mi
sono imposto di usare questo stile narrativo, perché non sono assolutamente
d’accordo con quelle persone che sostengono che un libro per essere bello deve
essere scritto in maniera complicata. Questo non ha senso, intanto perché uno
scrittore che scrive delle storie incomprensibili, fa venire il dubbio che non
ci capisca niente neanche lui e che si diverta a mettere a caso una accanto
all’altra delle parole roboanti solo per impressionare il lettore e inoltre
secondo me in tal modo si perde l’aspetto fondamentale della letteratura, che
deve essere utilizzata principalmente per trasmettere messaggi positivi che
raggiungano il maggior numero di persone possibile. E perché ciò avvenga la
regola fondamentale è scrivere in maniera semplice e accattivante per fare in
modo che il lettore provi piacere nella lettura.
D-Esopo scrisse:
"Le persone intelligenti non disprezzano nessuno, perché sanno che nessuno
è tanto debole da non potersi vendicare, se subisce un'offesa." Una tua
riflessione.
Questo, volto al positivo, è uno dei cardini del mio
pensiero e del pensiero di Magic BlueRay. Infatti tra i nostri PerCorsi di
bibliolettura interattiva, uno di quelli che suscita un grande interesse nelle
scuole, è proprio “L’immensa forza degli apparentemente deboli”, un tema questo
che tratto anche in alcuni dei miei libri. Riflettendoci, una storia in cui c’è
un supereroe dotato di super poteri che è in grado di distruggere senza troppo
sforzo il cattivo, che messaggio può dare al giovane lettore, che magari è un
ragazzo debole e gracilino, preso in giro da tutti? Perché è chiaro che
Superman nella vita reale non esiste e non esiste nemmeno un surrogato di
Superman. E quindi il ragazzo gracilino dovrà riuscire a salvarsi da solo, come
fanno i protagonisti di tanti libri che all’inizio vengono descritti come
apparentemente deboli e indifesi, ma che poi riescono ad affrontare con
coraggio imprese che sembrano per loro impossibili.
D-Progetti per il
futuro?
Sicuramente vorrei, insieme ad Elena Sbaraglia, far
diventare Magic BlueRay, che già è qualcosa d’importante, qualcosa di molto
importante, cioè lo vorrei far conoscere molto di più. E poi c’è un libro che
sto scrivendo ormai da quattro anni e non riesco a portare a termine, perché
per farlo devo scoprire un segreto e questo segreto è un segreto molto segreto.
È una storia che non è mai stata scritta e potrei non riuscirci neanche io,
però, se sarò capace di scoprire il segreto e di scrivere la storia, avrò
scritto una storia talmente bella che non avrò motivo di scriverne altre.
Michela Zanarella
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